17 aprile 2011
Cima del Pelvo

La giornata inizia con una bella sorpresa: ai 28 partecipanti “Torinesi” si aggiungono Enrico e Paolo che ci hanno raggiunto dalla loro Valle Maira e così siamo ben in 30 a risalire la stradina della Valle Argentera che ci porta prima a Brusà del Plan e poi, con un lungo tratto pianeggiante, fino ai resti di Troncea.

Oggi meta un po’ inusuale per la nostra Sociale: il ripido e nascosto Vallone del Pelvo che probabilmente non aveva mai visto finora tanta gente tutta insieme!

Ma quì siamo in casa di Orfeo e le sorprese non possono che essere fantastiche.

Ed una giornata fantastica è stata!!

In realtà la meteo ci ha provato a metterci i bastoni fra le ruote prima con una notte nuvolosa, che ha molto limitato il rigelo, e poi facendoci avvolgere per qualche decina di minuti dalle nuvolaglie del mattino, ma ha quasi subito capito che ci voleva ben altro per fermarci, si è rassegnata e ha lasciato perdere regalandoci sole e blu.
E che neve!!!!!

Ma torniamo a Troncea dove eravamo rimasti a raggrupparci al termine dell’avvicinamento.

Di fronte a noi c’è il salto di 200 metri della Cascata del Pelvo, ancora povera d’acqua ma che fra qualche settimana formerà uno degli spettacoli più belli di queste vallate, su cui dobbiamo salire per entrare nel vallone.

E quì per tutti, anche per quelli che avevano sonnecchiato percorrendo il fondovalle, inizia il brusco risveglio.

Boschetto ripidissimo, sentiero a stretti zig zag che però in una mezz’oretta ci porta tutti brillantemente sopra il salto all’ingresso del lungo ed incassato Vallone del Pelvo.

Breve raggruppamento e poi, inseriti i rampant, ci inerpichiamo per il ripido canalone e poi per i pendii superiori, più ampi ma sempre piuttosto ripidi.

E’ una vera sagra della conversione!
La nostra “gucia” o anche la “pertegheta” dei lombardo-veneti si intende, non quelle più celebri ed immortalate di S.Paolo e Maria Maddalena.

Qualcuno in verità qualche figura celeste che si aggirava sulle vette circostanti oggi pare l’abbia vista!

Comunque, una svolta a destra ed una a sinistra, tutti raggiungiamo la conca sotto il Colle del Pelvo dove qualcuno preferisce fermarsi.

Per salire in Cima al Pelvo si potrebbe raggiungere il Colle e salire la comoda dorsale: troppo facile!

I nostri apripista tracciano brillantemente un ripido canale che ci porta alti sulla cresta ormai vicini alla punta che si raggiunge chi a piedi chi, con qualche ravanaggio, con gli sci.

Cima del Pelvo 3266m !

Che spettacolo di montagne tutt’intorno e di fronte a noi la Serpentiera dove stanno salendo quelli che del Pelvo sono ormai degli abituèe e quelli che del Pelvo non ne hanno avuto abbastanza.

Ed è ora della discesa, bellissima sulla neve che il clima calduccio ha ammorbidito al punto giusto e che ci fa sentire tutti sciatori provetti.

Anche il canale è entusiasmante e il superamento di qualche cumulo di valanga e qualche muretto più ripido sembra far parte di un gioco da luna park.

Che come ogni bel gioco purtroppo finisce, ma è un momento bellissimo e allegro l’essere tutti raggruppati sul breve traverso che ci fa uscire dal canale.

La discesa del ripido boschetto, su neve decisamente marcia è breve e senza storia.

Un po’ meno breve, ed apprezzato in modo variegato dai partecipanti, è invece il rientro lungo il fondovalle, qualcuno in sci qualcuno portandoli a spalle, ma alla fine il Pont Terrible è in vista e oggi non sembra avere proprio niente di “terrible”.


E nonostante gli oltre 1600 metri di dislivello e i tanti chilometri nelle gambe, o forse proprio per questo, la cosa più terribile, ma ci siamo ben abituati, è la velocità con cui si aprono tre tavolini e si imbandiscono di ogni ben di Dio.

Il pomeriggio è splendido e questo angolo di montagna oggi è tutto nostro e ci si sta d’incanto …

La fatica, il lungo fondovalle, il caldo sono ormai ricordi lontanissimi mentre la salita per quel vallone impervio e la sua discesa mozzafiato probabilmente questa sera accompagneranno parecchi di noi nel prendere sonno.

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