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Donne e alpinismo: il valore della cordata femminile

Dopo gli importanti contributi di Anna Torretta e di Linda Cottino ecco quello dell’amica ugetina Simona Depaoli con l’estratto della sua tesi di Master del 2018 che ha per tema
              “Donne e alpinismo: il valore della cordata femminile”

[…] Nel 1909 Mary Crawford, una viaggiatrice americana, scriveva sui benefici del viaggiare in montagna: «Per una donna che svolge una vita sedentaria e passa tutto il suo tempo in ufficio, a scuola, in ospedale a dare tutte le sue energie agli altri, la montagna è l’attività migliore per conoscere se stessa come non mai. Man mano che salirà, crescerà la sua sicurezza, e quando arriverà in cima scoprirà un mondo nuovo. Guardare le cose dall’alto cambia sempre la prospettiva.» (López Marugán 2003, 21)

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Bartolomeo Peyrot, il primo italiano sul Monviso (4 luglio 1862)

Grazie all’amico Marco Fraschia, past president del CAI UGET Valpellice, per questo bellissimo racconto che ricorda l’impresa di un uomo che la storia ufficiale ha presto dimenticato.

Centocinquant’anni fa il bobbiese Bartolomeo Peyrot fu il primo italiano a salire sul Monviso accompagnando come portatore l’inglese Francis Fox Tuckett con le due guide Michel Croz di Chamonix e Peter Perren di Zermatt.
Il Cai Uget Val Pellice, per ricordare l’impresa e il personaggio, nel 2012 ha allestito una mostra e girato un film. Questo articolo ne è il dovuto completamento.

«Finalmente un buon diavolo, piccolo, ma di buona volontà, accettò di accompagnarci […]. Egli si chiama Bartolomeo Peyrotte[1] e si obbligò a rimanere con noi per quanto tempo avessimo voluto» (Francis Fox Tuckett)

Un’ora e mezza

Tanto bastò a Bartolomeo Peyrot per cambiare la sua vita ed entrare, suo malgrado, nella storia dell’alpinismo. Tanto passò tra l’arrivo in calesse a Bobbio Pellice, alle 6.30, di Francis Fox Tuckett e delle sue due guide, Michel Croz di Chamonix e Peter Perren di Zermatt, e la partenza a piedi alle 8.00 dal paese assieme a Peyrot, assoldato come portatore («il teodolite, il sacco da dormire, le provvisioni per due giorni formavano un peso davvero alquanto considerevole»[2]) alla «mercede di 2 franchi e 45 centesimi al giorno, oltre il vitto». I tre arrivavano da Torre Pellice – dove avevano pernottato all’Hôtel de l’Ours, «eccellente, pulitissimo e condotto molto bene da gente cordialissima» – raggiunta con l’omnibus in due ore e un quarto da Pinerolo. Si erano fermati due giorni a Torino, il 30 giugno e il 1 luglio, dopo un’escursione nel gruppo del Gran Paradiso e nelle valli di Lanzo. Continua la lettura di Bartolomeo Peyrot, il primo italiano sul Monviso (4 luglio 1862)

Montagne360 maggio 2020 online

La scelta del CAI deriva dalla volontà di contribuire ad affrontare meglio questo periodo, in cui dobbiamo responsabilmente restare a casa.

Come già accaduto per il numero di aprile, anche Montagne360 di maggio è disponibile gratuitamente per tutti on line!

Scarica QUI Montagne360 di maggio 2020

La scelta di renderlo accessibile in formato digitale a tutti gli appassionati di montagna deriva dalla volontà di contribuire ad affrontare meglio questo periodo, in cui dobbiamo responsabilmente restare a casa.

La rivista cartacea arriverà comunque nelle case e in edicola appena la situazione lo consentirà; come sapete i servizi postali stanno dando legittima priorità alle corrispondenze più urgenti.

#LEMONTAGNESANNOASPETTARE

Comunicazione del Presidente Generale CAI

Care amiche e cari amici,
dopo avere raccolto ogni più opportuno parere e suggerimento, abbiamo predisposto l’allegata richiesta urgente di chiarimenti indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Giuseppe Conte, finalizzata ad ottenere precise indicazioni sui temi della ripresa dell’attività in montagna, oltreché della cura di rifugi e sentieri.

È stata l’occasione per sottolineare il senso di responsabilità
manifestato da tutti gli amanti della montagna, rispettando le
disposizioni finalizzate al contenimento della diffusione del
Coronavirus, ma anche per evidenziare come le oggettive condizioni
ambientali in cui si potrebbero svolgere le attività escursionistiche,
alpinistiche e speleologiche, siano tali da assicurare quel
distanziamento che permane come regola prioritaria nella cosiddetta Fase 2.

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Enrico Camanni: Il Rocciamelone, un voto di settecento anni fa

Altra puntata con la pubblicazione di brani tratti dai libri dell’amico, giornalista e scrittore, Enrico Camanni …. E’ la volta di questo tratto da “Di roccia e di ghiaccio. La storia dell’alpinismo in 12 gradi”, Laterza 2013

Molto è stato scritto a proposito, e soprattutto a sproposito, della salita di Bonifacio Rotario d’Asti al Rocciamelone, nel 1358. Spesso la leggenda e la fantasia hanno prevalso sulla storia e su quei pochi documenti che certificano, e solo in parte spiegano, la seconda impresa «alpinistica» del Trecento su una cima molto più alta del Ventoso del Petrarca, e anche più impegnativa.

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