Scarason, Alpi Liguri, gruppo del Marguareis: questo nome ai più non dirà molto. E’ un angolo appartato della catena alpina, con montagne “basse”, defilate. Ma non sono le quote o il nome famoso a fare “grande” una montagna, e lo Scarason è una vera big wall su cui si sono cimentati alcuni tra gli scalatori più forti di varie generazioni. Verticalità continua, strapiombi, appigli precari, fessure ben poco inclini ad accogliere i chiodi e un vuoto che si subisce: Marguareis, del resto, è sinonimo di roccia marcia, come evoca il nome nella remota lingua brigasca.
Sono passati cinquant’anni dalla fine di aprile del 1967 in cui Alessandro Gogna e Paolo Armando ne realizzarono la prima ascensione. Approfittiamo di questa occasione per riprendere in mano il bel libro di Fulvio Scotto, uscito nel 2012.
Scotto la conosce bene, quella parete repulsiva: terza ripetizione e prima in giornata della Armando-Gogna nel 1982; cinque anni dopo, prima salita della via Diretta; infine, apertura de La Tana del Drago nel 2011. Conosce anche la storia dei vari tentativi, dei fallimenti e dei successi, che ricostruisce con pazienza certosina, insieme a quella dei suoi protagonisti, così che la vicenda dello Scarason diventa pretesto per fare storia dell’alpinismo.
Passano gli anni, cambiano le tecniche e i materiali, finanche all’arrivo di una fila di fix sulla pala centrale. Scorrendo le pagine del libro le ripetizioni sembrano meno complesse, le difficoltà iniziali quasi ridimensionate.
Quello che non muterà mai, però, è il fascino sottile della prima che regala l’emozione più grande. E così ci pare quasi di vederli i passaggi caratteristici, il diedro d’attacco, la canna fumaria, la piramide umana; e di sentirlo, quell’urlo finale liberatorio:”Siamo fuori!”.
Scarason, di Fulvio Scotto, Versante Sud, Edizione 2012
Il volume è in parte consultabile online su isuu.
Il 31 Maggio Alessandro Gogna sarà ospite presso la sede della tesoriera, qui i dettagli dell’evento.