Franco Perlotto: le mie scalate solitarie

Al nostro rifugio Monte Bianco in Val Veny con l’amico Alex Campedelli, che da qualche mese ne è il gestore,  possiamo trovare un collaboratore di eccezione: l’amico Franco Perlotto.
Franco è stato negli Anni 70-80 uno dei più grandi alpinisti, non soltanto italiani. Purtroppo di buona parte della sua intensissima attività di quel periodo resiste scarsa eco soprattutto perché fu fatta spesso in solitaria.
Di seguito un suo breve pensiero su quel fantastico momento della sua vita …

C’è stato un tempo in cui si vagava solitari per i mondi verticali senza far sapere nulla a nessuno. Spesso si veniva visti da qualcuno che lo raccontava. E’ così che si scopriva di aver fatto prime solitarie. Ma forse erano seconde o terze: chi poteva dirlo con certezza. Nessuno può sapere con precisione né oggi né allora se erano delle prime, ma poco importa. Qualche salita è stata citata nelle guide e forse ora fa parte della storia, di altre nemmeno si sa e nemmeno si sapeva se qualcuno l’aveva fatta prima, ma la difficoltà ed il gioco con il rischio non cambiava tra una prima ed una seconda solitaria. Sicuramente non c’erano né fotografi né cameramen, perché le solitarie si facevano da soli. Questa raccolta di molte delle mie salite, non tutte… forse aiuta a capirne lo spirito.
Qualcuno mi ha chiesto il “come”. Una volta non faceva differenza, ora sì: ed è giusto così. Sarebbe comunque un elenco tedioso che non ho né il tempo né la voglia di fare. Solo qualche esempio. Lurking Fear al Capitan, prima solitaria, completamente in autosicura. Trollryggen East Pillar, Norvegia, prima solitaria, completamente slegato (così come Breitind East Pillar). Costantini Apollonio Pilastro Tofana di Rozes, autoassicurato sulla zona dei tetti gialli; fessure iniziali e Schiena di Mulo, slegato. Costantini Ghedina, Pilastro Tofana di Rozes, slegato. Nel 1975/76 il massimo che facevo slegato era 6b attuale. In quei tempi era un buon andare, oggi fa ridere.

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