Uscite 2 e 3 SA2, 26-27.03.2022: Aiguille d’Artanavaz ed Entrelor

Agli inglesi non fai il mazzo facilmente per mare.
Non c’è riuscito, a conti fatti, Karl Doenitz, nonostante i suoi micidiali U-Boot sguinzagliati con la tattica del branco di lupi contro i convogli che rifornivano Sua Maestà britannica, attraverso l’Atlantico, di materie prime e armamenti. E taciamo dell’incredibile eroismo civile inglese in occasione dell’evacuazione delle truppe anglo-francesi superstiti da Dunkerque.
Ancora meno successo ha avuto circa un secolo e mezzo prima la flotta franco- spagnola che si illudeva di preparare via mare lo sbarco della Grande Armée in terra d’Albione. Risate fuori campo. Nelson a Trafalgar li ha spazzati via, in svantaggio numerico ma capace di una strategia non convenzionale e di rara audacia, senza perdere una sola nave. Ci ha lasciato la pelle, si dirà, ma quanti eroi sono poi tornati in patria all’interno di un barile di gin (o era brandy?), ove ne vennero immerse le spoglie per preservarle dal disfacimento durante le settimane di navigazione fino a Portsmouth? Il dettaglio è veramente hard rock, Keith Moon o John Belushi avrebbero meritato il medesimo trattamento. La mattina dello scontro navale il prode Horatio fece sbandierare dall’albero maestro della nave ammiraglia, la Victory, un incitamento per i suoi uomini e la flotta tutta: “England expects that every man will do his duty”.
And so does la Scuola di scialpinismo, ma la realtà supera la fantasia e il gruppetto di allievi del corso SA2 performa alla grandissima, indomito e indomabile. Che roba, che soddisfazione. Spezzarli è fuori discussione, piegarli parrebbe nemmeno, si tenta di stropicciarli appena un po’, ma questi non mollano di un centimetro. Ci stiamo davvero, davvero divertendo. In questo weekend con una gita lunga sull’orizzontale e calda più una fredda e lunga sul verticale non hanno fatto un plissé. Alcuni hanno addirittura goduto di un bonus di SR (“Scuola Ravanage”), con una briosa scammellata in discesa, ideale per amanti del portage spinto nel bosco tra la croce e il paese.
Nelson sarebbe fiero di voi.

Ma veniamo al sodo: lo Slideshow con le foto dell’Aiguille d’Artanavaz e lo Slideshow del’Entrelor sono qui nel solito link verdino, mentre le due gite del weekend appena trascorso ce le racconta Felix Ackermann, capigliatura leonina e andatura dinoccolata. Sentiamolo un po’.

Alla vigilia della prima due giorni del corso SA2 c’è tanta voglia di pellare ma anche la consapevolezza delle condizioni meteo che ci costringono a fare i migranti climatici in direzione valle d’Aosta. Ritrovo quindi ore 6 in corso Giulio angolo corso Vercelli. Tutti gli ingranaggi sembrano ben lubrificati, c’è automatismo e rapidità nell’organizzazione delle macchine, però rimane sempre qualcosa di non prevedibile: la geografia della Val d’Aosta non sembra essere chiara a tutti. Ergo: da Planaval sopra La Salle si parte in ritardo rispetto alla tabella di marcia. È da valutare quindi minima conoscenza geografica come condizione di ammissibilità al corso di scialpinismo
Arrivati in loco, di neve ghe n’è ben poca. S’inizia quindi la marcia tra qualche sprazzo bianco misto erba. Le previsioni per il rientro non sono delle migliori. Obbiettivo quindi è la Aiguille d’Artanavaz. In mezzo alla salita c’è un breve spiano per rifiatare, ed arrivati in cima lo spettatore viene premiato con vista sul Bianco e sul Cervino. Solito patatrac in cima, abbracci foto etc. e poi si scende. Discesa che non scherza ed è molto ripida in un tratto. Ma siamo ugetini quindi anche questo ostacolo non ci ferma.
Arrivati sani alle macchine, ci si sposta verso l’Albergo. Seguono menate varie e poi la cena, molto gioviale: si scambiano due chiacchiere con i vicini di tavolo. L’autore della relazione per esempio scopre che tra gli istruttori vi è anche un ‚Eidgenosse us Zürii‘ (svizzerotto zurighese) con cui non può fare a meno di scambiare due chiacchiere. Ma la giornata non finisce quì: segue lezione su metamorfismi della neve, balzata però da qualche frequentatrice del corso (non si fanno nomi).
Inizia giornata due. Partenza a piedi dall’albergo, immersione totale nel ambiente di montagna. Nel tratto iniziale scarpinata nel boschetto. Poi, dopo 1h 30 min si apre maestosamente davanti a noi la montagna. Durante la salita, taluni dimostrano di essere all’avanguardia, alzando gli sci mentre li muovono. Altri notano che le loro inversioni sono sempre più armoniche. La salita è morbida, la pendenza molto graduale. ‚Oben angekommen‘, giunti in cima – Berg heil’, salutiamo la montagna. Poi la Discesa. Discesa con la ‚D‘ maiuscola: Pietrone valuta se ripellare per tornare in cima mentre il Dugono disegna una linea perfetta di discesa che fa rimanere senza parole l’autore di questa relazione: felicità alle stelle – Felix Vallée d’Aoste. Arrivati alle macchine, non resta che brindare, dimenticando qualsiasi obbligo implicito da coniuge/a, rischiando quindi che il matrimonio vada in frantumi causa chiamata non pervenuta dopo il rientro.
Però che gita!PS: lode a chi coglie il riferimento ‚Felix Vallée d’Aoste‘.

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