Martedì 31 gennaio 2023 sarà in EDICOLA LA STORIA DELLO SCIALPINISMO, della cui stesura si è sono occupato il torinese Carlo Crovella
Continua la lettura di Il 31 gennaio in edicola: LA STORIA DELLO SCIALPINISMO
Martedì 31 gennaio 2023 sarà in EDICOLA LA STORIA DELLO SCIALPINISMO, della cui stesura si è sono occupato il torinese Carlo Crovella
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Il 13 settembre 2022 inizia la diffusione in edicola della Collana editoriale intitolata LA STORIA DELL’ALPINISMO – rispetto, disciplina, sfida, sogno.
Si tratta di un’importante iniziativa organizzata sotto l’egida del Corriere della Sera: abbraccia le principali attività della montagna.
L’opera è composta da 25 volumi settimanali, che dal 13 settembre 2022 arriveranno in edicola fino a tutto febbraio 2023
La Collana, coordinata da Alessandro Gogna, coinvolge autori di rilievo: fra gli altri, Roberto Mantovani, Giorgio Daidola, Simone Bobbio, Gian Luca Gasca, Andrea Giorda, Elio Bonfanti
A fine gennaio 2023 (volume 21) sarà in distribuzione LA STORIA DELLO SCIALPINISMO, della cui stesura mi sono occupato in prima persona Continua la lettura di LA STORIA DELLO SCIALPINISMO
Tutte le volte che imbocco un rettifilo che punta ad occidente non posso fare a meno di focalizzarmi su quell’immenso trapezio che giù in fondo sembra che voglia occludere la Valle di Susa. E’ così evidente che quasi quasi passa inosservato, anche quando, per molti mesi dell’anno, si riveste di bianco e mantiene il candore molto più a lungo delle montagne a lui vicine.
Continua la lettura di Così vicino, così lontano: il Grande Trapezio
di Carlo Crovella
Chi mi conosce sa che detesto lo sci di pista. Anzi, chi mi conosce sa che adoro sciare con l’utilizzo degli impianti: mille discese al giorno!
Ma come è possibile questa contraddizione, apparentemente insanabile?
Perché quello che NON mi piace più, oggi come oggi, non è lo sci di pista, ma il mondo da Circo Barnum che si è costruito intorno allo sci di pista.
Continua la lettura di La Grave, paradiso dello sci di discesa
Dal Altri Spazi dell’amico Alessandro un bell’articolo su Adolfo, Paolo e Camillo Kind (quando la storia dello sci s’intreccia con quella di una famiglia).
Articolo di Amedeo Macagno (già pubblicato su Rivista della Montagna, Dimensione sci, n. 219, dicembre 1998)
Dicembre 1914. Paolo Kind, al centro, sulla Punta Fraitéve.Come mai la storia dello sci italiano è così strettamente legata a un ingegnere svizzero emigrato in Italia per motivi di lavoro che compera, forse per caso, il libro di Nansen, Attraverso la Groenlandia con gli sci e decide così di provare questi «sconosciuti legni da neve»?
Continua la lettura di Quegli attrezzi arrivati dalla Svizzera
Questo articolo è stato pubblicato sul primo numero di “Dimensione Sci”, una rivista veramente unica nel panorama dello sci-alpinismo, sia per la ricchezza di itinerari proposti, sia per l’autorevolezza di diversi autori, personaggi noti nel modo dello scialpinismo e non solo, sia per la varietà di argomenti trattati. Qui viene ripreso un mio piccolo contributo concernente una meta un po’ particolare; lo ripropongo all’inizio di una nuova stagione scialp col fine di stimolare la ricerca di luoghi inaspettati e appartati, che al tempo stesso danno grandi soddisfazioni.
Lorenzo Barbiè
Scialpinismo sulle Nevi del Mediterraneo …
Ovvero la traversata in sci dell’isola di Creta
L’idea era nata diversi anni addietro: si era nutrita nel tempo di immagini sfumate ma contrastanti fra loro di due mondi, il mare e le nevi, che si uniscono e si fondono all’origine della nostra civiltà e della nostra storia. Punto nodale di una ipsilon perfetta le cui estremità sono Europa, Asia ed Africa, Creta è da sempre sospesa tra realtà e miti. Terra fatta per sognare: sogni di mare, di navi fenicie e greche, di profumi e colori, di assedi sanguinosi, di mezzelune e leoni veneziani, di pirati e mercanti, di giovani sacrificati e di mostri umani, di Dei sornioni e nascosti. Forse si poteva ancora immaginare un’avventura fatta di montagne e di neve, di piccoli villaggi, di vita semplice, di incontri casuali ed imprevedibili.
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di Carlo Crovella
Questo articolo, consegnato a molte testate di informazione in qualità di comunicato stampa per i 70 anni della Scuola SUCAI, deve prevedere una doverosa premessa per gli amici dell’Uget. Può sembrare irriverente, infatti, celebrare sul sito dell’Uget i fasti di un’altra scuola di Torino, come se uno juventino scrivesse i suoi hurrà su un “magazine” granata (o viceversa). E’ vero: il mio cuore profondo è sucaino. Lo è per tradizione famigliare, ma ancor di più per coinvolgimento personale. Sono entrato, quindicenne, nella Scuola SUCAI come allievo (metà anni ’70), sono diventato istruttore a cavallo dell’80, sono stato Direttore nel biennio ’85-87 e più volte componente della Direzione. Da allora con la Scuola SUCAI ho mantenuto un rapporto costante, che, a fasi alterne (per le più varie vicende della vita), è oscillato dal coinvolgimento diretto come istruttore alla collaborazione ideologica, culturale ed organizzativa. Il primo amore non si scorda mai: le celebrazioni per i 70 anni della SUCAI mi stanno coinvolgendo molto, sia sul piano affettivo che operativo. Detto questo, va precisato che nel corso della mia esistenza, non solo scialpinistica, sono entrato in contatto con la scuola “cugina”, quella appunto dell’UGET. Mia moglie Elena ne fa parte storicamente e, inevitabilmente, sono stato tirato dentro anche io, già nel corso degli anni ‘90. Mi si è aperta una ricca pagina di esperienze tecniche e di conoscenze umane. Infatti sono stato accolto con estrema cordialità e di questo voglio qui ringraziare gli amici ugetini. Da alcuni decenni mi trovo quindi a tenere i piedi in due scarpe “scialpinistiche”, a volte con qualche complicazione, ma spesso con doppia gratificazione. Ho potuto constatare di persona che la Scuola UGET non ha nulla da invidiare alla SUCAI: la qualità dell’insegnamento, la professionalità della gestione, la simpatia dell’ambiente (nonché la bellezza delle gite) sono di tutto rispetto. Sta di fatto che in questo periodo si completa un importante compleanno della Scuola SUCAI e penso che ogni scialpinista torinese possa trovare interessante uno specifico flash sulle origini e sull’evoluzione di tale Scuola (C.C.). Continua la lettura di La Scuola SUCAI Torino compie 70 anni
Le novità riguardano anche coloro che praticano attività fuori pista, con o senza sci. Viene introdotto l’obbligo di dotarsi di Artva, pala e sonda da neve in presenza di rischio di valanghe. «Una formulazione che potrebbe generare contenziosi interpretativi», commenta Boscariol
Scialpinismo in Valle Aurina © Paolo Piumatti
Dal primo gennaio 2022 entreranno in vigore le nuove norme sulla sicurezza nelle discipline sportive invernali, previste dal decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 40. Il termine del primo gennaio 2022 è stato fissato dall’art. 43-bis del decreto legislativo, introdotto dal decreto-legge n. 41 del marzo 2021 e poi modificato dal decreto-legge n. 73 del maggio 2021.
«Sebbene il testo del decreto legislativo n. 40 abbia sostanzialmente confermato quanto già previsto dalla legge n. 363 del 2003, sono presenti alcune novità significative, alle quali i praticanti degli sport sulla neve dovranno adeguarsi», afferma Gian Paolo Boscariol, componente del Comitato direttivo centrale del Cai. Continua la lettura di Dal 1° gennaio 2022 le nuove regole per le gite sulla neve
Il 17 ottobre 2021, una squadra composta da tre architetti francesi è venuta a visitare la cappella Notre-Dame dei Sette Dolori del Monte Thabor per analizzare i problemi strutturali.
È necessario ricordare che questa antica cappella è sempre stata l’oggetto di culto con un pellegrinaggio molto popolare il 16 luglio e un altro il 24 agosto, molto seguito dalla popolazione di Melezet, Les Arnauds, e Bardonecchia (ma anche dai villaggi circostanti) da almeno il XVI secolo.
Continua la lettura di LA CAPPELLA DEL THABOR, FINALMENTE SI PARTE!
Ieri abbiamo fatto una gita scialpinistica ai Monti della Luna. Chiamarla gita è eccessivo: una piccola escursione con le pelli, adattissima ad una corta giornata invernale.
La montagna era intonsa: nella notte era nevicato abbondantemente e in giornata il tempo era ancora incerto, qualche sprazzo di azzurro si alternava a foschi nuvoloni neri.
Qualcuno era salito con le pelli di mattina presto e così abbiamo sfruttato la sua traccia. È l’unico segnale di vita in un mondo che pare cristallizzato, fra la neve fresca e il freddo pungente.
I Monti della Luna divennero famosi agli albori dell’epopea sciistica, praticamente 100 anni fa. Credo di non sbagliare ad affermare che le dolci dorsali ammantate per la neve abbiano ispirato questo toponimo. Terreno ideale per lo sci, anzi per lo ski come si diceva allora. Si trovano in alta Val Susa, incardinati fra Clavière, Bousson e Cesana Torinese.
Da Clavière a porta d’ingresso per i Monti della Luna è la Val Gimont, che si insinua fra questi dolci dorsali, generando, nella sua sezione superiore, una serie continua di plateaux ottimi per lo sci.
Negli anni ‘20 e ‘30 del Novecento a Clavière si sviluppò un importante polo di diffusione dello ski. Anche nei decenni successici l’epicentro di questo movimento era costituito dall’Albergo Santi, gestito dai tre fratelli Santi, veri pionieri dell’arte sciatoria. In particolare Ettore Santi pubblicò alcuni testi fra cui un importante manuale di tecnica sciistica.
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