Una visita al Piccolo Monte tra Storia e Cultura.
In un piccolo paesino posto ai piedi di Sua Maestà il Monviso la natura aveva collocato una strana creatura. Ne collina e non ancora monte: semplicemente Rocca. Chissà come la chiamavano nei millenni andati… Da quando è sorto il paese sottostante è, però, divenuta: Rocca di Cavour.
Né un masso erratico e neppure il frutto di fantasiose leggende: semplicemente l’emergere della “vetta” di un monte dalla pianura alluvionale, forse…
Su quella stranezza geologica, alta circa 162 metri, è transitata la storia e la specie umana da quando è esistita soprattutto per l’importanza strategica delle alture nei tempi passati.
Secoli, o meglio millenni di storia hanno consegnato, ai contemporanei, un territorio sostanzialmente integro appena segnato dalla mano dell’uomo. Segno, quest’ultimo, del rispetto (e anche un po’ di orgoglio) che Cavour ha sempre avuto per la sua “stranezza naturale”.
La Rocca, per i Cavouresi, non è mai stata solo flora e fauna ma la sua esistenza si è intrecciata fortemente con la cultura, tradizione e storia locale.
È doveroso partire dai dati e fatti storicamente riconosciuti per una illustrazione completa della Rocca: per questo mi sono avvalso delle “schede” predisposte dal Dott. Dario Poggio, giornalista, scrittore e storico cavourese che ringrazio per la disponibilità.
La Fontana romana ai piedi della Rocca
Costruita nel 1829 dove esistevano in epoca romana dei bagni termali e forse un tempio dedicato alla dea Drusilla testimoniati dal ritrovamento in loco nel 1552 di una lapide della sacerdotessa Attia sorella di Caligola.
(conservata al museo di Archeologia di Torino ed una copia al museo Caburrum presso l’Abbazia di S. Maria).
L’acqua che sgorga dalla sorgente che alimenta la fontana avrebbe origini antichissime tanto da dare il primordiale nome Kab-UR (altura e sorgente) al paese in epoca celto-ligure.
Nel periodo Romano Cavour si chiamava Forum Vibii Caburrum ed assunse importanza essendo eletta a Municipium con la presenza di templi, bagni termali, mercato (Forum), luoghi funerari e strade lastricate.
Moltissimi reperti a testimonianza dell’epoca sono stati rinvenuti prevalentemente a sud della Rocca (sia in epoche passate che di recenti) sono custoditi nel museo Caburrum.
Pera d’la Pansa posta sul lato sud della Rocca
Primitivo e curioso manufatto collocabile all’ età celtica (dal 1800 a.C. al 600 a.C.) ma potrebbe anche essere di un periodo molto anteriore.
Presumibile punto sacrale per antichi riti magici e propiziatori.
Simbologia della Dea della Fecondità in quanto ricorda una pancia tondeggiante con l’ombelico in evidenza.
Coppelle
Scoperte in diversi punti e versanti della Rocca.
Testimonianze dell’uomo preistorico rappresentate da fori circolari di pochi centimetri scavati nella roccia (generalmente in piano) in luoghi dominanti o panoramici catalogati dagli studiosi in diverse tipologie (per usi strumentali come ancoraggio di manufatti lignei o litici, contenitori di resina per la creazione di punti luminosi di riferimento geografici o sacrali e di preghiera…).
La datazione di questi manufatti è incerta le più antiche rinvenute in Italia vengono collocate nel periodo neolitico ma le più comuni si fanno risalire all’età del bronzo.
Balma d’la Grangia (ora la Grangia) collocata sul versante sud della Rocca.
Antica vasca (sec.XVII), servita da una tubazione interrata utilizzata per usi domestici della famiglia della vicina ” Grangia” e per gli eventuali ospiti di passaggio cavouresi e forestieri a cui veniva offerto il vino della vicina vigna con pane e acciughe (primordiale agriturismo. In loco vi sono poi altre due vasche situate a monte della casa colonica che portavano l’acqua (sempre con tubazione interrata) ad un abbeveratoio in pietra per gli animali.
La vasca e stata intonacata e provvista di un troppo pieno con tubazione in elementi di argilla incastrati l’uno nell’altro. Nel restauro si sono evidenziate le caratteristiche originali del manufatto per conservarne memoria storica.
Il Castello della vetta della Rocca
Il paese di Cavour nel medioevo era circondato da alte mura e torri e sovrastato da un possente Castello sulla cima della Rocca di cui possiamo ancora ammirare i pochi resti.
Il castello fu eretto dai conti di Piossasco nel 1034, che stabilitisi in loco presero poi il nome di signori di Cavour. Dopo molte vicissitudini il castello passò agli Acaja, successivamente ai cugini Savoia ed in epoca più recente ai Benso.
Le guerre per il possesso del maniero segnarono profondamente la storia di Cavour.
Numerosi gli assedi in epoca medioevale ma i più tragici furono quelli dei secoli XVI e XVII.
Nel 1592 il generale francese Lesdiguieres assediò Cavour ed il castello prendendolo dopo un durissimo assedio e consentendo ai suoi soldati libertà di saccheggio e distruzione. Appena tre anni dopo il castello e Cavour vennero però riconquistate dal duca Carlo Emanuele di Savoia.
La croce posta sulla cima della Rocca ricorda ai posteri il glorioso avvenimento.
Nel 1638 un fulmine cadde sulla polveriera arrecando gravi danni strutturali ed uccidendo 150 persone.
L’evento più terribile avvenne nel 1690 quando i soldati francesi del generale Catinat assediarono Cavour, presero il castello e incendiarono il paese.
Moltissimi furono i cavouresi massacrati dalla soldataglia scatenata.
Degli oltre 600 difensori del castello si salvarono solo un capitano, 3 ufficiali e 24 soldati.
Alcuni resti ossei dei caduti riposano sotto il pilone / ossario dedicato alla Madonna sulla cima della Rocca.
Il Pilone Votivo sulla vetta
Sulla vetta della rocca vi è il grande pilone Votivo.
Al centro del pilone vi è la statua della Madonna Immacolata. Statua che i cavouresi il 18 settembre del 1955 vollero ivi collocare consacrando la Vergine loro Regina e protettrice.
Sotto la statua custodito da una grata in ferro vi è l’ossario dei caduti dell’assedio del Catinat del 1690.
La Torre di Bramafam
Eretta sulla seconda punta della Rocca a guardia e difesa del castello della Rocca di Cavour.
Nel 1592, dopo che fu conquistata dai soldati francesi ed ugonotti del Lesdiguieres nello spiazzo antistante furono sistemati dei pesanti cannoni (sollevati in loco con delle rudimentali gru di legno, per cui la punta prese poi il nome di ” Roca Gruè “).
I francesi bersagliarono il castello con oltre 500 palle di cannone (sono ancora visibili alcuni dei loro dirompenti effetti sui ruderi del castello).
La Rocca di Cavour è molto di più del suo sia pure ricco patrimonio storico e culturale. È parte della vita dei cavouresi che sul Piccolo Grande Monte hanno vissuto. Oggi il territorio è Riserva Naturale e ben due Associazioni cavouresi si prendono cura di Lei. La tradizionale Pro Cavour e la recente associazione Vivi la Rocca vi attendono per farvi conoscere storie e leggende popolari legate a questa stranezza della quale i Cavouresi vanno molto orgogliosi.
Carlo Degiovanni
pubblicato anche su www.traildegliinvincibili.it