21 gennaio 2017
Monte Creusa

“Cascate di ghiaccio, dovremmo fare cascate di ghiaccio”.
Queste son le parole di Enrico quando il bus arriva a Vernante.
“Non ci sono le condizioni per lo scialpinismo divertente, diamoci ad altro.”

Che sia la sua tecnica per abbassare le aspettative?

Complice il dislivello non altissimo della gita di oggi, la sosta a Vernante si traduce in 50 scialpinisti al bar caffetteria Venchi, chi si prende il caffè, chi compra cioccolatini, chi il classico cacao in polvere Due Vecchi per i prossimi dolci del tavolino.

Si parte da Limonetto, si sale fuori dalla pista (e mentre lo scrivo mi viene il naso tipico del burattino di zona), e ci si porta a destra.

In cinquanta, in ordinata fila, con un paio di soste di ricompattamento, saliamo su una neve a tratti molto dura, praticamente tutti mettiamo i rampant, alternata ad ampie zone d’erba.

Il paesaggio migliora a metà gita, quando iniziamo a vedere la nostra meta, il Ciotto Mieu 2378 m che solo tre di noi salgono a piedi, mentre il grosso del gruppo si porta al vicino e più malleabile Monte Creusa.

Dalla vetta riusciamo a far cadere nell’ordine: uno zaino, un paio di bastoncini ed uno sci. Tutto viene recuperato, in modo più o meno semplice, con più o meno dislivello di inseguimento.

La neve è dura, ma “tutta uguale”, che sai che tiene e le curve si fanno.
Non mancano i voli, qualche naso graffiato (l’abbiamo detto che la neve era dura), e qualche scivolone sull’erba.

In un modo o nell’altro arriviamo tutti al pullmann, ed in un attimo si imbandisce il tavolino, decoroso ma non ricchissimo, che sia una metafora della neve?

Splendida la crostata con la marmellata di Renato, ma non è stata immortalata, forse perché tutti erano distratti dalla cerimonia di impupacchiamento che era in corso: benvenuto Alessandro!

silvia


Fotografie di Marco Centin

Per vedere e scaricare queste ed altre foto di Marco potete cliccare quì.

Cai Uget