Non è così frequente che a cinque anni dalla scomparsa di un amico ci si dedichi a lui con scritti e pensieri. Il nostro tempo, si sa, corre in fretta e troppo spesso azzera i tempi con cui ricordare chi ci è stato caro, così l’altra sera parlando (ahimè, online) con gli amici del mio gruppo di fondo mi sono rallegrato nel sentire nominare Agostino con il quale tutti noi abbiamo condiviso momenti belli al CAI e non solo. Più che in versione sportiva ho conosciuto Agostino uomo, nel periodo dell’ospedale per il trapianto, affrontato con energia tipica dell’atleta (montanaro e ciclista) che guarda alla meta da raggiungere e non agli ostacoli sul percorso, superabili.
Torna lo sci di fondo Testo di Andrea Amerio. Vignetta di Alberto Cotti
Come da tradizione quasi cinquantennale, l’ultima domenica di gennaio nelle valli di Fassa e Fiemme, si corre la mitica Marcialonga; Leggi tutto “MARCIALONGA e dintorni”
Marzo 2016. Quattro rappresentanti del gruppo agonistico di sci nordico: Carla Lagori, (che festeggiava l’agognata pensione), Roberta Magnetto, Sergio Cocordano ed Andrea Amerio hanno preso parte alla competizione amatoriale più lunga e più antica del mondo: la mitica Vasaloppet. Si corre dall’anno 1922, quando fu istituita per festeggiare i 400 anni di indipendenza della Svezia dal regno di Danimarca ad opera di re Gustavo I Vasa, da cui ha preso il nome. Il percorso si snoda per 90 chilometri da Sälen a Mora, in Svezia, nella regione di Dalarna.
Il viaggio é stato organizzato dall’agenzia di viaggi Running & More di Tesero, località nota ai frequentatori della Marcialonga. All’aeroporto di Stoccolma ci siamo uniti ad una simpaticissima e fortissima comitiva di fondisti trentini, capitanati dal maestro Carmine Tomio, che dedicherà la mattinata di sabato alla paraffinatura e sciolinatura degli sci di tutti i partecipanti. Con loro abbiamo condiviso momenti di spensierata allegria sia prima che dopo la gara.
Le condizioni meteo sono risultate perfettamente in linea con gli standard nordici: infatti, non s’è mai visto il sole, soprattutto nei giorni in cui siamo usciti con gli sci. Il venerdì precedente, sugli ultimi 17 km. del percorso, e la eomenica, giorno della gara, siamo stati accolti da abbondanti nevicate. La giornata della “Vasa” inizia molto presto, con sveglia alle 2:30 del mattino, colazione tra le 3 e le 3:30 e partenza per Sälen intorno alle 4:15, causa il traffico intenso ed i limiti di velocità che al nord sono molto rigidi. All’arrivo a Sälen la temperatura è di -2°e nevica abbondantemente, condizione che caratterizzerà circa due terzi di gara. La neve é molto veloce (molto più che durante la Marcialonga) ma, ahimè, i binari sono una chimera e quindirisulta molto difficile stare in equilibrio. Così l’effetto ”neve veloce” viene pesantemente annacquato.
Tre su quattro di noi riusciranno a tagliare il traguardo nei tempi massimi consentiti: bravi a tutti in ogni caso, alla Vasa è importante esserci!
Il lunedì si riprende la strada di casa e a Monaco di Baviera salutiamo i nuovi amici trentini, con la promessa di incontrarci nuovamente in tempi brevi.
Che cosa è la Vasa? Miiiii, ma sei scemo? 90 chilometri sugli sci? Ma ti pagano? Sei sicuro di stare bene? 16.000 partenti? Ma non è che cadi e ti calpestano? Ecco, più o meno l’approccio di chi ti è attorno è questo quando dici che vuoi cimentarti nella Vasaloppet.
Alla Marcialonga ormai ci sono abituati, in fondo sono “solo” 70 chilometri, ma alla Vasa no. Che cosa è la Vasa? Per tanti è una gara, una grande fatica che termina dopo 90 Km. Per noi che amiamo lo sci di fondo è molto, molto di più. E’ un’emozione che comincia dal momento in cui decidi di volerla fare e continua con la preparazione lunga ed intensa, eh sì perché 90 chilometri non si possono improvvisare. Eh, la preparazione: ma proprio quest’anno l’inverno deve arrivare a Marzo? Sembravamo dei rabdomanti della neve, a cercare qualche chilometro sul quale mettersi a fare i criceti. La Vasa, per chi ama il fondo è un sogno che ti sembra lontano, un qualcosa che percepisci come insormontabile e difficile da raggiungere (e ti credo, se non nevica!). Limitare la Vasa al mero risultato cronometrico non avrebbe senso, perché è tutto ciò che la precede e poi il viaggio, le nuove amicizie, le sensazioni di essere ‘dentro’ quell’evento che la rendono unica.
E’ una terra incognita la Vasa. Chi cavolo ha mai fatto 90 chilometri sugli sci? Sì, la Marcialonga sono 70, ma oramai la conosci a memoria, ma 90? Riferimenti non ne hai, non sai come gestire lo sforzo. E’ una terra che ti sfila sotto gli sci attraverso foreste, colline, laghi e fiumi, tutto ammantato di neve… e di fondisti. E’ una terra dai grandi spazi la Vasa: i paesi sono pochi e costituiti da quattro case nel vero e proprio senso della parola! La Vasa è una festa e lo capisci dalla gente presente ai bordi della pista che sin dal mattino aspetta il familiare, il parente o l’amico che ha deciso di cimentarsi nella competizione. La Vasa è l’emozione della mattina quando arrivi nella piana di Sälen e vedi un nugolo sterminato di sci (e i miei dove li metto?) e ti rendi conto di voler essere proprio lì e da nessun altra parte; sei lì che vuoi vivere quel momento e tutti gli istanti di quei 90 chilometri che sono di fronte a te. (Sì sì bello, bello, però sono sempre 90 per la miseria!).
E’ l’emozione della partenza quando 16.000 fondisti, tutti insieme, si muovono all’unisono; una fiumana colorata che, piano piano si snoda lungo il percorso (miiii, ma quando ci muoviamo?). E’ l’emozione dell’arrivo, quando sul rettilineo finale ti rendi conto che la meta ormai è lì, ce l’hai fatta e le fatiche degli allenamenti, della gara scompaiono e lasciano il posto alla gioia ed alla commozione.
Ezio Sesia è sempre stato incuriosito dalla vita in quei villaggi in quota, arroccati nel nulla, dove tutto sembra più difficile e probabilmente lo è. Negli ultimi vent’anni ha approfondito la storia di villaggi come Mollières, un paese francese a 1571 metri, che nella sua lunga storia ha visto la scomoda annessione all’Italia: con una semplice passeggiata di 40 chilometri e un buon dislivello gli abitanti potevano raggiungere il “loro” comune, a Valdieri!
Quelli di lassù – Ezio Sesia
Ezio ha visitato questi villaggi, d’estate e d’inverno, e ce li presenta, con tanto di percorsi escursionistici e non solo nel volume “Quelli di lassù” edito da Mulatero. In 288 pagine di storia, itinerari e immagini ci dimostra che non esiste solo la croce di vetta, esiste anche la curiosità, il piacere di una passeggiata per raggiungere Obermutten, dove tutto è di legno, o per andare a scoprire il mistero di San Bernolfo.
Gli itinerari proposti sono decisamente originali, e coprono tutto l’arco alpino, dalle Marittime alle Giulie. Non presentano particolari difficoltà (E, massimo EE) e dislivelli moderati, dai 500 ai 1000 metri. Oltre ai percorsi di escursionismo, il libro suggerisce anche anelli di fondo e percorsi di ciaspole e sci.
Simona Righetti ha introdotto la serata di presentazione testimoniando l’interesse della casa editrice Mulatero per questi territori isolati: “In quest’epoca in cui si cerca di fuggire dalla ‘comfort zone’ raggiungendo le zone più isolate in montagna, in cui anche i territori più impervi vengono vissuti come un fantastico parco giochi, abbiamo ritenuto che fosse opportuno riscoprire la vita di quelle comunità che la parola comfort non sapevano nemmeno cosa volesse dire.”
Durante la serata, Ezio ci ha deliziati con aneddoti e diapositive, lasciandoci con tanta curiosità ed un nuovo volume in biblioteca.
Grazie Ezio!
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