Questioni di repertorio e di speranze

La concezione del canto di montagna è spesso legato ai canti degli Alpini, come se fosse l’unica via espressiva della tradizione popolare dopo il liscio, la taranta e la canzone napoletana. Abbiamo cosi tanto bisogno di caselle in cui mettere in ordine le idee che perdiamo di vista il concetto di arte, qualunque essa sia.
Il Coro Cai Uget si è sempre contraddistinto per la scelta di un repertorio piuttosto variegato che attraversa la penisola in tutte le sue peculiarità e spesso compie escursioni nelle tradizioni di differenti paesi, sia della musica popolare sia del canto liturgico.
A questo filone appartiene una nuova aggiunta, il celeberrimo brano “It is Well with My Soul” che ben si adatta anche ad una certa visione del periodo che tutti stiamo vivendo.
Horatio Spafford esercitava l’avvocatura nella Chicago della seconda metà del 1800. La sua famiglia fu colpita da una serie di tragedie che videro la prematura morte del giovane primogenito per scarlattina, la distruzione delle proprietà nel grosso incendio del 1871 ed infine perse due figlie durante un naufragio della nave che le stava portando in Inghilterra per una breve vacanza con la famiglia. Sopravvisse solo la moglie e Horatio stesso, trattenuto negli Stati Uniti per un imprevisto.

Dopo qualche giorno l’avvocato raggiunse la moglie nel Regno Unito e durante la traversata, proprio nel punto in cui la nave che trasportava la sua famiglia era affondata, scrisse un inno non già di dolore e disperazione ma carico di speranza, con parole cariche di fede e fiducia nell’opera dell’altissimo, e nella salvezza eterna.
Il vero e concreto mare di dolore e sofferenza si trasformava in un oceano di silenzio e speranza.
Certo non tutti abbiamo la fede e la temperanza del buon Horatio. I tempi sono cambiati e paradossalmente sono aumentate le incertezze, ma qualunque sia la fede che ci muove, il credo che ci spinge ad andare avanti, l’energia positiva che viene dalla musica può essere una grande terapia benefica per i momenti di sconforto che possono prenderci, ragionevolmente, durante questi giorni.
It is Well with My Soul è stata eseguita recentemente, durante un bellissimo concerto che abbiamo avuto l’onore di tenere a favore della Fondazione Piemontese per l’oncologia IRCCS Istituto di Candiolo. Quella sera, insieme agli amici di Chorus, lo spettacolo corse per due ore lungo i confini armonici delle partiture mandate a memoria, delle battute di spirito e dei pensieri avvolgenti per chi stava combattendo una battaglia in cui la vittoria è l’unica possibilità, e dove speranza e l’amore sono le sole armi fondamentali per ottenerla.
Cosi vi dedichiamo il nostro canto, inno armonico, a tratti silenzioso e pregno di rispetto, affinché possa salire a beneficio di tutti quelli che sono stati sconfitti, partendo da soli senza l’abbraccio dei cari e soprattutto a chi sta tenendo duro.
Più nero della mezzanotte non può venire e la luna di questi giorni ci fa capire che anche nel buio c’è sempre una luce ad illuminare la via.
Quella della speranza.
NON MOLLATE torneremo tutti a cantare.
Pietro Bastianelli

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