Archivi categoria: libri

Whiteout

Whiteout
Coraggio, audacia, speranza
Il mondo attraverso gli occhi di tre donne
che hanno visto nella fine un nuovo inizio
Hoepli editore

Chamonix, 8 dicembre 208. La paraclimber Eleonora Delnevo e la
palombara Dorota Bankowska sono invitate a condividere le loro
esperienze di vita al TEDx. Fra il pubblico siede ammirata la guida
alpina Anna Torretta.
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CLAUDIA una vita di corsa

Con enorme piacere vogliamo presentare il libro CLAUDIA UNA VITA DI CORSA che l’amico Ugo Manera ha scritto con la storia e le opere di Claudia, sua figlia,  scomparsa ad ottobre 2017 travolta da un camion mentre era in bicicletta. Il libro è stato realizzato da Fusta Editori ed è stato stampato nel mese di marzo in piena pandemia, ma sarà nelle librerie dalla prossima settimana.
Avremmo voluto organizzare una serata di presentazione ma le attuali restrizioni non ce lo hanno consentito; allora vi invitiamo a cercarlo in libreria per poter vivere leggendolo una bella storia!

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In ricordo di Gianni Comino: c’è un tempo per sognare

Il 28 febbraio  1980 cadeva sul seracco di destra della Poire, al Monte Bianco, un ragazzo di appena 28 anni, durante il tentativo di apertura in solitaria di una linea visionaria. 
Gianni Comino, originario di Vicoforte, non è stato solo una figura di indiscussa valenza alpinistica; la sua storia, prima ancora, rappresenta  un grande inno al valore della vita e dell’amicizia.
A quarant’anni da allora, il 30 gennaio 2020, nel nostro salone con la presenza della sorella Anna, dello scrittore Paolo Castellino  e di tanti suoi amici lo abbiamo ricordato.
Pubblichiamo la premessa al libro biografico “C’è un tempo per sognare”
che vi invitiamo a leggere …

L’alpinismo è un mondo meraviglioso, vasto e dalle molteplici sfaccettature; un sistema in continua evoluzione, composto da una complessa trama a maglia irregolare intessuta tra rocce, ghiacci e sentieri. Di tutto ciò il vero collante è da sempre rappresentato dalle vicende umane, le quali conferiscono un senso al tutto. Senza di esse, le montagne forse sarebbero prive di significato, magari belle a vedersi e a fotografarsi, ma vuote della storia cucita a suon di passi, respiri ansimanti, martellate sui chiodi che conferisce loro quasi un alito di vita e le rende entità capaci di interagire ed interloquire, sebbene con un linguaggio proprio che a noi uomini talvolta può sfuggire. Continua la lettura di In ricordo di Gianni Comino: c’è un tempo per sognare

Carlo Crovella: Climbomat

In questo racconto (che risale a venticinque anni fa, ma che sembra scritto ai giorni nostri) Carlo Crovella metteva già in guardia dal rischio che la tecnologia potesse costituire il Cavallo di Troia per uno stretto monitoraggio individuale, in montagna e non solo. Il progresso tecnologico ha perfino sopravanzato le valutazioni di allora: app, Big Data, social media hanno costruito una gabbia stile Grande Fratello che, anziché evolvere la nostra esistenza, ci imprigiona tutti quanti.
(pubblicato su ALP agosto 1994 e poi confluito nel volume La Mangiatrice di uomini, Vivalda Editori, 2011)

Arrivarono alla base della parete proprio con il primo sole.

Saltarono fuori dall’automobile e, guardando in alto, concentrarono l’attenzione sul lungo diedro che costituisce il passaggio chiave della salita.

“Speriamo che sia chiodato!” dichiarò Luciano.

“E ci mancherebbe!” gli rispose Rodolfo.

Era solo una battuta scaramantica, ma sapevano tutti e due che la via era ottimamente attrezzata. D’altra parte non poteva che essere così: uno sperone di roccia saldissima, che, partendo dal parcheggio, si impenna come la prua di un transatlantico, a fianco di un coreografico ghiacciaio. C’erano tutti gli ingredienti perché la via fosse molto frequentata, quindi perfettamente attrezzata.

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Enrico Camanni: Il Rocciamelone, un voto di settecento anni fa

Altra puntata con la pubblicazione di brani tratti dai libri dell’amico, giornalista e scrittore, Enrico Camanni …. E’ la volta di questo tratto da “Di roccia e di ghiaccio. La storia dell’alpinismo in 12 gradi”, Laterza 2013

Molto è stato scritto a proposito, e soprattutto a sproposito, della salita di Bonifacio Rotario d’Asti al Rocciamelone, nel 1358. Spesso la leggenda e la fantasia hanno prevalso sulla storia e su quei pochi documenti che certificano, e solo in parte spiegano, la seconda impresa «alpinistica» del Trecento su una cima molto più alta del Ventoso del Petrarca, e anche più impegnativa.

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