Scialpinismo sulle nevi del Mediterraneo

Questo articolo è stato pubblicato sul primo numero di “Dimensione Sci”, una rivista veramente unica nel panorama dello sci-alpinismo, sia per la ricchezza di itinerari proposti, sia per l’autorevolezza di diversi autori, personaggi noti nel modo dello scialpinismo e non solo, sia per la varietà di argomenti trattati. Qui viene ripreso un mio piccolo contributo concernente una meta un po’ particolare; lo ripropongo all’inizio di una nuova stagione scialp col fine di stimolare la ricerca di luoghi inaspettati e appartati, che al tempo stesso danno grandi soddisfazioni.
Lorenzo Barbiè

Scialpinismo sulle Nevi del Mediterraneo …
Ovvero la traversata in sci dell’isola di Creta

L’idea era nata diversi anni addietro: si era nutrita nel tempo di immagini sfumate ma contrastanti fra loro di due mondi, il mare e le nevi, che si uniscono e si fondono all’origine della nostra civiltà e della nostra storia. Punto nodale di una ipsilon perfetta le cui estremità sono Europa, Asia ed Africa, Creta è da sempre sospesa tra realtà e miti. Terra fatta per sognare: sogni di mare, di navi fenicie e greche, di profumi e colori, di assedi sanguinosi, di mezzelune e leoni veneziani, di pirati e mercanti, di giovani sacrificati e di mostri umani, di Dei sornioni e nascosti. Forse si poteva ancora immaginare un’avventura fatta di montagne e di neve, di piccoli villaggi, di vita semplice, di incontri casuali ed imprevedibili.

A guardarla sulla cartina, così stretta, lunga ed aspra, l’idea cavalcava le creste dell’isola, forse innevate, per correre sulle praterie azzurre e verdi del Mediterraneo: questa era la fantasia. Nella realtà di certo c’era il mare, c’erano i profumi della macchia mediterranea e c’erano le colture di viti, olivi ed agrumi, della neve però proprio nessuna notizia. Fuori dagli stereotipi che identificano il Sud con il sole ed il mare, potevamo apparire ridicoli o scherzosi all’imbarco dei voli per la Grecia, io e i miei amici, con i nostri carichi di zaini e sci. Nulla lasciava supporre che fossimo archeologi dell’effimero, noi che in questo viaggio eravamo alla ricerca della neve mediterranea. Di certo l’incognita era ancora viva allorché atterrammo all’aeroporto di Heraklion; le montagne erano avvolte dalle foschie di una bella e calda giornata di primavera. Il mattino successivo, sull’autobus che da Heraklion ci portava a Cania, il Monte Ida ci apparve ammantato di un candido ed enorme lenzuolo bianco dalle pieghe morbide ed ondulate: la neve esisteva e l’idea si stava traducendo nella realtà.

Al termine dell’avventura cretese si può affermare che l’attività scialpinistica abbia trasceso, per certi aspetti, le sue peculiari caratteristiche. E’ vero che abbiamo salito montagne, scoperto nuovi orizzonti e conosciuto nuove regioni, ma è stato soprattutto un pretesto ed un mezzo, una chiave singolare che ci ha permesso di conoscere questa terra ed i suoi uomini. La salita o la traversata di un monte non era fine a se stessa, ma è stata vissuta come parte integrante di un viaggio alle origini della nostra cultura e della nostra storia.

Informazioni generali

Creta è un’isola di 8331 kmq con quasi mezzo milione d’abitanti, dalla forma allungata fino a 250 km per una larghezza variabile tra i 12 e i 55 km. Il suo territorio, escluse rare pianure, è interamente montuoso, tuttavia non esiste un’unica dorsale che l’attraversi longitudinalmente da est ad ovest. Tre sono i rilievi montuosi principali, intervallati da alture minori. Ad Ovest ci sono i Lefka Ori (le Montagne Bianche) che formano il gruppo più vasto e complesso dell’isola; l’altezza massima è il Paknes (2452 m), di pochissimi metri inferiore all’Ida. Il Monte Ida o Psiloritis, posto nel centro dell’isola, è una montagna dalle forme allungate somigliante ad un gigantesco cetaceo, è il punto più alto coi suoi 2456 metri. Nel settore orientale troviamo il massiccio del Dicte (2148 m), che racchiude la magnifica conca-altopiano di Lassithi, disseminata di pittoreschi mulini a vento. Sulle pendici del Dicte narrano che nacque e visse i suoi primi anni Zeus, nascosto alle ire del padre. Data l’orografia non è concepibile un raid in sci che attraversi tutta l’isola, percorso peraltro consigliabile come trekking. Conviene quindi focalizzare l’attenzione sui massicci principali, in particolare su Lefka Ori e sull’Ida; anche il Dicte può essere considerato, ma più per curiosità che per sostanza, poiché i dislivelli da percorrere si aggirerebbero sui 600-700 metri. Il periodo migliore e consigliabile per effettuare l’attività scialpinistica è senza dubbio a cavallo dei mesi di febbraio e marzo quando la neve è abbondante e di buona qualità ed il suo limite variabile tra i 1200 e i 1600 metri, in relazione alle esposizioni ed al fondo. Sotto questi limiti la primavera esplode in innumerevoli e sgargianti colori con vaste distese di prati gialli di fiori e di mille tonalità di verde. Il contrasto che ne deriva, unitamente al cielo ed al mare, determina probabilmente il periodo dell’anno in cui Creta è più bella. La temperatura inoltre è mite in basso e mai troppo fredda in alto, anche se spesso viene a ravvivare il clima lo scirocco, che appena abbandonata l’Africa trova su queste montagne il primo ostacolo.

 I Lefka Ori (le Montagne Bianche)

Questo gruppo, come le altre montagne dell’isola, è di origine calcarea, è composto da una sezione centrale che ne rappresenta il cuore vero e proprio, costituita da innumerevoli cime tra i 2000 e i 2400 metri. Esse si elevano da un intricato sistema di valli chiuse, bacini, altopiani e gigantesche doline. I dislivelli all’interno del massiccio vanno dai 300 ai 500 m. L’orografia che ne consegue è particolarmente complessa per la mancanza di una displuviale principale e di valli a pettine o a raggiera. L’orientamento non è sempre facile e comunque può porre seri problemi in caso di maltempo e di nebbia. Alcuni valloni sono presenti sui lati del gruppo. Fa eccezione per rilievo ed importanza la profonda incisione delle Gole di Samaria che ha origine al passo di Xiloskalo e scende fino a raggiungere la costa sud. Le gole di Samaria separano i Lefka Ori propriamente detti dalla mole imponente del Volokias 2116 m, una delle montagne più belle dell’isola, con pareti e crestoni altissimi che precipitano sulle gole.

La traversata dei Lefka Ori costituisce la parte preponderante e più significativa dello scialpinismo a Creta; è altamente remunerativa per la varietà e la bellezza dell’ambiente e per le sue discese. In molti punti si scorgono le acque e le baie della coste settentrionali e meridionali che imprimono grande suggestione al paesaggio.

Poiché i Lefka Ori si trovano immediatamente a sud di Cania, la seconda città dell’isola, possiamo considerarla come base di partenza per il nostro giro. Da Cania si dipartono i mezzi (autobus o taxi) coi quali raggiungere le località di partenza e di arrivo. A Cania c’è una sezione attiva e vivace dell EOS (il Club Alpino Ellenico), proprietaria dei due rifugi sui Lefka Ori: il Kallergi 1680 m e il Volikas 1480 m. Alla sezione conviene rivolgersi per informazioni e per lo stato dei rifugi.

Una traversata di questo genere richiede come attrezzatura, oltre alla consueta, ramponi, bussola ed altimetro, sacco a pelo e tenda (se si vuole spezzare la terza tappa o fare percorsi alternativi). Il cuore del gruppo è privo di appoggi o ricoveri di fortuna.

Sinteticamente evidenzio le varie tappe:

  1. Omalos – Psilophi – Omalos
  2. Omalos – Rif.Kallergi – Punta 2000 m – Conca del Melintau
  3. Alpeggio del Melintau – Melintau – Paknes – Rif. Volikas
  4. Volikas – Kastro – Anopolis (o Imbros)

 Il Monte Ida o Psiloritis

Se i Lefka Ori sono le montagne più austere e selvagge, il Monte Ida è la montagna più conosciuta fin dall’antichità. Disposta su un asse da nord-ovest a sud-est trasversale rispetto all’isola, domina con la sua altezza sia le coste settentrionali e meridionali sia le montagnose regioni dell’est e dell’ovest. Così la sua mole caratteristica appare dalle spiagge di Rethymnon o del golfo di Mesaras, oppure occhieggia dietro ai rami di aranci ed olivi e delle viti che producono vini pregiati. La salita dell’Ida è meno complessa di quelle precedentemente accennate, anche se intorno ad essa gravita un alone di mito e sacralità. La traversata, che tocca le cime principali, è fattibile in giornata, ma pone dei problemi logistici.

L’itinerario qui accennato supera il versante nord, che si può abbordare e discendere in vari punti. Conviene fare base a Heraklion, dove è possibile affittare auto con costi accettabili, ed in mattinata raggiunge Anogia. Da questo paese si stacca una strada non asfaltata ma larga ed in buone condizioni, che attraversa un vasto e desolato altopiano intervallato da collinette. Si arriva nei pressi dell’antro dell’Ida, luogo di antichi culti e di reperti archeologici.

Monta Ida 2456 m
Dislivello 1200 m
Difficoltà BS

 Al termine della strada si salgono subito ripidi pendii per 500-600 m di dislivello. Si sbuca sulla dorsale principale, dolce ed ondulata, che conduce su una prima punta a 2350 m. Si scende ad un caratteristico colle con la presenza di una grande dolina. Si risale un’ampia schiena d’asino sino alle conche sottostanti la cima principale, costituita da una grande calotta che si raggiunge senza percorso obbligato. Il panorama è amplissimo e suggestivo, pare quasi di stare su una grande nave. La discesa è entusiasmante, a conclusione di uno scialpinismo estemporaneo.

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