Sulle tracce del Fortissimo

Una serata per ricordare Giusto Gervasutti a 75 anni dalla scomparsa
di Carlo Crovella

Quest’anno ricorre l’anniversario dei 75 anni dalla scomparsa del grande alpinista Giusto Gervasutti, noto come Il Fortissimo.

Pur essendo originario di Cervignano del Friuli (dove è tuttora molto amato dagli appassionati di montagna), Gervasutti si trasferì a Torino nel 1931 a 22 anni, richiamato dall’amore per le grandi montagne occidentali.

Per noi torinesi è un mito. Un “nostro mito”. Già Massimo Mila nel necrologio pubblicato su L’Unità poco dopo la scomparsa di Giusto, lo chiamò il ”nostro” Gervasutti, a dimostrazione che la permanenza torinese lo aveva fatto diventare uno di noi a tutti gli effetto.

A tanti anni di distanza non è importante dirimere ora la disputa sull’appartenenza di Gervasutti a questo o a quell’ambiente alpinistico: è chiaro che tutti lo amano o, quanto meno, tutti lo ammirano, a oriente come a occidente.

L’importanza del Fortissimo nella storia dell’alpinismo consiste proprio nel ruolo da lui ricoperto: aver fatto convergere le due anime dell’alpinismo d’ante guerra, quella dolomitica (esaltata nell’epopea del VI grado) e quella occidentale, che si snodava, come si snoda tuttora, a quote elevate, su difficoltà anche di ghiaccio e di misto, con marcati rischi oggettivi, lunghi avvicinamenti, maggiori incognite meteorologiche e così via.

Molti sono gli alpinisti di rilievo di quel periodo, sia in Dolomiti che nel Nord Ovest, ma la specifica peculiarità di Gervasutti è che, grazie a lui, il VI grado è approdato sulle Alpi occidentali.

Per decenni l’aurea mitica del Fortissimo rimase in una zona d’ombra a livello di conoscenza analitica: proprio questa nebulosità sui particolari alimentò a sua volta il mito del Fortissimo.

Solo negli ultimi anni, grazie all’opera di diversi studiosi, la sua figura, il suo stile di vita e l’intera sua attività in montagna sono state riportare alla ribalta. Ciò non riduce, anzi aumenta, l’importanza e la nomea del personaggio.

La Scuola Nazionale di alpinismo Giusto Gervasutti, che opera da decenni in seno al CAI Torino, ha organizzato una serata per ricordare il Fortissimo ed anche per farlo conoscere ai giovani che finora non si sono imbattuti nel suo personaggio.

Il parterre è di primo piano:

  • Andrea Giorda (CAAI) illustrerà le vie di Gervasutti nel gruppo del Monte Bianco.
  • Ugo Manera (CAAI) racconterà le tre prime realizzate in Delfinato.
  • Carlo Crovella (GISM), con un intervento dal titolo L’eleganza del predestinato, parlerà dell’altro Gervasutti: la vita cittadina, il lavoro, lo sci, gli amici, le donne, la visione didattica della montagna e la creazione della Scuola Boccalatte… Un insieme di caratteristiche, eleganti e raffinate, che paiono confezionate solo per un personaggio unico e irripetibile.

Al termine degli interventi verrà proiettato il fil Gervasutti il solitario signore delle pareti.

La serata si terrà al Monte dei Cappuccini (Sala degli Stemmi) in data 2 dicembre 2021, ore 21.

Capienza massima 52 persone, green pass obbligatorio.

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