In questo racconto, che si sviluppa con maestria senza uscire dalle stanze di un Commissariato torinese, Carlo Crovella si interroga sull’arrampicata dei nostri giorni. Alla fine il vero “giallo” resta ai lettori: l’arrampicata del terzo millennio, prestazionale e scientifica, non ha finito per uccidere se stessa? (pubblicato su altrispazi.it il 28 febbraio 2020)
«Ma è pazzesco!» il Commissario Ferrero si alza di scatto.
Le luci del giorno entrano con forza abbagliante dalle ampie finestre che si affacciano su una Torino brulicante di traffico. Ma, nell’ufficio, tira aria di burrasca.
Il Commissario guarda l’ispettore Piscitiello: «L’hai mai sentita tu una cosa del genere? In trent’anni di carriera, io mai!»
In questo difficile momento dove #IoRestoaCasa ma #Andràtuttobene abbiamo il piacere di ospitare lo psicologo Pietro Trabucchicon il primo capitolo del suo libro PERSEVERARE E’ UMANO che fa seguito al precedente RESISTO DUNQUE SONO. Nei suoi libri, che raccomando a Tutti , Pietro ha sviscerato buona parte degli aspetti legati alla resilienza: alla capacità, cioè, di rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi per lunghi periodi di tempo nonostante le difficoltà in tutte le situazioni della vita … buona lettura!
Questo è quel pergolato e questa è quell’uva che la volpe della favola giudicò poco matura perché stava troppo in alto. Fate un salto, fatene un altro. Se non ci arrivate riprovate domattina, vedrete che ogni giorno un poco si avvicina il dolce frutto; l’allenamento è tutto. Gianni Rodari
Resilienza: l’arma segreta del Sapiens Sapiens
Errare è umano, perseverare è diabolico. Proverbio popolare fuorviante
Al contrario di quello che sostiene il noto detto, perseverare non è diabolico: è umano. Diabolico è rinunciare a impegnarsi, rimanere immobili, mettersi ad aspettare che la motivazione arrivi dall’esterno, non sfruttare a fondo tutte le risorse di cui gli esseri umani sono dotati. Se impegno e motivazione mettono in grado di raggiungere risultati straordinari, diabolico è sprecare questa opportunità.* Continua la lettura di Pietro Trabucchi: Perseverare è umano→
Grazie all’amica ugetina Silvia per il suo contributo con questo bel racconto. Buona lettura!
“Silvia, domani niente sci, andiamo al mare.”
“Bene! Non avevo proprio voglia di svegliarmi presto per andare a sciare!”
“Infatti, ti sveglierai presto per andare al mare: alle 5.30 da me.”
La mia vita è piena di illusioni che durano meno di 5 secondi.
Circa due ore e mezza di auto e 40 euro di autostrada separano Torino da Sestri Levante, ma se il meteo è bello solo al mare, noi andiamo al mare. Al mare a modo nostro con scarpette e bastoncini, lungo il sentiero che collega Sestri a Riva Trigoso.
Partiamo così presto non perché ve ne sia reale necessità, ma perché non sopportiamo il traffico. Abbiamo quindi tutto il tempo per una buona colazione alla pasticceria Dolcemente.
La concezione del canto di montagna è spesso legato ai canti degli Alpini, come se fosse l’unica via espressiva della tradizione popolare dopo il liscio, la taranta e la canzone napoletana. Abbiamo cosi tanto bisogno di caselle in cui mettere in ordine le idee che perdiamo di vista il concetto di arte, qualunque essa sia.
Il Coro Cai Uget si è sempre contraddistinto per la scelta di un repertorio piuttosto variegato che attraversa la penisola in tutte le sue peculiarità e spesso compie escursioni nelle tradizioni di differenti paesi, sia della musica popolare sia del canto liturgico.
A questo filone appartiene una nuova aggiunta, il celeberrimo brano “It is Well with My Soul” che ben si adatta anche ad una certa visione del periodo che tutti stiamo vivendo.
Horatio Spafford esercitava l’avvocatura nella Chicago della seconda metà del 1800. La sua famiglia fu colpita da una serie di tragedie che videro la prematura morte del giovane primogenito per scarlattina, la distruzione delle proprietà nel grosso incendio del 1871 ed infine perse due figlie durante un naufragio della nave che le stava portando in Inghilterra per una breve vacanza con la famiglia. Sopravvisse solo la moglie e Horatio stesso, trattenuto negli Stati Uniti per un imprevisto.
Dopo qualche giorno l’avvocato raggiunse la moglie nel Regno Unito e durante la traversata, proprio nel punto in cui la nave che trasportava la sua famiglia era affondata, scrisse un inno non già di dolore e disperazione ma carico di speranza, con parole cariche di fede e fiducia nell’opera dell’altissimo, e nella salvezza eterna.
Il vero e concreto mare di dolore e sofferenza si trasformava in un oceano di silenzio e speranza.
Certo non tutti abbiamo la fede e la temperanza del buon Horatio. I tempi sono cambiati e paradossalmente sono aumentate le incertezze, ma qualunque sia la fede che ci muove, il credo che ci spinge ad andare avanti, l’energia positiva che viene dalla musica può essere una grande terapia benefica per i momenti di sconforto che possono prenderci, ragionevolmente, durante questi giorni.
It is Well with My Soul è stata eseguita recentemente, durante un bellissimo concerto che abbiamo avuto l’onore di tenere a favore della Fondazione Piemontese per l’oncologia IRCCS Istituto di Candiolo. Quella sera, insieme agli amici di Chorus, lo spettacolo corse per due ore lungo i confini armonici delle partiture mandate a memoria, delle battute di spirito e dei pensieri avvolgenti per chi stava combattendo una battaglia in cui la vittoria è l’unica possibilità, e dove speranza e l’amore sono le sole armi fondamentali per ottenerla.
Cosi vi dedichiamo il nostro canto, inno armonico, a tratti silenzioso e pregno di rispetto, affinché possa salire a beneficio di tutti quelli che sono stati sconfitti, partendo da soli senza l’abbraccio dei cari e soprattutto a chi sta tenendo duro.
Più nero della mezzanotte non può venire e la luna di questi giorni ci fa capire che anche nel buio c’è sempre una luce ad illuminare la via.
Quella della speranza. NON MOLLATE torneremo tutti a cantare. Pietro Bastianelli
Il rifugio Arp d’estate è il punto di partenza per le escursioni verso le punte e gli innumerevoli laghi circostanti. In inverno meta di sciatori e ciaspolatori ripaga la fatica della salita con la vista dall’alto, nel vallone di Palasinaz, su tutte le montagne della alta val d’Ayas. Il plenilunio del fine settimana di febbraio, ci aiuterà a camminare nella vastità della notte illuminando i passi sulla neve. I laghi innevati di Valfredda e/o il lago della Battaglia saranno la meta della mattina successiva.
Il nostro rifugio Guido Rey era la meta ed avremmo dovuto dormire in tenda nella notte del plenilunio di febbraio. Che non fosse l’anno dei migliori lo dovevamo capire dal fatto che il Rey era chiuso e della notte in tenda non se ne parlò proprio. Il plenilunio però sarebbe giunto ugualmente ed il fascino di una camminata notturna al chiaro di luna non potevamo mancarla. Condizioni meteo permettendo. Il meteo fu clemente e la escursione notturna si fece.
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