Ieri ci ha lasciato Andrea Mellano: un grande amico, tra i più importanti alpinisti e non solo .
Per ricordarlo pubblichiamo l’articolo di Enrico Camanni (già pubblicato su CAI UGET Notizie n.4 di Luglio-Agosto 2024).
Ciao Andrea!
Nel corso dell’Assemblea Nazionale Delegati CAI 2024, svoltasi il 25 e 26 maggio ad Assisi, Andrea Mellano è stato nominato “Socio Onorario del Club Alpino Italiano”.
Andrea Mellano è ormai vicino ai 90 anni, essendo nato ad Asti il 30 novembre 1934. Sposato dal 1966 con Gemma Commod di Ayas, padre di due figlie, è quasi sempre vissuto a Torino, salvo i primi anni e un breve sfollamento a Ghemme in tempo di guerra. Andrea è un piemontese solido e “gurègn”, amabile nel conversare ma bravo soprattutto a fare: infatti ha cominciato a lavorare da fabbro in giovanissima età, prima di entrare in Fiat come operaio. Intanto studiava nelle ore serali, così da licenziarsi dalla grande fabbrica e poi diventare geometra. Dal 1959 al 1961 si è occupato della direzione di lavori stradali presso l’Amministrazione provinciale di Torino; nel 1961 è passato alle dipendenze del Comune e ha ripreso gli studi fino a conseguire nel 1976 la laurea in Architettura al Politecnico, con il massimo dei voti. Ha continuato a lavorare come architetto del Comune fino alla pensione, collaborando con l’Assessorato allo Sport nella progettazione di impianti e attrezzature per il tempo libero, fra cui la pionieristica palestra d’arrampicata “Guido Rossa” al Palavela di Torino, la prima in Italia di quel genere. Ha anche collaborato con Renzo Piano alla progettazione di impianti sportivi.
L’alpinismo è stato la sua seconda vita, sempre nei panni del fiero dilettante. Formatosi nel Gruppo Alta Montagna del CAI UGET (sezione a cui è iscritto dal 1952), Accademico del CAI dal 1961, ha approfondito la conoscenza della montagna nelle valli vicino a Torino (Lanzo, Orco e Susa) e in Valle d’Aosta. Ha sempre privilegiato un alpinismo creativo, innovativo, di alta difficoltà e assoluta ricerca. Lo attraevano in particolare le vie nuove sulle pareti nord delle Occidentali, itinerari lunghi e senza vie di fuga, senza trascurare tuttavia le classiche delle Dolomiti. Storico compagno del lombardo Romano Perego, e inoltre di Guido Pianfetti, Beppe Tron, Giovanni Brignolo, Alberto Risso, Enrico Cavalieri e Gildo Airoldi, è sempre stato uno scalatore concreto, curioso e non convenzionale, doti che l’anno assistito nel lungo cammino esplorativo e nell’impegno di divulgatore, illustratore e disegnatore. Ha svolto intensa attività pubblicistica dal 1967 al 1980 sui quotidiani La Stampa e Stampa Sera, Tuttosport e Gazzetta dello Sport, come esperto di alpinismo.
Il curriculum alpinistico è impressionante. Tra le imprese più significative, la prima salita dello Sperone Young sulla parete nord delle Grandes Jorasses, la prima dello sperone nord est della Roccia Nera, la prima del Pilier a Tre Punte al Mont Blanc du Tacul, la prima dello spigolo del Becco di Valsoera, la prima invernale del canalone Gervasutti al Mont Blanc du Tacul e la prima invernale della Triftjigrat sulla Nord del Breithorn. Il trittico che l’ha reso più famoso è costituito da Nord dell’Eiger (1962), Nord del Cervino e sperone Walker alle Grandes Jorasses (1963). Con Romano Perego è stato il primo italiano e mettere nel sacco le tre grandi Nord, come in precedenza avevano fatto Gaston Rébuffat e Leo Schlommer.
Ma il suo impegno va molto oltre l’alpinismo, di cui riconosce anche i limiti. Nel 1985, con il giornalista Emanuele Cassarà e lo scalatore Marco Bernardi, è ideatore e organizzatore della prima gara di arrampicata in Valle Stretta (Bardonecchia), un evento che scuote il mondo dell’alpinismo e apre la strada alle competizioni. Fondatore della FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana), di cui è stato presidente dal 1987 al 1998, ha lasciato un’impronta fondamentale nello sport dell’arrampicata, recentemente approdato alle Olimpiadi.
Andrea è stato curatore del volume La tecnica dell’alpinismo (De Agostini, 1978), collaboratore dell’Enciclopedia della montagna De Agostini, autore di Afghanistan, ultimo silenzio (De Donato), Il paese delle montagne (CAI-UGET), nonché di guide escursionistiche e storico-etnico-artistiche della Valle d’Aosta. Presente in tutti i dibattiti legati all’alpinismo, instancabile e rispettato opinionista, ha sempre apprezzato e rivalutato il ruolo dei giovani, senza mai porsi nel ruolo di giudice. Per questo è ancora giovane, anche alla vigilia dei novant’anni.