La montagna e il suo paesaggio

Per i ragazzi come Marco e Nicola, che dividono la loro vita tra amici, pallone e scuola, non esiste esperienza più bella di una giornata fuori casa, da trascorrere in montagna ad ammirare verdi prati e fiori e con un po di fortuna stambecchi e camosci.
In una domenica di maggio, i due ragazzi decisero di fare pranzo in montagna con i loro familiari, un picnic in un’incantevole e bellissimo boschetto, dove si sentiva il profumo del muschio, l’odore dei fiori e il silenzio del vento e mentre camminavano in silenzio con a fianco un piccolo ruscello riuscivano anche ad ascoltare il fruscio dell’acqua che scorreva entrando in un piccolo torrente. “Che spettacolo qui la natura!” – disse Marco, intento a contemplare in alto la chioma degli alberi perdersi fino all’azzurro del cielo, Abeti e Pini, Larici e Betulle, tutto era verde tutto era poesia “Guarda lì” – disse Nicola, indicando una zona a pochi passi dal sentiero che stavano percorrendo.
Lì vicino c’era un’area attrezzata con panche, tavoli e cestini porta rifiuti , avevano raggiunto con i loro genitori il posto più tranquillo per apparecchiare il proprio picnic.
Una bellissima giornata di sole e suoi caldi raggi scioglievano quella poca neve che era ancora rimasta sui prati. Le ultime macchie bianche sembravano tante lenzuola distese al sole.
I due ragazzi erano Felici perché stavano vivendo una giornata diversa ma stupendamente bella e ricca di sensazioni.
Finito il pranzo, i due ragazzi decisero di fare una passeggiata e salire fino alla cima del Monte Bello ,camminarono per un’oretta e mentre salivano verso la cima, si divertirono molto ad attraversare il corso del ruscello, l’acqua era molto fredda ma era calma, bella anche solo da guardare. Arrivati in cima, respirarono profondamente l’aria, era fresca e pura.
“Non senti una sensazione strana?” chiese Nicola, “In che senso?” rispose Marco “Io provo una sensazione di benessere che non ho mai provato prima, non siamo più abituati ad una tale armonia!”.
Si trovavano lontani dallo smog e dai rumori della città, tutto intorno era puro silenzio.
E guardando attorno a loro rimasero affascinati dall’incantevole e bellissimo panorama che li circondava.
In alto, il cielo era meravigliosamente terso, di un azzurro mai visto prima, con dei piccoli riflessi di colore rosso e alcune nuvole che sembravano appoggiarsi dolcemente sulle vette.
In fondo alla montagna si vedeva una vallata verde con un piccolo laghetto, attraversato da un ponticello di legno e la primavera aveva riempito i prati con moltissimi fiori, genziane blu, gli azzurri “nontiscordardime” e piccole margheritine bianche.
Voltandosi verso valle si intravedevano i tetti spioventi delle case, i balconi fioriti, la cupola di una vecchia chiesa con il suo antico campanile circondato da alcuni uccelli che cinguettavano felicemente.
Si fermarono ad ammirare anche dalla parte opposta di quella bellissima chiesetta e i loro occhi caddero su una piccola fattoria nel quale stavano pascolando alcune mucche e in quel preciso momento Marco esclamo: Wow mai visti tanti animali tutti insieme, solo sui libri di scuola ho visto questo, ma era una foto.
Prima di andarsene, alzando gli occhi al cielo, videro il sole che stava tramontando dietro le montagne più alte, era un’emozione per loro vedere quello spettacolo, per la prima volta si sentirono completamente immersi nella natura.
E Quando cominciò a farsi buio con una breve corsetta tornarono dai loro genitori che li stavano aspettando per tornare a casa.
Si sentivano molto contenti, perché quella giornata era stata per loro una sorpresa. non erano, infatti, abituati a vedere i prati verdi ascoltando il silenzio delle montagne.
Il giorno dopo a scuola Marco e Nicola raccontarono la loro esperienza ai propri compagni di classe. “Che cosa vi ha spinti fin lassù? – chiese Andrea, un loro compagno. “Il desiderio di vedere la natura incontaminata” – rispose senza alcuna esitazione Nicola. “La vera bellezza, io credo, sta nelle cose semplici” – aggiunse sorridendo Marco.      I ragazzi che sono cresciuti in città hanno perso il contatto spontaneo con la natura. noi ragazzi facciamo persino fatica a riconoscere flora e fauna che vivono in montagna, disse Carlo, ritenuto da tutti il filosofo della classe. “Io, non sono mai salito fin lassù”, disse Alice. “Allora, dovete proprio andarci!” – concluse Marco.
La maestra rimase colpita dall’entusiasmo dei ragazzi, tanto che decise di trattare l’argomento della natura durante le lezioni. Tutti insieme, il mese dopo, organizzarono una gita in montagna. Fu l’occasione per Marco e Nicola di fare da guida ai loro compagni.

Giulio Satelli tratto dal libro
“Raccolta di brevi racconti di montagna”