Nome che deriva dal Latino “ dal o del Sole,” la si sente anche nell’antica e bella variante Dusolina che spesso si ritrova in poemi e romanzi cavallereschi medievali come ‘I reali di Francia’ di Andrea da Barberino.
Al maschile, assai poco diffuso diventa Desolino da un antico nome dato ad un vento che viene dal Levante del mare Adriatico. Pare possa derivare da altri nomi latini come declinati in Desiderio, Desiderata, narra di persona cordiale, franca, vivace, cosi come dal luminoso significato: “Dal sole al sole e nel sole”, in questo celeberrimo canto la troviamo prima innamorata e appassionata descrittrice di questo suo sentimento, poi delusa e sconfortata dal comportamento poco galante del suo “Napolitano” andato sino a Bologna per cambiare partito.
L’infido maschio, non pago del suo tradimento, dichiara alla povera sventurata di baciarla a patto di trovarla sola, ma di farle passare dei brutti momenti la trovasse in compagnia.
La Dosolina la va di sopra
la si mette al tavolino
solo per scrivere ‘na leterina
e per mandarla al Napolitan.
Napolitano l’è nà a Bologna
a zercarse la morosa
la Dosolina povera tosa
Napolitano l’abandonò!
LA DOSOLINA “1
Ma se ti trovo sola, soletta
un bei baso te darìa
ma se ti trovo in compagnia
te l’ho giurato t’ammazzerò.
Popolare in molte zone del nord Italia, nasce in Trentino come canto di svago da canticchiare nelle ore di lavoro nelle filande della zona, in particolare attorno a Rovereto, fiore all’occhiello di quella via della seta che esportava prodotto di qualità in tutta europa fin dal 1500 per opera del genovese Agostino de Spinulis che qui avviò la bachicoltura con il benestare del principe vescovo Uldarico IV e l’avvallo da Massimiliano I d’Austria.
Fin dal 1926 fa parte del repertorio del coro della SAT di Trento nella sua celebre armonizzazione a 4 voci pari di Antonio Pedrotti, ma è famosa in molte varianti di pari dignità e valore etnico e folcklorico trovando spazio e popolarità anche nel repertorio di Orietta Berti nel corso degli anni 70 del novecento.
Il ritmo incalzante e sincopato racconta la vicenda, anche nelle sue parti più truci, sempre con il sorriso, supportato dal ritardo delle voci baritonali a far da contrappunto a quelle tenorili.
Ancora oggi ispira parole e pensieri, ma sappiamo bene che è l’Amore ad essere energia infinita ed indissolubile, insieme estasi e tormento.
“Una lettera,
parole scritte al buio
per chi mai leggerà i tuoi sospiri”
Fonti:
*tratto da: Fabio Recchia – La Notte più Oscura – 2010 selfpublishing
Roberto Ghiringhelli – La lavorazione della seta nel Roveretano – Atti Acc. Agiati 1984