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SSA.2 2&3 Uscita VAL MAIRA

BRIC CASSIN & MONTE CIASLARAS

Con la primavera, si sa, anche le montagne fanno il loro “cambio di stagione”. Ma per loro a cambiare non sono i cappotti,i cappelli o i golfoni ma i volti di quel popolo che sale e scende le loro pendici nei fine settimana. E’ un processo stagionale. Tutti gli anni con i primi caldi e le prime foglioline che spuntano sugli alberi in pianura, le loro pendici si svuotano; gli scialpinisti invernali, gli “amatori della domenica” e i puristi della powder appendono i loro “assi”al chiodo e si ritirano a quote più basse. A salire e scendere tra le rocce e i bucaneve, rimangono solo i più affezionati, coloro che per un pezzo di neve sono disposti a tutto (anche levattacce e portage a tre cifre compresi)!. Tra di loro puoi trovare i collezionisti del dislivello o i conquistatori di vette, per cui la lista di possibili mete è ancora troppo lunga per potersi fermare. E poi ci sono gli avventurieri che al sol sentir parlare di “attraversate” e “giri ad anello” non capiscono più niente o i puristi della cresta e del canalino che con la picca o il rampone ci vanno pure a letto. Cari allievi e allieve dell’SA2 benvenuti tra gli irrefrenabili dello sci quelli che non si fermano neanche allo sciogliersi della neve!

e ora la parola a Niccolò e grazie per il tuo simpatico e arguto racconto!

Sveglia

La giornata inizia con il suono della sveglia alle 4,30 del mattino. E si, il CAI viaggia con il fuso orario di Tokyo, è evidente.

Per facilitare le operazioni il giorno precedente si è preparato tutto il necessario,  con qualche piccola aggiunta, visto che in via eccezionale dormiamo in rifugio, accessibile con le auto. Quindi vuoi non portare il rasoio, il pigiama, le cuffiette per non sentire il ronfare degli altri (pure il proprio)? E inoltre… caricatori dei cellulari, caricatori degli orologi, un bellissimo spazzolino elettrico  con dentifricio maxi, copertina che non si sa mai.

In poco tempo si è quindi pronti e si arriva al ritrovo, Il MAUTO, alle ore 6.00…giuro non ci sono mai stato cosi presto li. Parcheggio tattico per la gita, tanti posti disponibili ed in direzione dell’autostrada.

Partenza

Kia prende il comando delle operazioni e ci comunica che ci sono state due….tre ….sedici defezioni tra aiutanti, istruttori, gran maestri, ma di non preoccuparci perché sono stati  prontamente sostituiti, tanto non potrà andare storto nulla, siamo in ottime mani e lei deve partire per la Norvegia!

In quattro e quattr’otto si organizzano le macchine e si parte.

Il viaggio

Siamo partiti e niente, mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato eravamo arrivati. Fine.

Arrivo

Un vento piuttosto forte ci accoglie e anche la temperatura dell’aria viene avvertita più bassa della realtà. Ma la cosa non ci tange minimamente perché NOI stiamo aspettando l’immancabile colazione che tutti  pregustavamo, ma i bar della Valle Maira non sono d’accordo, dopo averne girati alcuni capiamo che sono tutti chiusi e che avrebbero aperto troppo tardi per i nostri tempi.  A questo punto la colazione balza. Subito gli istruttori valutano le condizioni per la gita programmata, ma il forte vento e la bufera in vetta obbligano ad un cambio meta. Si decide di cambiare versante e di rimanere più bassi di quota per evitare inconvenienti.

Bric cassin

La scelta ricade su Bric Cassin con partenza da Viviere (poco meno di 1000m). Si procede prima su una strada sterrata e poi si risale il vallone a sinistra fino al passo della Gardetta.

Si procede prima su una strada sterrata e poi si risale il vallone a sinistra Foto: Simone Gallo

Al colle si svolta a sinistra e si risale verso il colletto per poi raggiungere la meta. Un posto fantastico, sembra di sorvolare le Alpi con l’aereo. A questo punto pausa foto, pausa merendina, pausa cazzeggio, pausa dita nel naso (a no questo non dovevo dirlo).

Un posto fantastico, sembra di sorvolare le Alpi con l’aereo. Foto: Gaia Testore

Iniziamo la discesa, le prime 8 curve sono stupende, e poi siamo in primavera quindi ci si accontenta. Tutto bene fino a quando qualcuno dice “Ripellata”, ufficialmente per verificare le condizioni della neve per un’eventuale gita, in realtà è uno sport per sadici. Tuttavia il gruppo di divide, e mentre i prodi valorosi, ci metto pure chi non sa dire di no, si cimentano in altri quattrocento metri di dislivello, alcuni seguono i ferrei dettami della mamma che gli ha detto di non sudare e di non ripellare il sabato pomeriggio.

Ripellata

Ripellata Foto: Andrea Marcassa

No comment, però dopo più di un oretta i gruppi si riuniscono e un po’ sciando, un po’ camminando, giungiamo a Viviere e in successione al benedetto rifugio.

Arrivo al rifugio Chialvetta

Ci si avventa sul bancone del Bar famelici ed assetati, facendo finta di tenerci per la cena. Rapidamente vengono assegnate le stanze, il luogo per ricoverare sci e scarponi, e comunicati orari per la cena. Tutti veloci ed organizzati, niente da dire. Il rifugio è accogliente, con elementi d’arredo antichi ed ha il riscaldamento a palla, ma ferse è la grappa ad aumentare la sensazione di calore.

Il luogo per ricoverare sci e scarponi Foto: Andrea Marcassa

La cena scorre piacevole come accade quando si è in buona compagnia. Poi qualcuno del Friuli inizia a tirare fuori grappe ed intrugli fatti in casa, ed è cosa buona e gradita.

A questo punto si ode una voce che dice “Domani colazione alle 6 e partenza alle 7”… Silenzio… La padrona di casa dice: ”Ehhh veramente noi saremmo pronti dalle 6,30”. Ehh santa donna, ha fatto guadagnare al gruppo 30 minuti di sonno, le voglio già bene.  Inizia a nevicare…

Sveglia

Sveglia alle 6, colazione alle 6.30, partenza alle 7.  Procediamo in direzione Chiappera ed imbocchiamo con le auto una strada bianca fino a quando le condizioni lo permettono. Arrivati al parcheggio siamo coperti dalla neve che cade sulle nostre teste, ma gli istruttori ci rassicurano, la loro cugina che fa la negromante garantisce una finestra di circa 6 ore di bel tempo, quindi si parte. Questa volta il portage è limitato, circa mezz’oretta, poi sci ai piedi e via per la destinazione, la punta Ciaslaras.

.. ma gli istruttori ci rassicurano (..)circa 6 ore di bel tempo Foto: Davide Vecchio

Punta Ciaslaras

Il giro è figo ed è circolare, quindi non si torna indietro dalla stessa strada. Dopo mezz’ora il sole fa capolino su di noi e non ci lascia più.

Dopo mezz’ora il sole fa capolino su di noi Foto: Davide Vecchio

Usiamo tutto l’armamentario, dai rampant ai ramponi e picozza. Percorriamo pendii dolci lungo la Valle de Maurin (spero sia corretta) ed altri ripidi pendii e risaliamo il canale verso il colle che dà accesso alla punta Ciaslaras. Il dislivello complessivo è di circa 1050m. La meta è internazionale, nel tragitto credo di aver sentito parlare francese e tedesco: non eravamo i soli a godere di questa meraviglia.

Usiamo tutto l’armamentario, dai rampant ai ramponi e picozza. Foto: Federico Ansaldi

La discesa segue il sentiero T15 Dino Icardi. La prima parte è qualcosa di incredibile, la neve fresca caduta nella notte ha trasformato il sito in un parco divertimenti. Si sentivano grida di gioia lungo tutta la discesa. Il rientro prosegue senza intoppi e verso la fine notiamo che le nuvole sopra di noi si addensano e proprio quando si giunge alle auto si vedono scendere i primi fiocchi di neve.

La neve caduta ha trasformato il sito in un parco divertimenti Foto: Stefano Bertolotto

I potenti mezzi di predizione e di gestione degli eventi atmosferici del CAI sono impareggiabili.

Andrea Giuliacci? Tsè.

Merenda sinoira

Verso le 14,30 siamo alle auto, cambiati e pronti per sfoderare il buon umore con vino, taralli, panettone al pistacchio, salame, birra, patate fritte, il tutto con la neve che cade e ci saluta augurandoci un buon rientro a casa.

Ritorno a casa tutti sani e salvi e felici.

Pronti a sfoderare vino, taralli, panettone, salame, birra e patatine Foto: Andrea Marcassa

E ora le fotooo

01/02/2023 Bric Cassin

02/02/2023 Monte Ciaslaras

Foto copertina: Simone Gallo