L’ultima volta ho visto Andrea Mellano nel giugno 2024 alla Libreria della Montagna di Torino per la presentazione dell’Annuario Gism. Ci siamo salutati, lui con il suo sorriso un po’ ironico, e ci siamo augurati di rivederci presto.
Avevo conosciuto Andrea Mellano nel lontano 1962 presso la storica sede del Cai Uget di Torino nella Galleria Subalpina. Ci parlava delle sue salite con entusiasmo e semplicità e ripeteva che era necessario, per conoscere le tecniche dell’arrampicata, andare nelle palestre di roccia attrezzate. Altrimenti si andava allo sbaraglio con grave pericolo.
La sua scomparsa mi ha rattristato. Rimpiango l’amico Andrea, competente, intelligente e modesto, che ha dato tanto all’alpinismo. Aveva una tecnica molto elegante, affrontava le pareti di roccia secondo le regole dell’arrampicata e con il massimo della sicurezza.
Tra le sue moltissime grandi imprese mi limito a citare la prima salita italiana sull’Eiger parete Nord insieme con Armando Aste, Acquistapace, Airoldi, Perego e Salina. Nel 1963 partecipa a spedizioni extraeuropee in Nepal, dove scala le tre cime inviolate: KicarKa, Punta Torino e Punta Rossi Volante; conservo gelosamente una sua fotografia con dedica.
Anche nel lavoro dimostrò la sua intraprendenza: da operaio si licenziò dalla Fiat per studiare, si diplomò geometra, poi continuò all’Università di Torino fino a conseguire la laurea in Architettura nel 1976. Grazie alla sua bravura lavorò con il celebre architetto Renzo Piano alla costruzione di impianti sportivi. Ricordo ancora che con l’amico Emanuele Cassarà nel 1985 organizzò il Primo Meeting Internazionale competitivo di arrampicata sportiva a Bardonecchia sulla parete dei Militi. Organizzatori furono il CAI Uget di Torino, il comune di Bardonecchia e le Guide Alpine Alta Valle di Susa.
Molte altre furono le iniziative sportive compiute con grande bravura umanità. Mi auguro che il suo ricordo di persona seria, onesta, professionale e trasparente sia di esempio alle giovani generazioni.
Giovanni Bevilacqua
