Un po’ di storia della sezione: Renato Mamini e il suo Noshaq

Qualcuno dell’agguerrita e solerte redazione di Cai Uget Notizie ha notato su un Liberi Cieli del lontano 1972 un articolo di Renato Mamini sulla sua ascensione ai 7492 m del Noshaq in Afghanistan: un exploit cui forse si era dato poco risalto perché compiuto da un comune alpinista senza pretese. La redazione ha ritenuto opportuno ricordare quella vicenda e il suo protagonista. Eccola in breve.


In luglio-agosto 1972 la mente vulcanica del nostro socio Beppe Tenti si è posata sull’Hindukush afghano organizzando per il suo Alpinismus International un campo fisso di varie settimane a 4550 m dove accogliere un viavai di persone interessate alle appetibili cime della zona. Sovrintendente alpinistico era un ventottenne Reinhold Messner. Per gestire i campi e le operazioni in quota erano stati ingaggiati cinque sherpa nepalesi. C’erano ovviamente tende, servizi e cucina. La carne era arrivata lassù a quattro zampe sotto forma di vari bovini pascolanti. A Beppe si è appoggiata la 6° spedizione sociale extraeuropea della UGET diretta dal presidente Lino Andreotti, che ha inviato i suoi gruppi a partenze scaglionate secondo le varie di sponibilità di ferie. Tra i partecipanti, degni di nota sono almeno Massimo Mila, i francesi Michel Parmentier e coniugi Bernezat, e la nostra Giuse Locana che con il Noshaq ha battuto il primato italiano femminile di altitudine di allora (5° al mondo).
La gente ha compiuto ascensioni secondo le proprie capacità ma anche in base ai giorni di ferie. Alcuni, in gamba e con almeno 4 settimane, hanno mirato al Noshaq per lo sperone NO; altri con 3 settimane hanno salito l’Asp-e-Safed 6607 m (dove ha avuto successo pure una cordata femminile guidata da Odette Bernezat e Loretta Manarin); quasi tutti per allenamento o come unica meta sono montati su dei 5700. Certo, queste sono cose che oggi possono far sorridere…

Purtroppo Renato Mamini il 25 agosto 1985, mentre faceva ritorno dalla cresta Rey della Dufour con Ermanno Susa, ha avuto la sortuna nera di imbattersi nell’unica avversità meteo dell’intera estate. Nebbia e bufera sul versante svizzero sotto un colle Gnifetti difficile da localizzare, ce li hanno portati via entrambi per assideramento. Ha lasciato la moglie con tre bambini. Si era già prenotato per salire su un 8000 da tempo agognato. Nel suo articolo sul Noshaq traspaiono la sua decisa volontà di salire, l’insofferenza per la lentezza imposta dalla quota e da contrattempi meteo e operativi, l’entusiasmo nel guardare il mondo da così in alto, la felicità del sentirsi in forma in contemporanea con il tempo bello…

di Marziano di Maio – Un po’ di storia della sezione: Renato Mamini e il suo Noshaq