19/1/2020 Testa dei Fra’

Sci ai piedi e via, si parte: una stradina ghiacciata ma percorribile agevolmente senza rampant si inoltra nel bosco e ci porta in men che non si dica nel fondo del vallone del torrente Vissorio, da cui con agevole ascesa, passando a sinistra degli alpeggi del Tramail des Ors, affrontiamo con alcune inversioni il pendio posto alla sinistra del Colle della Felita (o Fetita o Fétite o… fate voi!). Teperature basse e un brezza gelida ci costringono a una sosta al sole. Al colletto breve sosta per mettere i rampant e ammirare il paesaggio ammorbidito dalla recente scarso apporto nevoso; ci attende una cresta a tratti di neve soffice e a tratti gelata, ringraziamo di avere i rampant in alcuni tratti un poco ostici, tuttavia superati con agili balzi ginnici da tutti i partecipanti. Insomma, solita trafila e siamo in cima! La brezza gelida ci tormenta un poco e cerchiamo riparo dietro alla cimetta, che laucni salgono a piedi Occorre ridiscendere! E  senza indugio ridiscendiamo lato nord per un bel pendio che alterna farinella su fondo duro, farina compressa e tratti duri duri.

Lungo la salita in fila ordinata

Piacevoli curve e un traverso ci riportano alla base nord del pendio che porta al colle della Colle della Felita (o Fetita o Fétite o… fate voi, nuovamente!). Occorre ripellare per qualche decina di metri per guadagnare il colle e garantirci il rientro al bus! Alla spicciolata saliamo con qualche inversione al Colle e, radunati tutti alla sua sommità, ammiriamo il vallone di salita da cui presto discenderemo andando a cercare i tratti con neve più soffice.

Scendiamo, con qualche pausa per radunare tutti i partecipanti, fino a che nuovamente imbocchiamo la stradina, a tratti gelata, che avevamo testé percorso alla mattina e che con qualche curva su neve non proprio morbida( leggesi: ghiaccio) ci agevola la discesa fino al parcheggio.

Vista dalla cima

Colà ci attende il Sacro Tavolino e, forti dell’appello nazional popolare al Cibo Salato, questa volta, ed è il caso di sottolinearlo, è assai ricco di leccornie atte a rifocillare l’animo e il corpo dei valorosi! Accenno anche di sole oltre le velature e una temperatura decisamente meno siberiana della cima (e degli altri tavolini!) ci permettono di indugiare fino alla partenza verso Torino.

Fotografie di Stefano, Fiorello e Lorenzo

Cai Uget