Ciao a tutti! È con grande piacere che vi presentiamo il nuovo corso di Arrampicata Libera per la stagione autunnale 2023!
La presentazione ufficiale sarà in sede, il giorno mercoledì 20/09/2023 alle ore 21, in concomitanza con la presentazione di tutti i corsi della Scuola! Vi aspettiamo numerosi! Non mancate!
Le iscrizioni per il corso di Arrampicata Libera 2023 saranno aperte a partire dal giorno 04/09/2023, potete inviare la vostra candidatura, compilando il modulo scaricabile qui sotto e inviandolo via mail.
AMMISSIONE AL CORSO:
Gli allievi verranno ammessi al corso in ordine cronologico di ricevimento delle domande di iscrizione, fino al raggiungimento del numero massimo ammissibile.
La Scuola di Alpinismo e Arrampicata Alberto Grosso del Cai Uget Torino organizza annualmente Corsi di Arrampicata e Alpinismo per gli iscritti al CAI, volti ad avvicinare tutti alle attività sportive di montagna: Arrampicata Libera (in falesia e su vie lunghe), arrampicata su ghiaccio, alpinismo.
La Scuola organizza inoltre un corso di Ginnastica Presciistica e Prealpinistica, volto al mantenimento fisico indoor quando non è possibile svolgere attività all’aperto con più regolarità.
Sul sito vengono anche pubblicate le schede dei corsi, il materiale didattico, informazioni e notizie dal mondo dell’alpinismo e della montagna.
La presentazione dei corsi di arrampicata e alpinismo annuali avviene in concomitanza con la presentazione del primo corso dell’anno accademico, quello di Arrampicata Libera! Vi aspettiamo numerosi!
tessera CAI in corso di validità (l’assicurazione infortuni è valida solo se si è regolarmente iscritti)
modulo di iscrizione (scaricabile dal sito caiugetalp.com)
certificato di idoneità all’attività sportiva non agonistica
OFFERTA 2023/2024
Agli allievi ammessi al corso di Arrampicata Libera viene offerta la possibilità di iscriversi al corso di ginnastica, il lunedì e il giovedì, al prezzo di € 30,00!
PROMOZIONE CONIUGI
Un partecipante paga la quota intera, l’altro paga la metà della quota di iscrizione!
PROMOZIONE UNDER 40
Per gli iscritti Under 40, il costo è scontato del 40%!
PROMOZIONE AMICI
Chi porta un nuovo iscritto, avrà riconosciuto uno sconto del 10% sulla propria quota!
Io sognavo di raggiungere la vetta del Grand Capucin, uno dei Satelliti del Monte Bianco più famosi e temuti, da tanti anni, mentre Paolo sognava di raggiungere nuovamente la stessa cima (l’aveva già raggiunta dalla Via degli Svizzeri) dalla blasonata Via Bonatti-Ghigo, la prima salita dal mitico Walter sull’imperiosa parete Est!
Così decidiamo di provarci, peraltro come prima via in alta montagna della stagione, e come prima opzione pensiamo di salire al Torino il venerdì pomeriggio, salire la via il sabato, dormire ancora in quota e scendere domenica. Purtroppo un inconveniente lavorativo ci impedisce di salire il venerdì, così facciamo la follia di partire sabato mattina con la prima funivia e tentarla così.
Ma ovviamente abbiamo fatto il passo più lungo della gamba e, nel tardo pomeriggio, ci troviamo sotto il muro di 40 metri di 7a, che peraltro è completamente bagnato (più che altro è una cascata!), così in modo un po’ avventuroso disarrampichiamo l’ultimo tiro salito (il 6c di fessurino in traverso) e scendiamo, per evitare di farci sorprendere in parete dal buio! Scelta che si rivela saggia! Passiamo la notte al Torino (vecchio! il nuovo era pieno!) e al mattino saliamo la Bettembourg al Pic Adolphe (avevamo deciso di fare una via facile vista la stanchezza, e la scelta era caduta su Lifting du Roi al Roi de Siamo, ma c’era una gran coda, così…).
Settimana dopo, Paolo mi chiama e mi dice “ora la conosciamo fino a metà, saremo più veloci fino lì, facciamo in artif il muro bagnato e per la sera scendiamo”, io titubo un po’ ma poi mi faccio convincere, ma a condizione di salire la sera, dormire su (in tenda sul ghiacciaio), farla dormire di nuovo in tenda e scendere con comodo il giorno ancora seguente! E così è, si parte il sabato pomeriggio, notte bellissima in tenda sotto il GranCap, e al mattino attacchiamo alle prime luci.
Risaliamo velocemente lo zoccolo, seguendo delle cenge verso sinistra (il canale usato originariamente da Walter non è più salibile in sicurezza in questa stagione), e alle 8 siamo sulle Terrazze Bonatti sotto l’attacco del primo tiro!
Come previsto da Paolo saliamo velocemente i tiri già saliti la volta precedente, diedri e fessure bellissimi, saliti in libera fino al 6b, poi il famigerato fessurino di 6c in traverso verso destra seguito dal muro di 40 metri, sempre bagnato (saliti entrambi in artif con uso di staffe, per velocizzare la progressione).
Da quel momento ci muoviamo su terreno a noi sconosciuto, ma, un po’ in libera un po’ in artif, raggiungiamo la vetta nemmeno troppo tardi, nonostante la mia notevole fatica e i crampi del povero Paolo che ha dovuto tirare da primo gli ultimi tiri (la via è davvero molto fisica, e scalarne tratti in artif non rende la fatica minore!).
Poi doppie “veloci” (in realtà ne sbagliamo una e dobbiamo superare uno strapiombo in discesa), e prima del buio siamo di nuovo in tenda, una bella cena ristoratrice sul fornello e poi un meritato riposo!
La soddisfazione di aver seguito le orme di uno dei più grandi alpinisti di sempre si legge ancora nei nostri occhi mentre scendiamo con la funivia!
Grazie a Walter per averci aperto tante e tante vie e grazie a Paolo per la sua affidabilità e tenacia!
Le iscrizioni saranno aperte a partire dal giorno 30/04/2024, potete inviare la vostra candidatura, compilando il modulo seguente e inviandolo via mail.
Un inizio di gennaio 2015 particolarmente freddo, un viaggio particolarmente lungo, un incontro di amici di diversa provenienza (Torino, Genova, Piacenza) in un luogo spesso strafrequentato dai Romani: Sperlonga (Latina).Per spezzare il viaggio io e Carla facciamo tappa ad Orbetello e scaliamo la parete solare diCAPO D’UOMO sull’ Argentario. Magnifico calcare grigio verticale a poco meno di un ora di marcia fra vegetazione mediterranea e panorama delizioso. Torneremo per le vie lunghe ma anche per il gentile signore del B&B Alice e l’indimenticabile mangiata di pesce alla Rosa dei Venti. Arrivati a Sperlonga la sorpresa: la strada che collega Sperlonga a Gaeta e’ chiusa per una recente frana di grossi massi! Risultato un po meno gente. Ma la guida dei luoghi e’ comunque già esaurita. Da Guido il Mozzarellaro troviamo la relazione per nuovi luoghi:settore Eldorado del MONTE MONETA, raro esempio di roccia strapiombante e aderente in un mondo di placche con reglette. Dopo giorni di sole e vento, dopo un temporale notturno con un fiume d’acqua che scendeva sulle ripide strade di selciato marmoreo che scendono al mare; ecco finalmente un giorno di mare calmo e l’occasione di calarsi sull’acqua dall’inquietante (almeno per chi non la conosce) parete di MONTAGNA SPACCATA di Gaeta. E’ lunedi’ e sulla roccia ci siamo solo noi due, da non credere! alcuni giovani di Vicenza senza relazione non si osano (gli regalerò le mie fotocopie). E’ da quando leggevo i “100 nuovi Mattini” di Alessandro Gogna che speravo di andarci una volta, ma non pensavo di fare qui il battesimo della prima via lunga dopo l’intervento di blocco totale della caviglia (artrodesi)! Fatte le 4 calate siamo a 5 metri sopra l’acqua; lasciamo sulla destra la storica via dello Spigolo (5c) e la moderna Croce del Sud (6a+), per addentrarci con un traverso nel mondo di camini e torrioni staccati della via Beatrice (5b con un tratto di 5c). La roccia risente della salsedine, ma la chiodatura e’ stata rinnovata, almeno nei primi tiri, salendo in spaccata il caminone finale con il mare blu sotto le gambe sono emozionato. In cima foto d’obbligo con maglietta di ringraziamento a patologia-arrampicatoria.it che mi aveva incoraggiato prima del riuscito intervento: <2015 l’anno del ritorno!>
300m; 6c/6c+; 6b obbl. S3+ per la parte bassa; S3 per quella alta
La Via parte dallo zoccolo sotto la cengia della Normale per seguire poi fedelmente il pilastro a Dx di quello di “31anni e non sentirli” e si sviluppa tra placche, muri verticali, fessure e diedri.
Itinerario a tratti piuttosto ingaggiato, il grado obbl. è meglio avercelo tutto.
Materiale: Corde da 60, indispensabile una serie di friends, 11 rinvii
Via parzialmente attrezzata con fixe inox, Kinobi, soste con 2 fixe, cordino e maillon solo nella parte alta
Discesa: dalla cimain sei doppie; tutte le doppie a parte la 3^ e l’ultima è consigliato farle con una corda sola!!!
Dall’ultima sosta fare una calata, da 30m tralasciando la sosta di partenza del tiro.
2^ doppia sul bordo della parete, una sola corda, 30m
3^ doppia da 50m per arrivare alla partenza del 5° tiro
Altre 2 doppie da 30m!!!
Ultima doppia dalla base del diedro sino a terra…60m, poi a piedi per la Normale
Avvicinamento/Attacco: da Demonte in Valle Stura oppure da CastelMagno in Valle Grana si sale fino al Colle di Valcavera e da qui si scende all’altopiano della Gardetta e si prosegue per la sterrata fino al Colle Margherina, evidente da qui la parete.
Dal parcheggio al Colle Margherina seguire il sentiero per la cengia della Normale
La via attacca sullo zoccolo a Sx di “Correnti Gravitazionali”, scritta alla base e fixe Kinobi a qualche metro da terra.
L1) seguire il bel muro grigio prima utilizzando il diedro di Dx poi diritti. 4 fixe, 5c, 30m
L2) bellissima placca su roccia lavorata sin sotto il tetto. 4 fixe, 5c, 30m (il tiro è abbinabile al seguente)
L3) aggirare a Sx il tetto, spostarsi a Dx alla sosta. 1 fixe, 5b, 15m
Superare il pratone, è presente una sosta a metà su uno sperone grigio, e proseguire sin sotto lo spigolo della parte alta, posto una 20ina di metri a Dx di “31anni e non sentirli”.
Nome alla base
L4) seguire lo spigolo sino al 4° fixe per poi spostarsi sulla parete di destra (consigliabile allungare il 4° e 5° rinviaggio), passare la cengia ed in obliquo alla sosta. 7 fixe, 6a+ expò, 35m
L5) passi difficili ad uscire dalla sosta con runout dal 3° fixe verso sx, poi per muri rossi e gradoni alla sosta. 6 fixe. 6c/6c+, 35m
L6) bellissimo ma corto diedro, 4 fixe. 6a+, 25m
L7) partenza in fessura poi placca/muro, dal 2° fixe conviene spostarsi a Dx, runout sino al fixe successivo, ribaltamento non facile e placca. 4 fixe. 6a+, 25m (i tiri sono unibili)
L8) dalla sosta spostarsi a Sx, fixe con cordino, corto traverso, pochi metri su marciume, e muretto impegnativo, sosta bis…facoltativa, se si allungano i primi 2 fixe la corda non tira. 8 fixe. 6b, 50m
L9) difficili passaggi per andare al primo fixe e superarlo…verso dx, poi più facile ed entrare in un fessurone, fixe all’uscita. 3 fixe. 6c/6c+ poi 6a, 30m
L10) bellissimo muretto giallo, primo fixe alto, dopo il 2° è possibile mettere un friend medio, sosta in cima al pilastro. 2 fixe. 5c/6a, 25m
In questo caso l’Orco non è verde e non mangia nemmeno i viandanti.
Tutt’al più vi potrà chiedere una tassa in pelle delle mani per il vostro passaggio nei suoi territori.
No, non sto parlando di un orco che per sbarcare il lunario si dedica alla manicure dei turisti ma del nostro orco per eccellenza ( no, non è Sherk): l’orco della Valle dell’Orco!
Come gli umani, anche gli orchi possono attraversare dei periodo di crisi di coppia.
Le liti si sprecano, i piatti volano e il povero Orco esce di casa spesso cercando una maniera per scaricare la tensione accumulata tra le mura domestiche.
Ha provato a sradicare alberi ma si è preso una multa dalla forestale, ha provato a scagliare massi da un lato all’altro della valle ma i carabinieri lo hanno arrestato pensando che fosse un black block in allenamento, ha passato la sera nella taverna del paese a bere ma ha lasciato l’auto in doppia fila e il carro attrezzi l’ha portata via.
Mentre rincasava barcollando al buio attraverso il bosco, senza vederci una cippa perché la pila frontale è rimasta nell’auto, malediceva l’oste della taverna per il suo buon vino.
Tra un’imprecazione e l’altra si reggeva a mala pena in piedi appoggiandosi ai tronchi dei larici.
Sarà stata la stanchezza, forse l’alcool, forse la scarsa cultura di botanica alpina ma decise di appoggiarsi ad un sambuco che, come voi sicuramente saprete, ha qualche difficoltà a sorreggere un Orco di diversi quintali.
PATATRACK!!!!!!
L’Orco si ritrovò a ruzzolare giù per la montagna inviando simpatici appellativi alla moglie, al cielo, alla forestale, ai carabinieri e, soprattutto, a quel dannato esame di botanica alpina passato con un indecente 18!
La caduta terminò alla base di un salto di grigio gneiss.
Contuso e disorientato l’Orco raccolse le forze rimaste e con un urlo di disperazione tirò un gancio destro alla parete.
La roccia tremò ed una fessura spaccò in due la parete correndo in obliquo.
L’Orco,con suo stupore, provò un senso di calma interiore. Aveva trovato il modo per sfogarsi ed era appena nata la FESSURA DELLA DISPERAZIONE!
Da quel giorno in avanti,quotidianamente, l’Orco si reca alla base di una parete per prenderla a cazzotti.
Lui si sfoga e noi abbiamo sempre nuove fessure da salire!!!
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Durante la primavera e l’estate 2011 con diversi amici ho seguito le tracce dell’Orco cercando le sue fessure.
Non è stato difficile ed i risultati sono stati più che soddisfacenti
In ordine cronologico sono state salite le seguenti NUOVE linee:
PERCUSSIONI LITICHE: una superba fessura strapiombante ad incastro di dita e mano valutata 7b+/c. Questo monotiro si può annoverare tra le più belle fessure della valle salibili in stile trad e regala una sequenza di movimenti veramente “ ecceziunali”!
GERA UNA VOLTA: tra la boscaglia sopra la Fraz. Gera con Fabrizio Berruto ho scovato un tiro molto carino valutato 6b. Si tratta di una fessura ad arco con incastri di mano e dita completamente da proteggere.
LA PULCE D’ACQUA: corta via di fessura composta da 4 lunghezze di corda a piombo sul torrente orco aperta con Emanale Foglia. Le difficoltà date in apertura sono: 6c, 6b,4c,6 a+.
Sulla via sono presenti due spit ed è necessaria una serie di friends doppia fino al numero 2 BD.
MANSUETO: monotiro scoperto aprendo “la pulce d’acqua”. Fessura leggermente appoggiata ad incastro di mano ideale per prendere confidenza con questo genere di arrampicata. 5b