Archivi categoria: scialpinismo

Carlo Crovella: Piccole donne crescono

La stesura originale di questo racconto risale alla metà degli anni Novanta, anche se è confluito nel libro “La Mangiatrice di uomini” del 2011. In questo testo Crovella affronta il tema della crescita femminile in montagna: la realtà ha compiuto passi da gigante e, sui monti, oggi non c’è quasi più differenza di genere. Ma chi ha attraversato i decenni dai Settanta in poi riconoscerà gli stati d’animo e le situazioni descritte, con la peculiarità che si tratta di uno dei rari testi di narrativa riferiti a discese di sci ripido.

Piccole donne crescono (racconto tratto dal volume La Mangiatrice di uomini, Vivalda Editore, Torino 2011)

Quando il sole lo lambì di striscio, Lolus (come lo chiamavano gli amici, da Carolus) era già salito oltre la metà del canale innevato. Il freddo era ancora pungente, come capita in certe giornate di giugno, più invernali che estive. Continua la lettura di Carlo Crovella: Piccole donne crescono

Lorenzo Barbiè: 4 X 2600

Mentre  #IoRestoaCasa ma certamente #andràtuttobene, l’amico Lorenzo Barbiè ci ha regalato un altro racconto di una sua bella “impresa”: buona lettura!

Il titolo non è un bizzarro quiz matematico bensì è la sintesi di un’idea che ha preso piede. Qualche volta le idee bizzarre fanno capolino e propongono alcuni obbiettivi, esse agiscono come tarli nel corso del tempo. E’ così che, per parafrasare in maniera minimalista e con una certa dose di autoironia, ho pensato di emulare coloro che tentano la salita alle cime più alte della terra, i celeberrimi 14 Ottomila. Non è che abbia la mania del collezionismo, pensandola però in tono decisamente minore mi sono messo in testa di collezionare i “prestigiosi” 4 DuemilaSei della Alpi Liguri, in giornata naturalmente e con gli sci, soluzione interessante e casalinga.
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Carlo Crovella: In sci nel Gruppo del Gran Paradiso

L’amico Carlo Crovella , scialpinista di lunga data, ci fa anche questo bel regalo riproponendo un articolo sul Gran Paradiso in sci, con il giusto mix fra informazioni tecniche, culturali e storiche relative ad un massiccio che è un vero “Paradiso” per lo scialpinismo.
(pubblicato su Monti e Valli del CAI Torino nel novembre 2019)

La pubblicazione sul finire del 2018 della Toponeige Grand Paradis GPA (cui segue proprio ad aprile 2020 l’edizione italiana, grazie alla traduzione di Deborah Bionaz, valdostana di Lillaz presso Cogne, NdR), a cura della Casa editrice Volopress di Grenoble, ha rimescolato dentro di me antichi ricordi e nuove emozioni, facendomi vibrare nel profondo.
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Carlo Crovella: Prima e dopo

L’amico Carlo Crovella ci fornisce questo racconto ambientato nel bacino dell’Argentière (Monte Bianco) durante la stagione scialpinistica. Crovella, già Direttore della Scuola SUCAI, per diversi anni è stato anche istruttore presso la Scuola di scialpinismo dell’Uget. Da qualche tempo si dedica alla divulgazione degli aspetti più profondi e ideologici dell’andare in montagna (con o senza sci), nell’ambito di una complessiva attività editoriale che è iniziata nei primi anni ’80.

Nella recente intervista a me rilasciata e pubblicata su Gogna Blog il 6 marzo 2020, Roberto Aruga (coautore dell’Aruga-Poma) ha fatto un interessantissimo accenno al tema “scialpinismo e racconto”.

Lo spunto di Roberto ha smosso in me antichi ricordi: sono andato a recuperare alcuni racconti ambientati in contesti scialpinistici. Si tratta di scritti risalenti alla prima metà degli anni ’90. Come tutta la nidiata dei miei testi di fiction di montagna venuta alla luce in quel particolare periodo, si tratta di testi che costituirono il mio passaggio ai racconti di narrativa dopo una lunga militanza dalla stesura di articoli tecnici (relazioni e monografia, sia alpinistiche che scialpinistiche (attività quest’ultima iniziata nei primi anni ’80 e proseguita senza soluzione di continuità fino ai nostri giorno).

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Storie di scialpinismo mite di Enrico Galasso, per gli amici “Cavùr”

Chi non conosce o non ha incontrato Cavùr? quel simpaticone che ancora oggi si presente alle gite della Scuola come si vestiva negli anni ’90, ancora oggi rinnova solo la felpa, rigorosamente del Toro, quello che – quando c’è – parte sempre con il primo gruppo e arriva con … non infierisco più, in questi ultimi anni si è velocizzato, anche perché si è dotato di attrezzatura leggera…
Bene, Cavùr ha raccolto in un libricino, che allego, le relazioni che negli anni ha scritto, con passione, raffinate, divertenti, mai noiose, un maestro!
Una buona lettura in questi giorni in cui #STIAMOACASA!
Dario, Diretùr
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