Al nostro rifugio Monte Bianco in Val Veny con l’amico Alex Campedelli, che da qualche mese ne è il gestore, possiamo trovare un collaboratore di eccezione: l’amico Franco Perlotto.
Franco è stato negli Anni 70-80 uno dei più grandi alpinisti, non soltanto italiani. Purtroppo di buona parte della sua intensissima attività di quel periodo resiste scarsa eco soprattutto perché fu fatta spesso in solitaria.
Di seguito un suo breve pensiero su quel fantastico momento della sua vita …
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Franco Perlotto: il mio COVID!
Dopo aver vinto le più alte pareti del mondo, l’amico Franco Perlotto racconta come ha vinto la sua terribile battaglia con il COVID19
Un’esperienza terribile, da non fare. Ai primi di novembre mi è cominciata la febbre, leggera ma costante, e il respiro faticava a venire. A dire il vero il malessere era cominciato mercoledì ventotto ottobre al funerale di mia mamma. Dopo quasi una settimana la febbre mi era passata e sono andato dal medico di base a fare il tampone rapido per il Covid: negativo. Il giorno dopo trentotto di febbre, tosse e respiro sempre più affannoso. Dopo qualche giorno il saturimetro segnava ottanta quattro e di lì in poi non ricordo più nulla di quel giorno. Non mi resi conto e non chiamai l’ambulanza. Ora, dopo tre lunghe indimenticabili settimane, il tampone Covid è finalmente negativo. La polmonite bilaterale che mi ha portato in ospedale a Vicenza con respiratore di ossigeno a “resevoir” con 10 litri/ora e poi ad un reparto Covid di Valdagno, se ne è andata lasciandomi comunque qualche strascico. A chiamare si era decisa Nadia, mia moglie, visto che ero molto offuscato. Al pronto soccorso di Valdagno il tampone era positivo ed i raggi mostravano chiaramente la polmonite in atto. La corsa dell’ambulanza a sirene spiegate fino all’ospedale di Vicenza, quella me la ricordo. Ho un vago ricordo anche delle ore trascorse in quest’ultimo pronto soccorso ad attendere un letto nel reparto Covid di malattie infettive. Mi ricordo decine di sanitari che correvano ovunque, senza mai fermarsi, tutti bardati: sembrava un film. Ma ormai sono a casa, dimesso, e spero di vedere passare questo incubo più in fretta possibile e tornare in montagna. Della polmonite rimane ancora un po’ di fiatone ed il polmone destro con qualche lesione. Con le mie patologie pregresse, come l’infarto del 2013 e conseguenti interventi di angioplastica, le tre malaria in Ciad, la febbre da Dengue in Sri Lanka eccetera, i medici mi hanno detto che sono stato fortunato. Non so come ho contratto il Covid, ma una certezza è rimasta: è estremamente facile prenderlo. Non è un’esperienza da fare, va evitata anche perché si rischia davvero tanto. Ci vuole molta attenzione anche se i virus sono talmente invisibili che sembra non ci siano.
Anche GARMONT è con l’UGET!
Importante accordo di collaborazione con la GARMONT, l’importante azienda di calzature che dalle colline di Montebelluna ha raggiunto le più alte vette del mondo.
Questo è lo straordinario itinerario che Garmont ha percorso in oltre 50 anni dalla sua fondazione, datata 1964.
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MERIDIANI MONTAGNE: FERRATE SULLE ALPI OCCIDENTALI
Da domani 10 giugno 2020 in edicola il secondo numero dello speciale di Meridiani Montagne: Ferrate sulle Alpi Occidentali
L’editoriale del direttore
Le prime ferrate alpine italiane risalgono agli inizi del Novecento (vedi il precedente numero speciale di Montagne dedicato alle Dolomiti), ma fin da principio l’idea di attrezzare le pareti con catene e pioli per facilitare l’ascesa anche agli alpinisti meno esperti venne accolta con una certa freddezza, perché questa “nuova pratica” poteva avere, secondo alcuni, risvolti poco prevedibili, se non addirittura funesti. Oltretutto in quegli anni costruire ferrate significava trasportare a spalla grandi quantità di materiali e attrezzi, passare lunghe ore in parete a conficcare pioli, tirare cavi d’acciaio, disegnare gradini nella roccia. Un lavoro durissimo. Continua la lettura di MERIDIANI MONTAGNE: FERRATE SULLE ALPI OCCIDENTALI
EIGER PARETE NORD – PRIMA ASCENSIONE ITALIANA
Nel 1962, a ventiquattro anni dalla prima salita compiuta da Harrer e Heckmaier, nessun italiano era ancora arrivato in vetta all’Eiger dalla parete Nord.
Siamo nell’agosto del 1962: Armando Aste, Pierlorenzo Acquistapace, Gildo Airoldi, Andrea Mellano, Romano Perego, Franco Solina salgono la terribile Parete Nord dell’Eiger: è la prima italiana
Grazie all’amico Andrea Mellano ripubblichiamo il suo racconto di questa grandissima impresa alpinistica.
(già pubblicata sul libro celebrativo dei cinquant’anni del CAI UGET Torino nel 1963)
«…Non andate sull’Eiger…» queste erano le parole della canzone che Hermann Buhl cantava al suo compagno di cordata durante il bivacco sulla terribile parete.
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