19-20 marzo 2016
Weekend in Val Maira

Se si organizza un weekend di due giorni normalmente lo scopo è di fare due gite: una il primo giorno ed una il secondo.

Tutto ciò non vale in Val Maira dove le regole matematiche vengono facilmente modificate …


Con inusuale coerenza a quanto esposto in programma, eccoci rinnovare il nostro appuntamento con uno dei paradisi piemontesi dello sci-alpinismo: la Valle Maira, una delle più belle valli occitane, frequentatissima (non a caso) da tantissimi stranieri accomunati, stranieri e non, più dal fascino delle bellezze naturali che dalla presenza di rumorosi ed abominevoli Luna-Park delle nevi….

L’asso nella manica del GSA, anche questa volta, è la presenza del baldo giovane Enrico (ormai non più di primissimo pelo!) socio ex-torinese che sensibile al richiamo della foresta, ops!, delle origini familiari è tornato (ormai da tanti anni) a Stroppo, nel cuore della Valle e conosce, possiamo dirlo senza tema di smentita, ogni singola pietra della valle.

Con una guida di tale levatura era inutile quanto insensato predisporre un dettagliato programma settimane prima.
Sarebbero state le condizioni del momento a determinare la meta!

Una volta tanto anche la meteo sembra dalla nostra parte.

La neve è talmente abbondante che nei giorni precedenti la nostra escursione il rischio valanghe era quattro ma, grazie ad opportuni contatti con le alte sfere, lo abbiamo fatto scendere a TRE!
Potenza del GSA!!!

Sabato 19 Marzo, Festa del Papà, ore cinque e trenta, solito Motorvillage di corso Orbassano: assonnati ominidi, più o meno monturati, si affollano e, con la lucidità mentale di chi ha dormito troppo poco, cercano di distribuire gli equipaggi in modo equo nel minor numero di auto possibile.

E poi si parte.

In linea con le malsane abitudini acquisite in decenni di scialpinismo, pausa a Verzuolo per (prima? Seconda? Terza?) colazione e via verso la Val Maira.

Dove al bivio per Stroppo, presso il caratteristico locale “l’Ape-Maira” troviamo già Enrico col suo quasi nuovo Fiorino e la banda di skialper, tutti carichi come molle con gli sci in auto….che ruggiscono!!!!!

Henry of the Maira Valley opta per una meta classica come la cima Tempesta proponendoci poi …non dico decine ma svariate possibilità di discese , di ripellamenti, di versanti….insomma il suo scopo è evidentemente quello di stordirci facendoci venire mal di testa, per cui alla settantaseiesima possibilità di variante di “canala con due metri di powder” non lo ascoltiamo più e gli andiamo dietro silenziosi, godendo dei primi raggi di sole che elevino i -6°C che abbiamo vissuto a Tolosano a qualcosa di più caloroso…

Ricompattamenti, passo costante, tutti i trentatré (non-trentini), si sale e nella parte alta … il sole comincia a farsi sentire.

Ci tratteniamo sulla punta a 2679 metri per parecchio tempo: non c’è vento, il panorama è da cartolina!!!
Lasciamo riposare le allenatissime membra dopo i 1177 metri di dislivello prima di affrontare la prima delle due discese odierne su neve da urlo!!!

Ripellamento e salita alla seconda delle due cime dalla meteo disturbata: la Piovosa quotata “solo” 2601 metri.

Il caldo durante la risalita è opprimente e la giovane new-entry Giacomo, figlio d’arte, si mette in mostra…con i suoi 21 anni ed un’andatura da gara, riguadagnando i 270 metri di salita in pochi minuti.

Con la lingua di fuori lo raggiungiamo e ci riposiamo tranquilli per far scendere la frequenza cardiaca a livelli non da cardiopalma….
Rifocillamento, reintegro idrico degli abbondanti liquidi persi e ….tutti pronti ad impolverarci nella farina della discesa!!!!

Attraversiamo, dopo ampi pendii ancora vergini, un bosco e su pendenze anche inusuali per qualcuno, arriviamo tutti sani, salvi e felici alla strada che, con modesta spinta, ci permette di tornare al soleggiato parcheggio di Tolosano dove, in pochi minuti è allestito il consueto banchetto regale.

Salutiamo coloro che ci hanno accompagnato in questa bella avventura per il solo sabato e ci spostiamo nella già nota Locanda Lou Lindal quota 1541, un accogliente Rifugio-alberghetto al Preit completamente ristrutturato dieci anni fa, dove trascorriamo il pomeriggio, tra dotte disquisizioni filosofiche di alto registro, tornei di bridge, o ,credete a ciò che preferite, dormendo nei comodi letti.

La cena non delude, ottima ed abbondante ed anche i vini sono graditi.
A nanna presto però!
Domattina colazione ore 6,30 !!!!

La domenica 20 partiamo sci in mano direttamente dalla accogliente Locanda e percorsi 654 (precisione del GPS!) metri possiamo calzare gli sci, senza utilizzare le auto!

Ci incamminiamo lungo l’innevata stradina di fondovalle, fino ad un pianoro, Le Grange Selvest 1661m e da lì cominciamo la risalita del pendio destro orografico, fino alla “quota 2506” che rappresenta la nostra meta odierna.

Per arrivarvi transitiamo sotto la parete nord della Rocca La Meja, mentre una leggera nuvolaglia ci fa temere una interruzione dello stupendo soleggiamento che fin qui ci aveva accompagnato….

Ma è un attimo, dopo un quarto d’ora il cielo si ripulisce e ci lanciamo giù nella polvere del versante settentrionale per ripellare e risalire tutti al Monte Bert 2394m.

Da lì uno sparuto gruppo si butta giù nel facilissimo, ostico solo in apparenza, canalone nord che adduce direttamente alle grange Selvest, mentre la maggior parte del gruppo percorre una via più tranquilla.

Tutti con neve ancora spettacolare nonostante l’ora non più mattutina.

Raggiunte le auto ci spostiamo nel fondo valle ricompattandoci solo all’APE MAIRA dove festeggiamo i due riuscitissimi giorni con il puntuale reintegro energetico.


Infiniti ringraziamenti a Enrico, Walter e Flavio per le ottime scelte, l’ottima organizzazione e la pazienza a condurre un gruppo di scapestrati come quello del GSA.

Un pensiero anche alle gentilissime ed efficienti gestrici della Locanda che non ci hanno fatto mancare nulla.

E ai bravi e, quasi sempre, diligenti soci che ancora una volta sono riusciti ad insaccare le mete prefissate che, in questo week-end sono state ben quattro!!!

emmecì


Fotografie di Walter Actis, Marco Centin e Michelino Giordano.

Cai Uget