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Doppio scacco al Re!

Abbiamo provato a giocarci due giorni con il Re di pietra delle nostre montagne.

Ha provato a nasconderci la neve ed a rifilarci un po’ di bufera, ma alla fine abbiamo vinto noi: doppio scacco al Re!


Puntuali come degli orologi svizzeri, provenienti dai più reconditi angoli del pianeta, tutti alle ore otto dell’ultimo giorno di ora solare di questa assolata primavera 2012, ci troviamo al pian della Regina, il famoso Queen’s Land della Po Valley, e sotto un generoso sole alla quasi tropicale temperatura di due gradi sotto zero, ci infiliamo nelle nostre protesi e, ad un cenno dei valenti, silenziosi ma efficaci, Capogita, Paulo e Mauro, sci in spalla, partiamo dai 1740 metri alla volta del Viso Mozzo.

La camminata è breve, venti minuti ed il gruppo si ricompatta per ri-partire, dopo l’immancabile cancelletto ARVA, in religiosa fila indiana.

Paolo apre, seguendo (per sua fortuna!) una già marcata traccia mentre Mauro chiude le retrovie.

Salendo abbiamo l’impressione che la neve non sia quella meraviglia ma la meteo in compenso è meravigliosa e la mole del Monte Viso incombe impressionante sopra di noi rendendo l’ambiente molto suggestivo, arricchito da un sole che, già alto nonostante l’ora, fa capolino dietro la mole del Viso Mozzo.

Un paio di ricompattamenti del gruppo, peraltro piuttosto unito, e giungiamo ai 2600 metri di quota dove alcuni, stanchi o con qualche problema, si fermeranno al colle mentre la quasi totalità del gruppo affronta l’ultima erta rampa che conduce alla asimmetrica croce della vetta posta a metri 3015 con una spettacolare vista sulla parete est del Monviso.

In vetta si sta magnificamente: non fa freddo, neppure caldo, non c’è vento, il panorama è fantastico e la vista spazia su montagne lontane anche se l’imponente sagoma del Monviso ci occulta tutto il settore ovest.

Alle 12,30 dopo qualche milione di foto cominciamo a scendere e durante la discesa un ns socio, ahimè, a seguito di una infelice caduta si lussa una spalla.
Il dolore è notevole, proseguire non sarebbe saggio, così decidiamo di fare intervenire il 118.
Dopo un 40 minuti l’elicottero raccoglie l’infortunato, Massimo, e chi era rimasto sù scende terminando la discesa in bellezza a poche diecine di metri dalle auto.
Recupereremo Massimo all’ospedale di Saluzzo con la spalla già sistemata ed un tre settimane di riposo come terapia.

Una buona parte di noi rientra a Torino mentre una quindicina resta per la gita di domani: è prevista la salita alla Meidassa …


La domenica di buon ora (legale) ritrovo al Polo Nord (nel senso di albergo in Crissolo).
Qui si riuniscono i reduci dal Viso Mozzo, ben nutriti dal gestore in definitiva dignitoso, ed i convenuti di giornata che da Torino si sono sottoposti alla prima vera levataccia della stagione.

Venti partecipanti oltre due fuori gita ma diligentemente aggregati.

Un caffè e poco dopo le otto partenza da Pian della Regina.

Tempo inizialmente sereno, appena velato, ma già dopo un ora, raggiunto Pian del Re sci a zaino, esattamente come previsto, la velatura si è addensata e mano mano trasformata in nuvolaglia sempre più intensa.

Tuttavia le condizioni generali, buona temperatura, assenza di vento e visibilità ancora sufficente hanno portato a proseguire.

Qualche dubbio alle casermette (Quota 2800m) dove il peggioramento del tempo s’intensificava, ma in definitiva, prima con uno step al colle Luisas sotto il M.te Granero e poi per chi voleva (quasi tutti) alla cima la salita era compiuta, e bene.

Una “minzione speciale” per Laura, lei come aggregata fuori gita, che però a tutti i costi ha voluto esserci, è stata disciplinata ed è arrivata in cima con il gruppo. (giudichi il Presidente sull’opportunità della “minzione”).

La discesa con visibilità scarsa, pur con qualche piccolo sprazzo, è stata comunque divertente, su neve trasformata e ben sciabile fino a Pian del Re.

Poi dopo una camminata dal sentiero estivo (qualcuno) o dalla strada asfaltata con tagli dei tornanti (qualcunaltro) o ancora tagliando con un traverso a nord-ovest (qualcun altro ancora per fare, pur con “gava e buta” ancora qualche curva) tutti al fatidico banchetto anche questa volta ben nutrito, comprese le mitiche acciughe al verde, pane fatto in casa ed un gran bel tocco di “gorgo”, tutto rasato a dovere!

ma ma (marco&mauro)

E’ primavera!
Doppia gita in Valle Po!

E’ arrivata la primavera ed è più tedioso di prima tornare in città dopo una bella giornata sulla neve.

Ed ecco allora subito trovato l’espediente per non farlo: Sabato sera ci si ferma a Crissolo e Domenica si fa un’altra gita!

E’ arrivato il momento della 2 giorni ai piedi del Monviso con in programma due classicissime DOC, per le quali ogni annotazione o commento tecnico sono superflui, inframezzate da una bella serata in compagnia.

24 e 25 Marzo 2012

Viso Mozzo 3019m – Monte Meidassa 3105m

da Pian Melzè 1714m – Dislivello: 1305m/1391m – Difficoltà: BS – Coltelli obbligatori
Capogita: Danilo Ciravegna, Mauro Amerio, Paolo Perotto

Il viaggio è questa volta con auto proprie.

Sabato 24 Marzo

Ritrovo h. 6.15 – Mirafiori Motor Village

(P.za Cattaneo – C.so Orbassano ang. C.so Tazzoli)

Il pernottamento sarà presso l’Albergo Polo Nord di Crissolo (mezza pensione a 47 Euro) e non è necessario il sacco lenzuolo.

Per coloro che intendono partecipare solamente alla gita di Domenica al Monte Meidassa, stesse condizioni di appuntamento per il giorno seguente, ricordando che siamo nel giorno di passaggio all’ ORA LEGALE!

Domenica 25 Marzo

Ritrovo h. 6.15 – Mirafiori Motor Village

(P.za Cattaneo – C.so Orbassano ang. C.so Tazzoli)

Per entrambe le gite è prevista la partenza alle 8.00 dal Pian della Regina.

Per il pernottamento in Albergo sono ancora disponibili alcuni posti.

Ricordiamo che è comunque necessaria la prenotazione per rientrare nei canoni assicurativi.

Ed allora per un bel Sabato, per una bella Domenica o per tutti e due, se non l’abbiamo ancora fatto, chiamiamo o scriviamo a Mauro o a Paolo:

amerio.mauro@virgilio.it – tel. 333.2672107

paolo.perotto@gmail.com – tel. 335.7190974

A Sabato.

2 giorni alla corte del Re di Pietra

L’idea di passare due giorni a corte può essere elettrizzante per qualcuno ma probabilmente assai noiosa per molti: rigidi protocolli, barbosi cerimoniali e l’obbligo ad abiti scomodi e formali.

Ma se la corte è quella speciale della nostra montagna più emblematica, beh allora le cose cambiano: picchi e creste inconfondibili, itinerari non difficili ma non banali, splendide discese quasi assicurate.

Quest’anno a fine Marzo è inserita un’idea un po’ diversa nel nostro calendario: una rilassante due giorni ai piedi del Monviso non per compiere performance o imprese eccezionali, ma per salire con calma le due classicissime dell’Alta Valle Po sostituendo al veloce ritorno a casa una bella serata in compagnia.

Dopo la gita del 24 Marzo al Viso Mozzo è quindi previsto per il Sabato sera il pernottamento a Crissolo (presso l’ Albergo Polo Nord – Mezza pensione a 47 Euro) per una bella serata in allegria come vigilia della gita di Domenica 25 al Monte Meidassa.

La ricettività di posti è un po’ limitata e pertanto si richiede di prenotarsi il più presto possibile scrivendo o telefonando ai Capogita in modo da consentire loro di organizzare al meglio questo bellissimo week-end.

Mercoledì 21 Marzo

Serata di chiusura delle Iscrizioni

alla 2 GIORNI

del 24 e 25 Marzo 2012

Viso Mozzo 3019m – Monte Meidassa 3105m

da Pian Melzè 1714m – Dislivello: 1305m/1391m – Difficoltà: BS
Capogita: Danilo Ciravegna, Mauro Amerio, Paolo Perotto

Non aspettiamo l’ultimo momento per iscriverci, un posto a corte val pure un piccolo sforzo di prenotazione e allora scriviamo o chiamiamo per tempo Mauro o Paolo:

amerio.mauro@virgilio.it – tel. 333.2672107

paolo.perotto@gmail.com – tel. 335.7190974

Vi aspettiamo.

ROCHERS CHARNIERS
La sostenibile leggerezza dell’essere

Ottava gita della stagione ed altra grande giornata sociale per il nostro GSA.

Alla faccia di un inverno secco come pochi continua dunque il nostro filotto di gite in ottime condizioni: un po’ di fiuto, un po’ di fortuna e una guida che non siamo disposti a scambiare per nulla.

Partenza poco prima delle 8 dal Village du Soleil di Montgenevre e ritmo tranquillo lungo la stradina del Vallon des Baisses forse anche grazie ad un paio di bottiglie (di … zavorra !?) caricate sullo zaino del nostro Orfeo.
Una sosta di raggruppamento al primo sole, sotto il Colle dello Chaberton, e di qui la salita inizia a farsi ripida.

Anche il ritmo aumenta un pochino forse anche a causa del fatto che le bottiglie sono state nel frattempo scaricate e misteriosamente nascoste in qualche anfratto.

La traccia, esistente, è comunque perfetta e comodissima e così anche il secondo raggruppamento avviene, senza troppe attese, all’uscita della prima ripida conca.
Il gruppo si frantuma un po’ di più nell’ultimo tratto, ma poco dopo le 11 siamo comunque tutti sui 3063m della punta dove i primi arrivati stanno in verità un po’ friggendo nell’attesa di buttarsi nella prima elettrizzante discesa verso il Pian dei Morti.

Mentre un gruppo di 6 si ferma per prolungare la sosta gradevolissima sulla punta e tornare per il percorso di salita, gli altri 31 spariscono così in un attimo come in un salto nel vuoto verso i tetti di Fenils.

Il Pian dei Morti arriva troppo in fretta!

Rapido ripellamento e si risale, in un clima rilassato e adesso decisamente caldo.
I 250 metri di dislivello vengono superati quasi di slancio per raggrupparsi di nuovo tutti sull’ ampia insellatura del Colle dello Chaberton.

E così, qualche minuto dopo, i 6, che hanno nel frattempo finito la bella discesa dal versante di salita e si stanno crogiolando al sole in un spiazzo d’erba sul piano sottostante, si possono godere anche lo spettacolo di un nugolo di una trentina di formichine che ricamano gli splendidi pendii che scendono dal colle, spariscono in un canale e rispuntano sul dosso successivo e alla fine li raggiungono.

E la soddisfazione è decisamente generale!

Adesso si presentano due alternative: o risalire a scaletta il dosso sopra l’impianto e scendere la stradina un po’ noiosa e con le prime pietre che fanno capolino nella neve oppure farsi dare uno strappo dalla Montgenèvre Hautes Alpes e scendere poi più comodamente sulle piste.

A questo punto si inserisce una piccola digressione.


Dialogo fra il GSA e un impiantista di Montgenèvre

Rompe il ghiaccio Guido puntando sull’Ufficialità:
«Bonjour, nous sommes du Club Alpin de Turin, nous avons fait un course … »
« Combien vous êtes ? »
« Mais … ehm … 30, peut être quelqu’un en plus… »
« No, no, no, c’est ne pas possible, c’est trop »

Interviene allora Orfeo con argomenti più tangibili :
«Nous avons avec nous un pair des bouteilles de vin … » (ecco lo scopo della zavorra !)
« Mais 30 c’est beaucoup, comme on peut faire ? »

Si inserisce Ceci sfilando, con arte insospettata, gli occhiali :
«Vous devez comprendre, nous sommes très fatigué! »
« Ca va, ca va, allez mais s’il vous plait sans confusion ! »
(tenendo le bottiglie con una mano e salutando con l’altra)


Ora il dubbio, che ci porteremo appresso è: chi o cosa avrà convinto l’impiantista a far salire 41 portoghesi (tanti eravamo, altrochè 30) sulla seggiovia?

Non proprio “sans confusion” saltiamo comunque tutti in fretta sui seggiolini che ci portano in pochi minuti, trecento metri più in alto sulla punta dei Rochers Rouge.

Grazie a questo escamotage ci ritroviamo subito dopo a rincorrerci su una bella pista semideserta (a parte noi 41) e su una neve marcetta neanche male che ci convince di essere tutti dei tres bon skieurs!

Due minuti due a piedi e siamo al piazzale dove magicamente, guarda caso, si apre il nostro tavolino che in pochi secondi, ogni volta sembra sempre più piccolo, è sommerso di ogni ben di Dio, compreso un grande vassoio di Speck della Carinzia della nostra Bianca che si presenta e fà subito amicizia con le acciughe di Ceci e le diverse torte salate.

La giornata è splendida e adesso fa decisamente caldo, le leccornie del tavolo pretendono l’accompagnamento di qualche bicchiere di vino e così nonostante gli apporti generosi, anche la nostra cantina si rivela un po’ piccola e viene inesorabilmente svuotata: la sete è sete.
Bisognerà tenerne conto!

E così, in una giornata riuscitissima sotto tutti i punti di vista, siamo riusciti a mettere in saccoccia anche l’anello, non breve e non banale, dei Rochers Charniers, e non siamo neppure a metà marzo!
O no?