Il CAI e’ Amicizia
Testo e foto di Ivo Pollastri.
Non è così frequente che a cinque anni dalla scomparsa di un amico ci si dedichi a lui con scritti e pensieri. Il nostro tempo, si sa, corre in fretta e troppo spesso azzera i tempi con cui ricordare chi ci è stato caro, così l’altra sera parlando (ahimè, online) con gli amici del mio gruppo di fondo mi sono rallegrato nel sentire nominare Agostino con il quale tutti noi abbiamo condiviso momenti belli al CAI e non solo. Più che in versione sportiva ho conosciuto Agostino uomo, nel periodo dell’ospedale per il trapianto, affrontato con energia tipica dell’atleta (montanaro e ciclista) che guarda alla meta da raggiungere e non agli ostacoli sul percorso, superabili.
Perciò gli voglio dedicare un passo di un libro scritto da un altro amico che capovolge simpaticamente i proverbi e i detti più comuni scoprendo nuove interpretazioni. “L’amico si riconosce nel momento del bisogno” che diventa “L’amico si riconosce nel momento della gioia”. Un amico li condivide entrambi, sa capire senza tante parole, ti prende per come sei, non chiede nulla in cambio se non la sincerità. L’amico vero ti supporta nel bisogno, non nasconde i suoi difetti e accetta i tuoi. Persino discutere diventa stimolante e creativo anche quando si hanno visioni diverse di un problema.
L’amicizia – e al CAI amici ne ho incontrati tanti – va oltre le idee strutturate che possono diventare solo regole rigide. Ognuno può esprimere se stesso, le proprie attitudini e interessi: che belle sono state, negli anni le serate di presentazione dei corsi, gli incontri editoriali, le proiezioni di viaggi, i canti del nostro Coro e la serata “degli auguri di Natale” in cui si condivideva non solo panettone e spumante ma amicizia con la A maiuscola, non a caso l’iniziale di Agostino. Se ne sente ancor più la mancanza nell’isolamento cui ci costringe la pandemia ma quei momenti indimenticabili torneranno e con noi ci saranno di nuovo proprio tutti. Anche tu, amico caro!
Quel “desbela”
Testo di Pier Felice Bertone. Foto di sconosciuto.
Ricordate Agostino? Ci ha lasciati nel 2016 e su queste pagine è stato ricordato dagli amici con l’appellativo di “Ago, il desbela” per il suo carattere vivace e scherzoso. Ora dagli archivi fotografici di Emilio è uscito un documento curioso che conferma il “desbela” che era stato attribuito ad Agostino. In un anno imprecisato, il nostro Ago, trovandosi per lavoro all’interno della Mole Antonelliana e constatato che erano aperti i passaggi verso le scalette che portano su per la guglia, non ha esitato a cogliere la occasione e si è arrampicato fino a toccare la stella della punta. Senza assicurazione! Un amico suo complice ha immortalato la scena.