Elogio alla normalità Testo di Emilio BottoAperta una pianta cartografica e trovato il punto di partenza A (ad esempio il rifugio Savoia presso i laghi del Nivolet in Valsavarenche) e la meta che si vuole raggiungere B (ad esempio il monte Taou Blanc), tracciando una linea retta dal punto A al punto B oltre a poter calcolare l’azimut della meta della escursione si può ottenere l’informazione della distanza aerea fra le due località. Per effettuare questo secondo conteggio è necessario tenere in considerazione la scala della cartina.
Niente di impossibile. Solitamente questa informazione è indicata oltre che nella legenda anche sulla copertina della pianta cartografica della zona che si sta utilizzando. Si tratta di effettuare qualche breve calcolo e la distanza è ottenuta. Dopo un po’ di volte che ci si esercita non sarà più necessario utilizzare la calcolatrice ed il righello. I più avvezzi usano il dito. Conosciuta la larghezza del proprio dito pollice e fatte le dovute proporzioni la distanza in metri è facilmente ottenuta. Io lo sconsiglio malgrado sia un sistema che evita di portare il righello nello zaino. Anche per l’azimut con il tempo ci si impratichisce a non utilizzare il goniometro. Un po’ troppo complesso calcolarlo senza bussola sul campo. Direi che sarebbe meglio averla sempre con sé durante le escursioni. Sarebbe tutto fin qua abbastanza semplice se qualcuno non avesse inventato le isoipse (dal greco isos = “uguale” e hypsos = “altezza”). Trattasi di quelle curve di livello che uniscono i punti di uguale quota ovvero uguale distanza dal piano di riferimento. Nel caso delle piante cartografiche, assumendo zero il livello del mare, uniscono i punti alla stessa altezza dal medesimo. Improvvisamente quella che sembrava una semplice meta per la ipotizzata escursione in montagna calcolata come distanza e direzione si complica con l’idea della morfologia del territorio da percorrere, l’inclinazione dei pendi (ottenibile considerando l’equidistanza fra due isoipse) e come se non bastasse poiché queste vengono tracciate anche di colori differenti ci vengono fornite ulteriori informazioni. Non è comunque il caso di allarmarsi troppo. Tutto questo lo insegnano nei corsi di escursionismo. Ciò nonostante come spesso accade molto dipende dalla distanza dalla quale osserviamo ciò che ci sta intorno. La cartina vista da lontano mostra i due soli punti: partenza ed arrivo diligentemente da noi ben evidenziati. Ma questa osservazione è superficiale.Mentre scrivo ho in mente un ben preciso quadro di Vincent Van Gogh conservato nel museo di Amsterdam che porta il suo nome e visto in occasione di una esposizione alcuni anni or sono in Italia: il suo autoritratto con cappello di paglia dipinto nel 1887. Da lontano appare un autoritratto dai colori forti giallo ed azzurro. Un azzurro sul fondo, la rossiccia barba ed il cappello giallo dal quale il nome del dipinto. Avvicinandosi al quadro si noteranno invece molti altri colori che tenuti insieme da pennellate ora piccolissime e talvolta più marcate si fondono e confondono a creare una forma più grande che nel caso specifico è l’autoritratto. Il viola, il blu, l’azzurro il rosso e così via. Approndimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_livello
Continua…