Ai calanques aspettando la neve

Aaaaria di mare, un ottimo inizio di stagione sci-alpinistica!!!!

Avevo già percorso, sempre a tratti e in diverse occasioni, tratti più o meno lunghi, della famosa “passeggiata delle Calanques” ma mi mancava la cucitura del tutto il che rende l’esperienza una cosa “completa”.

In questo ponticello di fine ottobre, con annalisa e davide, ho avuto modo di mettere in saccoccia questo giro.

Non ha nulla di difficile, forse l’aspetto più complesso è quello logistico, poi bastano due buone gambe e… una solida schiena.

Lungo il percorso NON c’è acqua e questo è l’unico problema reale perché obbliga a dotarsi di pesanti scorte.

Breve diario del viaggio.

Partiamo nel pomeriggio di venerdì 28 ottobre da torino dormendo, già in tenda, lungo la val roya nei pressi di una falesia di arrampicata a Tende (a Tende in tenda!).

Il giorno dopo di buon’ora ci svegliamo e, smontato rapidamente il tutto, ci concediamo una ricchissima colazione lungo le attrezzatissime aree di sosta dell’autoroute francese con direzione Marsiglia che raggiungeremo solo intorno alle 12,00.

L’attraversamento della città non è rapido a causa del notevole traffico ed è solo alle 12,40 di sabato 29 ottobre che lasciamo l’auto a Collelongue, il porticciolo turistico sito a sud di Marsiglia che costituisce la partenza “classica” del Tour che ci accingiamo a percorrere.

L’inizio non presenta dislivelli rilevanti e sono una continua tentazione al bagno l’acqua trasparente pulitissima e la temperatura decisamente estiva. Gli zaini peseranno sui 20 kg cadauno disponendo di tre bottiglie di acqua da lt 1,5 ciascuno più tenda, materassino, saccoletto, viveri per più giorni e vestiario, gas, bombole di ricambio, popotte per la cucina….

Arriviamo, stanchi, nel tardo pomeriggio alla Calanque di Sorgiou, (raggiungibile anche in auto) dopo avere superato il colle omonimo ed osservato alcuni dei tantissimi climber che, di tutte le età e capacità, popolano le tantissime falesie di più tiri o monotiri che sono nelle Calanques in numero superiore a settanta.

Le Calanques sono il paradiso dei climbers che qui giungono da tutta Europa. Non saprei dire se siano più i trekkers o i climbers presenti…

La roccia è, come risaputo, calcare, solidissimo cosicché l’arrampicata risulta sempre piacevole e sicura. Direi che la spittatura è un po’ lunga (classico dei cugini francesi) mentre le vie sono di prevalenza verticali, quasi mai “appoggiate”. La frequenza di “trou” rende comunque spesso abbordabili vie dall’apparenza ostica. La presenza di climbers attrezzati di “friends, eccentrici e nuts mi porta a dire che siano anche presenti vie da proteggere….

Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti…

All’ingresso del paese di Morgiou veniamo avvertiti da perentori cartelli che il campeggio “sauvage” è rigorosamente vietato cosicché ci spingiamo sui sentieri che lambiscono le numerose falesie della dx orografica ma non reperiamo alcuna piazzola dove piazzare le ns due tende per cui… ripieghiamo su un’area “a rischio” poco distante dal centro del minuscolo aggregato. Monteremo la tenda solo al calare delle tenebre, nessuno di vedrà!!!

Dopo l’ottima cena tiriamo su le ns casette con gli ultimi night-climber che con ns stupore, rientrano alle auto. Transitando nel ns campo è ovvio che notano le tende…

Si verificherà infatti puntualmente, dopo cena, un curioso imprevisto.

I lampeggianti di due auto squarciano le tenebre che ormai avvolgono Morgiou… scendono veloci, staranno cercandoci per multarci, poco ma sicuro, qualche climber bastardo avrà fatto la soffiata…

Questo almeno, è quello che ci frulla nelle menti…

Due ombre scendono e, dotati di illuminatori professionali, salgono correndo in direzione delle ns tende…

È fatta, ci hanno sputtanato, bastardissimi climber…

Invece no, le passano senza vederle (se ce l’avessero avuta con noi ormai saremmo sgamati!!!) e continuano a correre in direzione delle falesie “alte”…

Come in un film americano c’è persino un elicottero che gira (di notte) ed illumina a giorno le scoscese pareti di calcare… “ekkekkaz?!?!?” pensiamo “è davvero così grave quello che abbiamo fatto???

Ci poniamo inquietanti interrogativi che si dipanano solo un’oretta dopo quando i due misteriosi personaggi atletici che si erano allontanati correndo su per le falesie ritornano con altri sette climbers recuperati chissà dove che si erano evidentemente persi !!! Era insomma un soccorso vero e proprio conclusosi senza esiti negativi… ci sentiamo dei cretini e fattaci sopra una grassa risata ci rintaniamo nelle ns tendine.

La notte passa senza altri film e la mattina di domenica 30 ottobre, prestissimo ancora al buio, smontiamo il campo. Dopo una buona e sostanziosa colazione partiamo per raggiungere la stupenda Calanque di Morgiou che ospita anch’essa un porticciolo turistico ed un bar-ritorante che risulta aperto. Lì si può acquistare acqua (€ 2,00 la bottiglia da lt 1,5 ancora onesto, tutto sommato). Anche a Sormiou avevo trovato acqua potabile comunque.

Una coca al bar, ripristiniamo le riserve idriche rendendo di nuovo gli zaini intrasportabili e partiamo. Si transita per la piccola, riparata calanque di Sugiton e si riprende la ripida salita.

Qui la relazione “normale” farebbe risalire mentre noi optiamo per il percorso più faticoso giungendo, dopo un lungo traverso al passaggio del c.d. “oeuil de verre” che implica il superamento di un tratto attrezzato con catene alto circa una diecina di metri ed il transito-arrampicata nel vallone della Vierge (Cheminée du Diable) scelta che, abbinata alle temperature estive si rileva poco felice…

Ogni grammo di acqua si rivela preziosa come l’oro e ne berremmo a litri …

Invece dobbiamo razionarla!!! Re-incontrato il sentiero del tracciato classico abbiamo salito oltre 1200 metri di dislivello da questa mattina e proseguiamo fino al colle dell’Oule che dà adito alla Calanque omonima.

Proseguiamo oltre, siamo sul Plateau d’en Vau e ci fermiamo sull’altopiano per la notte. Qui il campeggio non è vietato ed il panorama è spettacolare. Scopriamo, così per caso, la presenza di un rifugio (abri) nei pressi, grazie alla presenza di una famiglia di climbers che pernotta lì. Tale rifugietto, estremamente spartano e privo (ovviamente) di acqua, non è segnato su nessuna carta e risulta difficilissimo da reperire (anche se adesso disponiamo del waypoint rilevato da davide con il GPS).

Il mattino di lunedì 31 ottobre ci riserva una colazione “a secco” (è in atto un severo programma di razionalizzazione dell’acqua!).

Scendiamo lesti alla bellissima Calanque d’En Vau. Solitamente questa calanque è frequentatissima e mi stupisco parecchio di trovarla vuota al ns arrivo!

Stupore di breve durata perché, mentre bagniamo le ns sudate membra nelle fresche acque della cala, cominciano ad arrivare frotte di climbers, bikers, trekkers…

Ci rivestiamo e percorriamo in un paio di ore il percorso che ci conduce a Cassis, luogo di arrivo, transitando dalle Calanques di Port-Pin e Port-Miou, non più attraenti quanto le precedenti forse perché troppo facilmente accessibili e quindi “invase” da folla eccessivamente rumorosa e numericamente eccessiva, almeno dopo la relativa tranquillità dei giorni appena trascorsi.

Dopo qualche “cantonata logistica” (scambiamo a causa di fantasiose indicazioni di un indigeno un trenino turistico per un mezzo di collegamento pubblico! Sob!) riusciamo a prendere il bus che ci conduce a Marsiglia. Da lì, con il 19 arriviamo nei pressi di Collelongue che raggiungeremo con una navetta. Uauh, che fatica e che tristezza tornare a casa! Il giro è finito ma i posti sono talmente belli…

Abbiamo totalizzato una trentina di km e poco più di duemila metri di dislivello, la maggior parte concentrati nella risalita del Vallon de Vierge (evitabile se dalla Calanque di Sugiton si sale SUBITO all’altopiano). I km da Torino a Marsiglia ammontano a circa 450 e siamo passati dalla Val Roya sia all’andata che al ritorno. I tratti autostradali francesi hanno frequenti pedaggi pagabili con monetina nelle casse automatiche (è bene dotarsi di moneta).

Se si vuole NON utilizzare la tenda è molto diffuso dormire alla “belle étoile” anche se l’umidità notturna (spesso da noi rilevata) non rende piacevolissima la cosa (almeno in questa stagione!).
Strutture deputate a fornire ospitalità sono l’ostello della gioventù vicinissimo al col de la gardiole (praticamente Cassis) nonché alberghetti a Sormiou e Morgiou. È bene informarsi perché non sempre aperti o comunque pieni con gran facilità. Quando siamo transitate noi però a Sormiou era tutto chiuso (nonostante una foltissima presenza di turisti di giorno). Il campeggio libero è possibile solo FUORI dalle aree “urbanizzate” pena sanzioni pecuniarie di 135 euro a persona.

Foto su www.flickr.com/photos/snowlover62/sets

Emmecì

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