5/1/2020. Monte Bracco / Trappa / Certosa di S. Giacomo 920m, da Envie / Occa 600m
Testo Michele D’Amico, Foto di Sergio Colagrande.
Trovare la strada che va su è sempre un problema, stavolta siamo andati a cercarla in auto, così abbiamo cominciato a camminare troppo in alto riducendo il percorso a poca cosa. Abbiamo lasciato le auto dove compare il casotto dell’acquedotto, poco sopra la strada diventa sterrata, va su bene, ancora un’incertezza però: c’è un bivio, sterrata a destra e sterrata a sinistra, per quella a destra un cartello della Regione Piemonte manda alla Madonna della Neve, a sinistra non ci sono indicazioni; so che non dovrei
passare dalla Madonna della Neve, ma è ancora lontana, mi illudo che prima di arrivarci un bivio sulla sinistra, un sentiero, porti su. Ben presto mi accorgo che ci si sposta troppo a destra, è evidente che non è la strada giusta, spero (speriamo) sempre in un bivio, quando completa il giro dello sperone la strada finisce, non c’è nessun bivio; evitiamo di cercare la Madonna della Neve, che è ancora un po’ più in là sullo sperone, torniamo indietro al bivio per l’altra sterrata (circa 15 minuti a scendere), la seguiamo, presto compaiono (finalmente) i primi cartelli CAI che ci confermano essere sulla strada giusta, ma è malandata per le piogge che scavano, è molto audace, costruita su una costa impervia nel bosco, un ambiente, come si dice, selvaggio. Finalmente si riesce sulla dorsale, le cose cambiano di colpo, il paesaggio diventa ameno, prati curati e casette riattate. Siamo a Trappa, la mano dell’uomo si vede, per una volta ha lavorato bene, ma ha lavorato anche la mano pietosa del tempo ad ammorbidire le pietre, smorzare i colori. La Certosa è poco più in là, a sinistra, il luogo è sempre più bello. Prima di arrivarci c’è una trattoria aperta tutto l’anno, lassù arriva la strada asfaltata. La Certosa è aperta, qualcuno si occupa di aprire e chiudere, tanti i tabelloni esplicativi sulla sua storia, suggestiva la chiesa, lunga e stretta, piccola, molto povera, nuda; nella zona dell’abside sono stati di recente portati alla luce da sotto l’intonaco degli affreschi cinquecenteschi, magnifica l’Annunciazione. La storia della Certosa di S. Giacomo è antica e travagliata, tra abbandoni e riprese. La vista spazia al piano, a destra Saluzzo, in punta alla sua propaggine collinare, di fronte la struggente bellezza della pianura invernale si perde nella lontananza. C’è il sole, il suo calore non è mai così consolante come a Gennaio. E lo è stato da subito, da sotto: la costa di Occa è esposta a est, il sole da poco sorto scalda già, quei primi raggi sono uno dei punti di forza della gita, vado lì soprattutto per quelli. L’escursione però per essere significativa deve cominciare da più sotto, ad es. dalla chiesa di Occa, a circa 350 metri di quota; una indicazione utile è quella per il Vivaio
Monte Bracco, ad un paio di bivi bisogna andare verso il vivaio, non così all’ultimo cartello dove è evidente che si è, appunto, vicinissimi al vivaio; da lì si continua a salire sulla sinistra, l’acquedotto è poco sopra. In precedenza, sulla strada asfaltata si incontra una cappelletta, è sulla destra salendo. Lassù, prima di scendere per la strada della salita, noto le indicazioni per un sentiero che porta alla borgata Lorenzatti, a casa controllo sulla cartina, va bene, potrebbe essere una variante in discesa. Sarà per un’altra volta, magari con la TAM, magari proprio a Gennaio!
Un’ultima notazione sull’incolpevole Monte Bracco: è detta inopinatamente la “Montagna di Leonardo”, sembra che il nostro nei suoi scritti abbia lasciato un appunto che testimonia la sua presenza qui, a cercare non so che pietra, per non so che monumento. A me poi, messo lì a sbarrare lo sbocco al piano della Valle Po, sembra una anomalia geologica. In realtà il Po, sotto Paesana, fa un’ansa e trova la sua strada sulla sinistra, dalla parte di Revello, però sulla destra, sopra Barge, l’avvallamento della Colletta di Paesana da lontano confonde l’occhio, dà quell’effetto di montagna piantata nel posto sbagliato, di sbarramento, come dicevo prima.
Croce di Envie. Monviso, Croce di Sanfront e rifugio Mulatero.