21 maggio 2016
Pointe de Ronce

La stagione 2015/2016 verrà ricordata, almeno nella sua fase iniziale, come una delle più nefaste per lo scialpinismo: la neve che non è arrivata fino alla fine di gennaio, le temperature alte ed un susseguirsi di perturbazioni che con precisione matematica rovinavano solo i weekend sono stati il cruccio di tutti gli amanti dello sci in salita.

Cercando di mettere delle toppe per la maggior parte delle sociali, siamo riusciti a fare nelle date previste o a recuperare non appena il meteo ce lo consentiva una buona parte delle uscite: Croix Carail, Paglietta, Arp Vieille, Demi e Ombiere, Pierre, Blanche, Tempesta e Piovosa, Bert, Entrelor… mete di tutto rispetto, mete alle quali ancora oggi alcuni aspirano come culmine di stagione.

Se aggiungiamo anche il Raid con le sue Latous, Matto e Paur potevamo dire di aver non solo salvato ma recuperato in stile l’intera stagione.

Ed è qui che il GSA tira fuori i suoi assi nella manica: Orfeo e Roberto che provano una gita mercoledì scorso e la trovano in ottime condizioni!

Con l’aiuto di un altro asso, Renato, propongono niente popò di meno che la Pointe de Ronce!

Gita lunga ed impegnativa ma in fondo siamo il GSA e quindi ci sta.


Sabato mattina, neanche troppo presto, ad Almese siamo in ventiquattro.

Si formano le macchine e si parte per il Moncenisio, veloce ricompattamento al Plan des Fontainettes e qui l’unico errore di Orfeo: fidarsi troppo di me e dirmi di portare tutti al punto di partenza mentre lui si incammina per vedere dove parcheggiare!

Sbaglio miseramente strada e dopo un percorso degno del Camel Trophy, porto tutti al punto di partenza corretto ma con mezz’ora di ritardo!

Preparazione veloce mentre Marco distribuisce caffè e brioches portati dalla first lady Bubbola, perché la colazione non va saltata!

Alcune chiazze di neve dura ci hanno fermato prima della fine della strada, la nostra salita inizia a 1850m lungo lo sterrato, a 1960m si fa il cancelletto e si sale su dritti e veloci fino a dove si calzano gli sci (2200m).

La salita è sempre ripida e impegnativa, la testa del gruppo costituita per lo più da velocisti sale rapida ma noi al fondo (in assenza di Roberto sono stato precettato come capogita) non ci facciamo scoraggiare.
All’imbocco del canale Orfeo decide che per sicurezza sia meglio calzare i ramponi, saliamo ripidamente ed in cima ci ricompattiamo.

Mentre la cavalleria scalpita e riparte, la chiusura si riposa per riprendere fiato.

Traverso, in cui non sono necessari i rampant, e poi l’ultima paretona sotto l’anticima.

La stanchezza si fa sentire e rallento il ritmo per permettere a tutti di arrivare, sono dieci inversioni (come continua a ripeterci Marco dall’altra parte del vallone che ci segue con binocolo e radio) che non finiscono più…

All’una in punto anche la chiusura raggiunge la vetta!
Ventidue persone in cima, due persone lungo il percorso gettano la spugna perché in giornata no, peccato!

La scalpitante apertura inizia la discesa mentre noi ci godiamo il panorama e ci riposiamo qualche minuto.

Scendiamo su neve bellissima, solo leggermente appesantita dal calore, non sembra vero!

Prendiamo la variante di sinistra che ci evita il traversone e ci porta su neve ancora migliore, ormai siamo sulla trasformata da manuale: sembra pure di saper sciare!

Canalone, plateau, lago d’Arcelle e giù nella boschina (per me divertente ma devo dire che non a tutti piace) che grazie ad un sapiente ricerca di chi ci ha preceduto, ci porta a 2030m.
Sentiero, strada e finalmente all’auto.

Che dire di questa giornata: semplicemente perfetta!

Sicuramente faticosa, impegnativa e lunga ma penso che rimarrà nella memoria di tutti per i suoi aspetti positivi.

Grazie ai capigita (seri) Orfeo e Renato e grazie al tester Roberto.

Ed ora non ci resta che pensare alla prossima stagione !!!

stefano


Fotografie di Giulia Dusio e Davide Ghigliano.

Cai Uget