La Capanna Saracco Volante esiste da cinquanta anni. L’abbiamo realizzata per onorare due nostri compagni e come base per l’esplorazione speleologica di un’area importante. Eraldo Saracco e Cesare Volante, fin dalla nascita del Gruppo Speleologico Piemontese (1953) erano stati fra i più validi esploratori. Il sistema carsico di Piaggiabella nel 1959 aveva uno sviluppo di circa 5 chilometri, la più lunga grotta d’Italia. Ci rendevamo conto che il potenziale era ben superiore ma molte erano le difficoltà, non ultima la mancanza di una base logistica. Da quando esiste la capanna, tutti gli anni questa viene utilizzata per l’esplorazione e lo studio di questo sistema che oggi supera i 50 chilometri; non passa anno senza la scoperta di nuove gallerie. Sembrava quindi naturale la costruzione di qualcosa che avrebbe favorito i due obbiettivi.
Siamo partiti con grande entusiasmo e prima ancora che la capanna fosse terminata avevamo centrato un terzo obbiettivo: vecchi e giovani del Gsp. si univano e collaboravano, in un clima gioioso che non era previsto. Tanti soci dell’Uget offrivano il loro lavoro per il successo dell’impresa, ma non solo l’Uget: anche i familiari di Saracco e Volante e tanti speleologi appartenenti a vari gruppi italiani hanno collaborato all’impresa. La capanna fu inaugurata l’8 ottobre 1967, alla presenza di 250 persone.
Ma la collaborazione più importante fu quella del geometra Lino Andreotti, esperto nella costruzione di rifugi, allora vicepresidente dell’Uget. Come gli chiedemmo aiuto rispose con un “sì” entusiasta. L’8 aprile ’67, quando la neve cominciava a fondere, andai con lui a Piaggiabella per individuare l’area adatta per piazzare la capanna. Saliva adagio, era ammalato e ci lasciò pochi anni dopo, non senza aver completato il lavoro della capanna.
E’ giusto ricordare anche l’aiuto animale: alludo ai muli degli alpini che hanno trasportato i carichi più pesanti e ad un ermellino incuriosito dalla nostra attività che ci accompagnava nel nostro lavoro, e che da una domenica alla successiva seguiva l’andamento delle operazioni.
di Carlo Balbiano