SA.2 USCITE 4 E 5, 9-10.04.2022: SANTUARIO CLAVALITÈ E SIGARO

Lo scorso weekend ha visto nuovamente i nostri eroici allievi e istruttori solcare i pendii della Valle d’Aosta, quest’anno va così. Sappiamo bene , suvvia, che l’atmosfera la fanno le persone, non necessariamente i luoghi e il morale è sempre alto quando ci si ritrova.
La Redazione, assente in questa lieta occasione, sarà necessariamente laconica, come insegna quel fighetto radical chic di Moretti in Ecce Bombo (good old “
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?“) e per fare apprezzare maggiormente gli alati slanci testuali dei prossimi intro-a-relazione.
Questa volta, pertanto, non chiamatemi Ismael. Aigor, piuttosto.

Eccovi qui lo Slideshow con le foto di sabato e lo Slideshow della gita di domenica sono qui nel solito link verdino.
I fatti del weekend ce li propone questa volta il bro Pietro Parusso, figlio d’arte, gamba potente, sciata entusiasmante, gioventù in fiore. Invidia generalizzata di tutti. Vai, Pit!

Ecco a voi le istruzioni con i diversi ingredienti per ottenere un week-end scialpinistico fenomenale:

1. Mettere nello zaino una picca, ramponi, imbrago, moschettoni e cordini; pare che nell’ attraversata dalla hall fino alla cucina dell’albergo, si debba passare lungo una cresta molto esposta ed è facile perdere coscienza sentendo i profumi provenienti dai piatti fumanti.

2. Effettuare gita da Cheneil con direzione Santuario Clavalitè e lasciarsi sollevare verso il cielo da un leggero vento, a tratti piacevole e molto rigenerante.

2 B. Aggiungere quantità non definibili di dislivello e macinarli a ritmo di gatto delle nevi. Scendere quindi su piste battute con neve marmorea e cercare di non schiantarsi su lastre di ghiaccio e, successivamente, ritornare sui propri passi.

3. Esercitarsi a cercare, sondare e scavare velocemente!! Attenzione ad effettuare queste operazioni senza sci, si potrebbero provocare buchi neri di proporzioni notevoli e rimanerci incastrati dentro.

4. Invadere il primo bar che incombe sulla strada del rientro e divorare qualsiasi cosa capiti a tiro, commestibile e non. Con faccia leggermente ustionata cercare di sorridere alla cameriera per farsi regalare un Hamburger in più. (cameriera è più furba, nessun regalo commestibile ricevuto)

5. Aggiungere un pizzico di zucchero, quanto basta.

6. Docciarsi, mangiare e riprovare stessa tecnica con cameriere…Con qualcuno ha funzionato!! Finalmente si può andare a collassare sulla prima superficie piana disponibile.

7. Cercare di non finire nel burrone della diga di Beauregard, effettuando una retro pazzesca su salita ripidissima con presenza di sottile strato di ghiaccio infamello.

7 B. Mai seguire macchina bianca di istruttore ignoto e troppo avventuriero!!

8. Incamminarsi lungo la strada che punta al Sigaro partendo dall’ Hotel Foyer de Montagne, cercare di saltare da una striscia di neve e asfalto all’altra, non preoccuparsi troppo di procurare righe sotto gli sci, a questo punto due in più o due in meno non si vedono nemmeno, anzi stanno ad indicare che il mestiere sta entrando alla grande!!

9. Inserire una marcia che ti permetta di non esplodere, possibilmente una ridotta. Far parlare tanto le lepri del gruppo sperando che prima o poi si spengano ed esauriscano l’ossigeno vitale. Se non dovesse funzionare, provocare danni alle rotule o sperare che si formi uno zoccolo sotto le pelli!

10. Passaggio delicato: godersi le discese in neve farinosa, disegnare curvette su pendii dolci, sognare di farne altre per potersi sentire di nuovo piccoli e un po’ invincibili   🙂  

 11. Scoprire con grande tristezza che la poca neve sulla strada percorsa al mattino, se ne sia già andata da un pezzo. Dopo pochi attimi di crisi isteriche, iniziare il portage e tagliare più curve possibili!

Pietro Parusso (Parussino)