Che cosa è la Vasa? Miiiii, ma sei scemo? 90 chilometri sugli sci? Ma ti pagano? Sei sicuro di stare bene? 16.000 partenti? Ma non è che cadi e ti calpestano? Ecco, più o meno l’approccio di chi ti è attorno è questo quando dici che vuoi cimentarti nella Vasaloppet.
Alla Marcialonga ormai ci sono abituati, in fondo sono “solo” 70 chilometri, ma alla Vasa no. Che cosa è la Vasa? Per tanti è una gara, una grande fatica che termina dopo 90 Km. Per noi che amiamo lo sci di fondo è molto, molto di più. E’ un’emozione che comincia dal momento in cui decidi di volerla fare e continua con la preparazione lunga ed intensa, eh sì perché 90 chilometri non si possono improvvisare. Eh, la preparazione: ma proprio quest’anno l’inverno deve arrivare a Marzo? Sembravamo dei rabdomanti della neve, a cercare qualche chilometro sul quale mettersi a fare i criceti. La Vasa, per chi ama il fondo è un sogno che ti sembra lontano, un qualcosa che percepisci come insormontabile e difficile da raggiungere (e ti credo, se non nevica!). Limitare la Vasa al mero risultato cronometrico non avrebbe senso, perché è tutto ciò che la precede e poi il viaggio, le nuove amicizie, le sensazioni di essere ‘dentro’ quell’evento che la rendono unica.
E’ una terra incognita la Vasa. Chi cavolo ha mai fatto 90 chilometri sugli sci? Sì, la Marcialonga sono 70, ma oramai la conosci a memoria, ma 90? Riferimenti non ne hai, non sai come gestire lo sforzo. E’ una terra che ti sfila sotto gli sci attraverso foreste, colline, laghi e fiumi, tutto ammantato di neve… e di fondisti. E’ una terra dai grandi spazi la Vasa: i paesi sono pochi e costituiti da quattro case nel vero e proprio senso della parola! La Vasa è una festa e lo capisci dalla gente presente ai bordi della pista che sin dal mattino aspetta il familiare, il parente o l’amico che ha deciso di cimentarsi nella competizione. La Vasa è l’emozione della mattina quando arrivi nella piana di Sälen e vedi un nugolo sterminato di sci (e i miei dove li metto?) e ti rendi conto di voler essere proprio lì e da nessun altra parte; sei lì che vuoi vivere quel momento e tutti gli istanti di quei 90 chilometri che sono di fronte a te. (Sì sì bello, bello, però sono sempre 90 per la miseria!).
E’ l’emozione della partenza quando 16.000 fondisti, tutti insieme, si muovono all’unisono; una fiumana colorata che, piano piano si snoda lungo il percorso (miiii, ma quando ci muoviamo?). E’ l’emozione dell’arrivo, quando sul rettilineo finale ti rendi conto che la meta ormai è lì, ce l’hai fatta e le fatiche degli allenamenti, della gara scompaiono e lasciano il posto alla gioia ed alla commozione.
Sergio Cocordano