«È nel ricordo il più bel rifugio»

Domenica 12 settembre 2021: mentre risalgo da solo il vallone dell’Urina sono emozionato come un padre al primo figlio. Ho seguito quasi tutte le fasi precedenti alla realizzazione – l’incontro con le ragazze dell’Associazione Salvasera, promotrice della sua costruzione, il confronto con Robi Boulard, guida alpina e gestore del rifugio Jervis, sull’utilità di un bivacco nella zona dei Torrioni del Palavas, l’appuntamento con il sindaco di Bobbio Pellice, il progetto realizzato dallo studio Carrara Kim architetti, le varie serate di presentazione e raccolta fondi (in val Varaita, a Torino e a Torre Pellice, una delle quali nella nostra sede del Cai Uget Val Pellice, con tanto di modellino in legno, e perfino ad Abries dagli amici francesi in occasione del concerto dei Fiati del Boucie), i vari sopralluoghi per trovare il posto adatto, l’ultimo dei quali con i fratelli Giuseppe ed Enrico Boerio, artigiani del legno di Sampeyre al loro quarto bivacco, il 27 giugno 2021. Oggi finalmente vedrò il risultato di tutto l’impegno profuso profuso da molti a vario titolo. Mentre salgo la ripida traccia che si diparte dal Fountanoun le domande sono molte: piacerà? Sarà funzionale? Servirà? Lo useranno? Più i francesi o più gli italiani?

Poi all’improvviso, mentre il sentiero spiana verso il piano di Piata Borgna, ecco apparire la sagoma del bivacco sul crinale di confine con la Francia, più o meno a metà tra l’attacco dei torrioni e il crinale della Parè del Longir. Sembra uno dei tanti massi enormi rotolati dal Palavas che, per puro caso o grazie alla mano di qualche gigante buono come quello di una pubblicità di quando ero bambino – «Gigante, pensaci tu!» recitava lo spot – si sia fermato in bilico sul colletto del Palavas.

Giuseppe ed Enrico sono saliti ieri in elicottero con tutto il materiale, assemblato e numerato prima nel loro laboratorio, in val Varaita, e quattro validi aiutanti. Hanno già dormito dentro l’involucro in legno, appena montato, oggi fanno il rivestimento in acciaio corten, domani finiranno gli interni prima di scendere. Ad aiutarli salirà il nostro giovane socio Alessandro Turin, entusiasta della prospettiva di una bella esperienza.

Domenica 19 settembre 2021: ad appena una settimana dalla fine dei lavori, il bivacco al colletto del Palavas viene inaugurato alla presenza di una ventina di persone. Chi non è potuto salire per l’età o problemi fisici aspetta al rifugio Jervis per una polentata tutti assieme in allegria. Pochi fronzoli: nessun discorso ufficiale, solo la targa affissa sulla porta – «Bivacco Salvasera. In memoria di Sara Lucia Salvatico. 2594 mt», il quaderno lasciato alla fantasia dei visitatori, qualche libro da leggere e due bottiglie per un brindisi, come avrebbe fatto Sara, prima che un infarto la portasse via a 45 anni a chi la amava e apprezzava. Nel mio zaino ho portato il quadretto vinto a Torino alla lotteria organizzata dall’associazione Salvasera per raccogliere fondi: rappresenta il bivacco stilizzato e un alpinista seduto sul ciglio della montagna. Non poteva che essere al bivacco il suo posto, accanto alla frase di Paolo Cognetti «È nel ricordo il più bel rifugio».

Sono ancora salito tre volte al Salvasera, da solo e in compagnia. Ne vale veramente la pena. Non solo come ottima base di appoggio per la salita al Palavas (m. 2929) lungo la via normale o in arrampicata sulla classica via dei Torrioni (cresta sud – est, D) o lungo la via Michelin – Masoero al torrione superiore (D+) oppure per la traversata al Colle della Croce lungo la cresta di confine della Parè del Longir (m. 2743), ma anche come gita fine a se stessa: una notte stellata senza inquinamento luminoso e il panorama dalla finestra d’angolo, magari accompagnato da pane, salame, formaggio e un sorso di buon vino, valgono la fatica della salita fin lassù. Ve lo assicuro.
Marco Fraschia

Scheda tecnica
Il bivacco Salvasera al colletto del Palavas (m. 2594), è raggiungibile a piedi da Villanova (3 – 4 ore) lungo il sentiero che porta alla Conca del Pra e poi prendendo quello per il Colle dell’Urina. Prima del colle, alla sorgente del torrente Urina (Fountanoun), si lascia il sentiero principale per salire a sinistra lungo una ripida traccia (segni viola) che porta al pianoro di Piata Borgna sotto il colletto del Palavas. Da qui si sale a sinistra lungo un pendio erboso per raggiungere in diagonale verso destra il bivacco, ormai ben visibile sul costone spartiacque. Il bivacco (4 x 4 m) è dotato di 8 posti letto con materassi, cuscini e coperte, 2 tavoli e 8 sgabelli, luce elettrica e presa di corrente (300 w). L’ultima acqua utile è quella del Fountanoun. Una tanica di plastica al bivacco permette di fare rifornimento (15 litri, 45’/1 h A/R). Inutile dire che il bivacco va lasciato pulito e in ordine, riportando a valle i propri rifiuti, ed è gradito un contributo per la sua manutenzione nell’apposita cassetta fissata alla parete.

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