26-27 marzo 2011
Testa del Rutor

Quelli che al mattino …

Il weekend inizia con 17 Sci Masochisti (un nuovo genere di Sci Alpinista che negli ultimi anni sta iniziando a prendere piede) che, non paghi di salire i 1150 metri di dislivello che portano al Rifugio degli Angeli, decidono di aderire alla proposta di aggiungere anche la salita al Mont de l’ Arp Vieille.

All’appuntamento delle 6.15 al McDonald’s di C.so Giulio Cesare si presentano un po’ tutti assonnati ma pronti e fiduciosi, si combinano le macchine e si cerca di organizzare già il posizionamento tattico di due di esse a Planaval.

Decidiamo di partire dandoci appuntamento di fronte all’Hotel Paramont e fare colazione ognuno per conto proprio lungo il percorso: sarà il carisma del capogita, sarà (più probabilmente) la paura di perdersi, eccoci tutti ad Aymavilles nello stesso bar!

Con molta calma proseguiamo tutti ben incolonnati fino alla nostra prima meta dove lasciamo due macchine per poi proseguire verso Bonne.

Quando l’intero gruppo sempre con molta calma è pronto per partire, scopriamo che al prossimo corso di Laurea in “Scienza dello Spostamento (dell’Attrezzatura da scialpinismo da Auto ad Auto)” dovremo iscriverci tutti!

A Planaval sono rimasti due bastoncini che dobbiamo tornare a prendere.

Buona parte del gruppo ripensando alla vita scolastica decide per l’autogestione, si pronuncia per la lotta al potere e parte in direzione Arp Vieille.

Nel frattempo, recuperati i Gipron nuovi, anche la coda del gruppo parte e cerca di riprendere i fuggitivi che a 2200m han deciso di fare pausa.

Ricompattato il gruppo si inizia l’assolata salita fino al successivo ricompattamento e nuova pausa a 2600m dove Lucia, in qualità di moglie del Capogita, lo minaccia pubblicamente per il ritmo tenuto.

Essendo un po’ sordo e non tanto furbo riparte e in 2 ore e 40 minuti (comprese soste) porta tutto il gruppo in vetta.

Si staccano e si mettono ad asciugare bene le pelli dato che al pianoro dovremo ripellare, ma non tutti lo fanno…

Iniziamo la discesa lungo il percorso di salita cercando di farci piacere una neve che ha come unico pregio l’essere sciabile.

Quando arriviamo a 2400m scopriamo che qui la pappetta bianca (mi rifiuto di chiamarla neve!!!) è molto peggio di quanto immaginassimo: sci che spariscono in buchi nascosti, tracce profonde che non reggono al passaggio, ecc…

Ma si sa: lo scimasochismo è anche questo!

Si ripella e si comincia a salire in direzione del colletto dietro al quale si nasconde il Rif. degli Angeli: se non fosse per i vestiti sgargianti del XXI secolo potremmo benissimo essere scambiati per soldati della Grande Ritirata di Russia!

La differenza stava nel fatto che loro non dovevano combattere con le pelli che si staccavano!

Maurizio e Stefano al ritmo di decine di strappi di scotch riescono a cavarsela fino al colletto dal quale con gioia finalmente vediamo a pochi metri il rifugio.

Già lungo la risalita siamo stati raggiunti e superati dai baldanzosi compagni partiti più tardi da Torino con gli altri due capigita ma questa è un’altra storia…

… e quelli che al mattino …

La partenza del gruppo 2 è decisamente ad un’ora più accettabile e ci permette di presentarci rilassati al punto di ritrovo.

Appuntamento quindi a Bonne, dove si comincia con uno spuntino di torta salata, completamente sbriciolata ma ancora calda, di Luca.

Anche noi, forse per emulazione, non potevamo non dimenticare qualcosa!

Per recuperare un ARTVA c’è stata prima una conversazione radio surreale, in cui si chiedeva a Stefano (in cima all’Arp Vieille) se aveva le chiavi dell’ auto in cui era presente il borsone GSA … ???? salvo poi chiederne uno in prestito all’Hotel Perrin!

Alle 13.00 finalmente si parte, sotto un bellissimo sole che però rende la neve decisamente troppo molle…..

La salita si svolge in modo tranquillo e alle ore 17.00 siamo tutti al Rifugio, accolti da un bel bicchiere di The caldo offerto dai gestori.

La cena e la serata sono davvero piacevoli e la differenza tra una gestione professionale e quella amichevole dei ragazzi volontari dell’associazione Mato Grosso è davvero evidente.

Per finire, caffè o tisana, un paio di canzoni con accompagnamento di chitarra e tutti a nanna.

… e il giorno dopo …

La mattina si decide di partire in due gruppi separati, ma sarà solo per poco.

Il primo, più lento, inizia la salita con calma.

La nottata è stata stellata e la temperatura è scesa sottozero, si parte subito con i coltelli in canna…. da superare vi è solo un unico traversino un po’ delicato.

La giornata è ancora bella e non tarda ad uscire il sole che riscalda e fa risplendere i pendii superiori del Ruitor.

Appena sotto la parete finale i gruppi si compattano e ci si prepara a salire la ripida parete che porta dritti in cima.

Piccozza e ramponi, l’imbrago è già indossato da tutti, e via!!

Sono solo 70 metri ma l’inclinazione è di almeno 40°, quindi grande attenzione da parte di tutti.

L’arrivo in cima è davvero spettacolare!!!

Grandi pacche sulle spalle e strette di mano, la felicità è palpabile ai 3486m della cima.

Il panorama sull’altro versante è da cartolina, il ghiacciaio che scende nella valle di La Thuile è uno dei più estesi d’Italia e già vediamo ai nostri piedi il passo dello Chateau Blanc, che attraverseremo per imboccare il vallone di Orfeuille, la nostra discesa.

Un solo grande crepaccio a cui fare attenzione e l’affaccio dalla parte opposta lascia senza fiato, un biliardo bianco senza nemmeno una riga………

Inizia la discesa, la neve in principio è davvero bella, le pendenze diventano più sostenute e il gruppo rimane sempre compatto.

Ci aspettano 1900 metri di discesa e si intuisce subito che la neve non sarà sempre uguale a quella dei 3000….

L’ultimo pezzo è da manuale del boscaiolo!

Non si riesce ad imboccare la strada che porta a Planaval a causa delle imponenti valanghe cadute e quindi la boschina mette a dura prova negli ultimi 300 metri.

Ma ecco che alla fine siamo arrivati, sci ai piedi, alla piana di Planaval.

Si recuperano le auto lasciate a Bonne e si festeggia tutti insieme con abbondanti porzioni di dolce e salato provenienti da ogni auto (c’è pure un trancio di Gorgonzola che era stato portato 40gg prima per una sociale, ed era stato sapientemente conservato).

Un bellissimo fine settimana, il tempo è stato clemente, la perturbazione prevista non ha anticipato il suo arrivo, insomma, proprio un Rutor coi fiocchi.

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