L’inverno più freddo della storia?
Il 1709!

Carlo Goldoni aveva due anni, Benjamin Franklin ne aveva tre e stava certamente già pensando al suo parafulmine anche se non poteva immaginare che la sua immagine sarebbe stata immortalata dal prezioso biglietto USA da 100$.

Torino si era ormai ripresa dall’assedio dei Francesi e l’attuaro (una sorta di archivista) del Senato Torinese, tale Ludovico Soleri scriveva sul suo diario: “Glacio, fredo, venti gagliardi che non vi è memento d’homo vivente che si ricordi!”.

Era il 1709.

Nel dicembre del 1708 un freddo particolarmente forte con poca circolazione d’aria aveva determinato la formazione dell’ Anticiclone Termico Russo, una situazione meteorologica quasi assente nell’ultimo secolo.

Il gelo irruppe in Europa all’inizio di gennaio: in poche ore vi fu un abbassamento delle temperature di quasi 20°C e per una ventina di giorni la pianura padana fu bloccata in una morsa con temperature che raggiunsero, pare, anche i -40°C.

L’unico osservatorio meteorologico esistente all’epoca era quello di Berlino che registrò una temperatura media del mese di -8,7°C e una minima di -29,4°C.

Ghiacciarono tutti i fiumi europei, la laguna veneta ed il lago di Garda e, scrive ancora il Soleri, il Po a San Mauro divenne attraversabile da carri pesanti.

In pianura cadde oltre un metro e mezzo di neve e, scrive il Sansovino: “Cadde tanta neve che non si poteva uscir di casa ed i tetti, per l’ingente pondere ebbero incredibile rovina dappoichè alcuni si aprirono ed altri caddero”.

A quei tempi non c’era il GSA e neppure lo scialpinismo e neppure gli sci. Se no chissà che belle gite avremmo potuto organizzare, che farina avremmo potuto trovare!

Però con tutta quella neve il geniale Benjamin oltre al parafulmine avrebbe dovuto inventarci anche un potentissimo ARTVA!

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