Ricordo

In memoria di Pierangelo Terranova

Testo di Alberto Cotti. Foto di Bartolomeo Vigna.

Se fossimo gringos, ci potremmo dare degli schiaffoni sulle mani “Hei uomo, ben fatto, uomo” > cit. P. Terranova

Nel Novembre di tre anni fa ormai, lasciava le sue spoglie terrene e tre figli Pierangelo Terranova, in arte Tierra. Ugetino e membro del Gruppo Speleologico Piemontese sin dagli anni ‘70, ha incarnato l’essenza del gruppo per numerosi anni; dopo anni di esplorazione con i gruppi speleologici di Napoli e Roma, si era unito al G.S.P. in conseguenza del suo trasferimento in Torino per l’assunzione in Ferrero dove ricopriva ruoli dirigenziali sia in Italia sia all’estero.
Spirito libero e anticonformista, estremamente curioso, Pierangelo proponeva idee e ironia in ogni situazione e, in ognuna di queste, era il centro dell’attenzione perché sempre riusciva a stupire i suoi compagni colla sua intelligenza e cultura sopraffine. Spiazzante, amava sparigliare
le carte del ragionamento e carezzare il lato assurdo delle situazioni. Esploratore attento e di alto livello, mai sprezzante del pericolo, ha partecipato alle prime esplorazioni delle grotte endoglaciali in Patagonia coi compagni Lovera e Badino e negli anni Novanta aveva trovato il tempo di realizzare un suo personalissimo sogno e passare la soglia dei menomille di profondità nell’ Abisso di Malga Fossetta alla ricerca della congiunzione con la Grotta della Bigonda sull’altopiano di Asiago. Anni di volontariato nel Soccorso Alpino lo avevano condotto infine a ricoprire l’importante ruolo di Delegato per la I° Delegazione Speleologica del CNSAS.
Quante avventure! Asciutto e muscoloso, non aveva una specialità precisa in esplorazione se non l’intelligenza e l’umiltà che sempre lo facevano amare come compagno; con il tabacco e il passamontagna sotto il casco perché certamente amava fumare e pativa il freddo, ha insegnato ad una generazione di giovani ormai vecchi come comportarsi in montagna e sotto terra per tornare a casa da ogni luogo per quanto remoto e umido. Se è vero che lo speleologo è uno specialista dei trucchi per la sopravvivenza Pierangelo era la quintessenza di questa arte, anche coadiuvata da preziosi veri e propri feticci personali. Articolista di Grotte (il bollettino del G.S.P.), si distingueva per essere una penna sopraffina tanto che alcuni suoi racconti sono diventati dei classici della letteratura speleologica italiana, sia per la fantasia sia per l’approfondimento socio-politico col quale spesso riusciva a decifrare e a dissacrare il mondo della speleologia e dell’alpinismo. Negli anni la sua passione per la musica e il suo lato artistico lo avevano portato a ballare il tango e a fondare un gruppo rock-folk per il quale principalmente cantava e curava i testi; lui e sei altri compagni crearono i New Crolls, una band di qualità che in tanti anni di concerti trovò anche il modo di suonare in alta quota sul Marguareis, una volta al Colle del Lago dei Signori e una volta, sempre coadiuvati dai numerosi membri del G.S.P., nei prati soprastanti la Capanna Saracco-Volante a 2300 m di quota. Come sempre in questi casi non bastano le poche righe di un articolo per tratteggiare la vita di una persona e infine voglio ricordarlo così, eclettico, con la sigaretta arrotolata in mano e il sorriso sottile e beffardo di chi ha già capito quello che gli altri non avrebbero capito neppure in seguito.