21 febbraio 2010
Finestra di Champorcher

Vent’anni dopo.

Purtroppo non stiamo parlando delle avventure di D’Artagnan e dei suoi amici moschettieri. Si tratta invece del lasso di tempo trascorso da quella gita sociale del 18 febbraio 1990 in cui, in un tragico incidente, Roberto perse il papà e molti di noi un carissimo amico.

E oggi tutti insieme siamo ritornati alla Finestra di Champorcher. Ed eravamo in 43 nonostante l’influenza strisciante e i problemi logistici, che hanno frenato le iscrizioni, legati alla necessità di utilizzare un pulman piccolo per poter salire a Grand Mont Blanc sopra Champorcher.

Giornata bellissima, fresca ma non gelida. La Valle dell’Ayasse è lunghissima ma la cadenza regolare dei capi-gita ha mantenuto sempre compatto il gruppo e, con tanta attenzione ad evitare ogni rischio, tutti hanno raggiunto la lontanissima Finestra di Champorcher. L’abbiamo occupata tutta e così abbiamo scoperto che ha una capienza proprio di una quarantina di persone!

E poi il momento del raccoglimento. Pochi minuti senza un filo di retorica. Due parole semplici e bellissime di Roberto e poi Aldo e Giovanni che intonano una canzone, una preghiera cantata sottovoce con la neve fino alle ginocchia. Il tempo si è fermato per un istante.

Saremmo rimasti più a lungo lassù, ma è venuta l’ora di scendere. La maggior parte nell’ altrettanto lungo Vallone dell’Urtier, con pochi problemi e tante spinte, fino a Lillaz dove il pulmann nel frattempo era andato ad attendere con pazienza ed un gruppetto ritornando a Champorcher a recuperare l’automobile.

Ed un filo ideale, non come quelli orribili dell’elettrodotto che percorre queste vallate, ha collegato a 25Km di distanza un banchettino ed un banchettone che hanno suggellato una giornata indimenticabile.

Grazie a tutti!

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