Testo e foto di Enrico Camanni.
L’aveva già capito l’abbé Amé Gorret alla fine dell’Ottocento: «Nessuno va in montagna per ritrovare la città che ha appena lasciato». Eppure, a oltre un secolo di distanza, sembra che il paradigma del turismo montano sia ancora legato agli impianti, ai motori e alle seconde case, a dispetto della Convenzione delle Alpi, del grido di Greta Thunberg e di qualunque altra forma di rispetto per le generazioni che verranno. Il modello novecentesco del turismo di massa è ormai insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.