Testo di Armando Achenza. Foto archivio Achenza e Amedeo Giobbio.
Avvenimenti di 30 anni fa. Sul verbale del consiglio sezionale del 3 dicembre 1990 si legge: Si costituisce la Scuola di Alpinismo; già esisteva un gruppo alpinismo giovanile che organizzava corsi e uscite con istruttori.Ora, grazie al conseguimento da parte di Luciano Bosso del titolo di Istruttore nazionale, si costituisce in Scuola.
RICORDI sono avvenimenti, fatti, emozioni del nostro passato che se ne stanno tranquilli da qualche parte del cervello e d’improvviso ritornano alla mente, alle volte suscitano emozioni, e poi sgorgano facendo venire in superficie fatti dimenticati.
La Scuola “Alberto Grosso” quest’anno compie 30 anni; non è sorta dal nulla, ma è il risultato di un’evoluzione iniziata negli anni settanta da un gruppo di giovani la cui passione per la montagna e la voglia di sperimentare insieme ha posto le basi per la sua fondazione.
1994 – Tete d’Aval. 2004 – Courbassere doppie. 1988 – Spigolo Oggioni alla Becca di Monciair.
La storia della Scuola si sovrappone in parte con la storia della mia vita in montagna da quando ero poco più che adolescente, perciò è con molto piacere che vi racconterò i miei RICORDI.
Negli anni ‘70 all’UGET mancava un punto di riferimento per chi intendeva iniziare la pratica alpinistica; o si conosceva qualcuno che ti portava in montagna perché gli mancava un secondo di cordata, oppure bisognava frequentare altre Sezioni CAI dove erano tenuti corsi di alpinismo.
1975: alcuni giovani, ed io fra questi, iniziano ad aggregarsi ed a proporre gite sociali a carattere escursionistico-alpinistico con una propensione a trasmettere nozioni specifiche per migliorare le capacità tecniche ed affrontare la montagna in sicurezza, nasce il Gruppo Giovanile.
1984: un gruppo di “giovani speranze” propone un corso di introduzione all’alpinismo su percorsi di media difficoltà di roccia e ghiaccio; due “speranze” nel frattempo sono diventati Istruttori CAI, siamo diventati Gruppo Alpinistico Giovanile.
Marzo 1985: esce il volantino del 1° Corso di Introduzione all’Alpinismo che prevedeva attività in palestra di roccia, in montagna con salite di ambiente ed esercitazioni su ghiacciaio per apprendere le tecniche di recupero dei feriti dai crepacci e lezioni teoriche su tutti gli aspetti della montagna.
È stato un vero successo, replicato in ottobre dello stesso anno con il 1° Corso di Introduzione alle Tecniche di Roccia e Ghiaccio con indirizzo all’arrampicata su roccia, lezioni teoriche a Palazzo a Vela, cascate di ghiaccio ed una uscita al Ghiacciaio dei Bossons.
Da un nucleo aggregante iniziale di dieci persone siamo arrivati a ventidue Istruttori; il nuovo GRUPPO ALPINISTICO propone salite sempre più tecniche e di livello superiore, grazie all’insegnamento di un numero crescente di Istruttori formati ai corsi CAI.
1990, Luciano Bosso diventa Istruttore Nazionale di Alpinismo CAI: nasce la SCUOLA DI ALPINISMO, con Luciano Direttore. La intitoliamo ad ALBERTO GROSSO, nostro Istruttore morto sotto una valanga nelle Valli di Lanzo. Da quel momento il numero degli istruttori sale ed aumentano i titolati, Nazionali e Regionali di Alpinismo e di Arrampicata Libera, specialità questa inserita nelle attività della Scuola dal 1999.
I miei ricordi come Istruttore arrivano al 2004, anno in cui smetto di arrampicare e continuo, per qualche anno, nel mio ruolo di Segretario della Scuola.
Non starò ad elencare le salite e le spedizioni fatte dagli Istruttori nei corsi della Scuola e nell’attività personale, questi sono solo fatti, a mio giudizio molto meno interessanti delle persone e delle storie.
RICORDO i primi Istruttori che hanno “allevato” gli Allievi, molti dei quali sono poi diventati Istruttori.
RICORDO le giornate trascorse ad arrampicare, i momenti di riposo dove ci confrontavamo sui passaggi appena superati.
RICORDO la soddisfazione di aver concluso la giornata di attività e di ritrovarci a mangiare tutti insieme prima del ritorno, stanchi ma con tanta voglia di continuare a fare progetti per la domenica successiva.
RICORDO le serate passate in Sezione per organizzare i corsi e le uscite dei fine settimana.
RICORDO le discussioni, i contrasti, le litigate, ma poi ritrovavamo la serenità davanti ad un boccale di birra.
Nel corso degli anni la Scuola è cresciuta, molti hanno partecipato ai corsi e sono restati a seguire le attività, alcuni sono andati via, altri, pochi per fortuna, ci hanno lasciato per sempre; c’è sempre stata la voglia di trasmettere agli allievi non solo le cognizioni tecniche, ma anche la passione per la montagna ed i valori di amicizia, solidarietà, di rispetto reciproco e dell’ambiente naturale.
Ho trovato l’elenco degli Istruttori, un centinaio, e leggendolo quanti RICORDI sono riemersi dalla mente! Li ringrazio di cuore, perché hanno partecipato alla realizzazione ed alla vita di questa bella realtà che è la Scuola “Alberto Grosso”.
Storico Istruttori
Achenza Armando, Amparone Mauro, Bado Umberto, Balocco Fabio, Barboni Gilberto, Battaglia Dino, Bellardi Roberto, Bello Alberto, Berruto Fabrizio, Bertolini Giovanni, Bertotto Piero, Bianco Dario, Bianco Fabio, Boero Edoardo, Bonfante Giovanna, Boscolo Ivano, Bosso Luciano, Buson Luigi, Caneparo Daniele, Cappellini Giancarlo, Casassa Paolo, Cerutti Stefano, Checchi Alberto, Chiosso Roberto, Chiosso Sergio, Cifarelli Michele, Cugusi Franco, Cuzzumbo Michele, Dalmazzone Luigi, D’Angelo Vincenzo Andrea, Daniele Luca, De Angelis Goffredo, Del Fiume Alfredo, Di Giorgio Teddy, Drago Daniele, Ferraris Marco, Finello Guglielmo, Fop Maurizio, Frau Francesco, Fruttero Giuseppe, Furiozzi Giancarlo, Gally Luigi, Gallarato Daniele, Gallo Luciano, Garino Massimiliano, Ghiraldo Sergio, Giana Giusy, Gianoglio Renato, Gianola Marco, Gianola Paolo, Giglio Lorenzo, Giobbio Amedeo, Giuntoli Maurizio, Gonella Marco, Grisoni Serafino, Grosso Alberto, Iodice Gianluca, Lamorte Alessandro, Levrio Andrea, Lippolis Mimmo, Longo Vaschetti Fabrizio, Lora Giovanni, Lorenzati Nanni, Lusano Marco, Masoero Bruno, Masoero Piero, Mellone Mauro, Merlante Gilberto, Mes Rodolfo, Milano Giorgio, Mirabella Nicola, Moia Walter, Motta Michele, Mussotto Giovanni, Mussotto Marco, Neri Gianni, Oglietti Bruno, Oddone Paolo, Ottone Guido, Pastore Giorgio, Pelassa Michele, Perona Mario, Piccardo Franco, Pietrafesa Antonio, Picco Andrea, Platania Marco, Poli Matteo, Politti Ermanno, Pomato Guido, Pussetti Fabrizio, Ratti Gianni, Reggio Andrea, Renda Elio, Restagno Maurizio, Rossetti Gianni, Rossi Valdo, Ruffino Andrea, Sacchetti Davide, Savasta Gianluca, Savio Diego, Savoia Gianni, Sclaverano Stefano, Signore Giovanni, Sordello Ezio, Tambini Elisa, Tamboia Luca, Torretta Anna, Teppati Carlo, Tinti Fabrizio, Tosetti Silvio, Travaglini Gianni, Trombetta Adriano, Trucco Marco, Turk Chistian, Ughetto Anna, Valchierotti Silvia, Vezzoli Pierre, Visentin Luciano, Vota Renato, Zanusso Maurizio.

sulla via dello spigolo ad Aimonin per
togliere la ruggine post lockdown.
Sono entrato nella scuola sei anni fa partecipando prima come aiuto-istruttore e poi come istruttore. Questo tempo può sembrare lungo ma in realtà è misero se confrontato
all’esperienza di altri istruttori. Quando mi hanno chiesto di partecipare alle attività ero appena maggiorenne e avevo seguito solo i corsi di arrampicata ( roccia e libera) ed ero completamente digiuno di alpinismo e arrampicata su ghiaccio. Grazie al confronto con gli altri istruttori ho potuto colmare le mie lacune, sviluppare le mie abilità in montagna e carpire quelle malizie che solo chi coltiva una passione per tanto tempo conosce. C’è stato chi ha cercato di insegnarmi ad arrampicare su roccia o ghiaccio, chi a comunicare con più efficacia con un allievo e chi mi ha solo chiesto di andare in montagna con lui per portare uno zaino pesante ma tutti mi hanno lasciato qualcosa. Da quando ho fatto i primi corsi e ancora adesso continuo a imparare dai miei amici istruttori e a conoscere nuove persone da cui cogliere qualcosa. Rimango un alpinista mediocre ma mi piace poter trasmettere il poco che so a chi si approccia a questo bellissimo mondo. Tanti auguri alla Scuola e tanti auguri a tutti gli istruttori!
Testo di Amedeo Giobbio.