Ski spirit, sciare oltre le piste

 

Sì, mi è piaciuto.

Condivido il suo modo di intendere lo scialpinismo e invidio i suoi grandi raid scialpinistici in giro per il mondo.

Giorgio Daidola nel 1977 succede a Gian Piero Motti nella direzione della Rivista della Montagna, fondata nel 1970,  primo direttore Piero Dematteis: da notare che su dieci redattori del primo numero ben cinque facevano parte del Gruppo Scialpinistico del Cai Uget. Per tanti anni Giorgio ha coordinato Dimensione sci, della purtroppo defunta Rivista della Montagna. 

Ski spirit si basa sui numerosi articoli scritti da Giorgio negli anni, per varie testate tra cui Alp, Montagnard, Telemarkmag e Skialper. Gli articoli sono stati adattati, aggiornati, talvolta riscritti: sono tralasciate tutte le parti tecniche, le descrizioni degli itinerari percorsi e dell’attrezzatura utilizzata, in sostanza ha puntato tutto sullo “spirit”. Il libro non è un “racconto d’ascensione” o una mera autobiografia,  no, Giorgio ha creato della letteratura scialpinistica, cosa rara in Italia se non unica.

In Ski spirit sono citati due libri,  che consiglio di leggere a tutti gli appassionati di scialpinismo che abbiano una certa dimestichezza con il francese, poiché purtroppo non sono mai stati tradotti in italiano Il primo è Ski de printemps di Jacques Dieterlen definito nel testo come “…un piccolo capolavoro di letteratura dello sci…è un inno al piacere di sciare al sole, alla vita di rifugio in alta montagna, a lasciare tracce delicate sulla neve argentea e granulosa.” . Il secondo è “Léon Zwingelstein: Le Cheminau de la montagne”: non è un romanzo, ma sono i diari di Zwingelstein, uno dei più grandi sciatori alpinisti di tutti tempi, raccolti da Dieterlen.

Giorgio Daidola, Ski Spirit, Alpine Studio Editore, 2016.

di Riccardo Valchierotti

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