Con la postfazione del suo libro NINA DEVI TORNARE AL VISO (Fusta Editore 2019) l’amica, giornalista e scrittrice, Linda Cottino, ci racconta l’alpinismo delle donne, intorno alla metà dell’ottocento, nell’epoca d’oro della conquista delle cime, quando anche le donne, in compagnia di padri, fratelli e mariti, iniziarono a frequentare le montagne.
Estate 1863. Una settimana prima che la comitiva guidata da Quintino Sella giunga in cima al Monviso, un gruppo di alpinisti anticipa il tentativo italiano alla vetta. Con loro c’è anche una 25enne di Verzuolo. Si chiama Alessandra Re Boarelli. Il maltempo e l’indecisione della guida arresteranno il tentativo. Ma se la salita fosse andata per il verso giusto, una donna avrebbe preceduto sulla vetta i fondatori del Club Alpino. E probabilmente la storia dell’alpinismo italiano organizzato avrebbe
avuto un inizio diverso da quello che tutti conosciamo.
Ad Alessandra, donna colta e libera, il Monviso è comunque entrato nel sangue. E il 16 agosto 1864, un anno dopo il precedente tentativo, riesce a calcare la vetta della montagna.
Ma chi era davvero la giovane pioniera del Viso? Tra storia e narrazione romanzata, questo libro getta un po’ di luce sulla vita, sulla personalità della protagonista e sull’ambiente culturale in cui la donna maturò la decisione di salire sul Re di pietra.
Buona lettura!
Il 4 settembre del 1838, lo stesso anno di nascita di Alessandra Boarelli, all’una e mezza pomeridiane una nobildonna francese metteva piede sulla cima del Monte Bianco. Quella donna era Henriette d’Angeville. Aveva la bella età di 44 anni e abitava a Ginevra, dove si era stabilita dopo che il Terrore aveva inghiottito quasi per intero la sua famiglia; da lì, nelle giornate terse, vedeva luccicare in lontananza la cupola bianca e glaciale del Monte Bianco, una montagna che all’epoca era “italiana”, in quanto parte dei territori del Regno di Sardegna. Continua la lettura di Linda Cottino: L’alpinismo delle donne al tempo di Alessandra Boarelli →