La nostra Biblioteca – I quattordici (come quattordici sono gli 8000) libri più belli

Avrete certamente letto su Montagne 360 nella rubrica: “Il collezionista” di Leonardo Bizzarro e Riccardo Decarli l’elenco dei quattordici (come quattordici sono gli 8000) libri più belli. Ho voluto giocare anch’io scegliendo, tra i libri della nostra Biblioteca UGET, i “magnifici quattordici” (volutamente non ho menzionato i libri di cui vi ho già parlato in questa rubrica anche se, senza ombra di dubbio, più di uno ci starebbe bene). La scelta è personale e ovviamente opinabile.

Eccoli, in ordine di pubblicazione:

Eugenio Guido Lammer, Fontana di giovinezza (L’Eroica, Milano, 1932), due volumi. Scrive Gianluigi Montresor su La montagna scritta : “…Per quanto maledetto, Fontana di giovinezza, resta un classico ineludibile che può aprire gli occhi sulla perenne tentazione dell’alpinismo fondamentalista.”

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Edward Whymper, Scalate nelle Alpi (Edizioni Montes, Torino 1933). Il suo nome è scolpito negli annali dell’alpinismo per la conquista del Cervino, un’impresa inimmaginabile per l’epoca. Un grande classico senza tempo.

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Giusto Gervasutti, Scalate nelle Alpi (Edizioni Il Verdone, Torino 1945). Abbiamo anche un’edizione della SEI di Torino del 1961. Gervasutti fu il “fortisssimo” che rivoluzionò l’arrampicata. Massimo Mila da l’Unità del 3 ottobre 1946: “…L’incarnazione suprema di questo fenomeno storico dell’alpinismo fu proprio lui, il nostro Gervasutti…”.

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Walter Bonatti, Le mie montagne (Zanichelli, Bologna 1961). Sono caduto nell’ovvio, ma non ho potuto farne a meno. Scrive Massimo Mila:.”.. Bonatti appare come un innamorato della montagna, e non un collezionista arrabbiato di ‘prime’ ai margini dell’impossibile…”.

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Cesare Maestri, Arrampicare è il mio mestiere (Garzanti, Milano, 1961).  ” …Ecco la cima. Per questo momento ho lottato e vissuto, ne valeva la pena? Mai come ora mi rendo conto che nessuna montagna vale una vita…”.Così si esprime Cesare Maestri, il ragno delle Dolomiti.

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Hermann Buhl, E’ buio sul ghiacciaio (SEI, Torino, 1961). Scrive Gian Piero Motti: ” …Nel 1953 , un altro piccolo uomo, dall’aspetto un po’ smarrito e frastornato, conquista il Nanga Parbat,…, da solo, senza bombole d’ossigeno, senza l’aiuto dei portatori, E’ Hermann Buhl…”

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Albert Frederick Mummery, Le mie scalate nelle Alpi e nel Caucaso (Andrea Viglongo, Torino, 1965). Scrive Gian Piero Motti a proposito di Mummery: “…porterà l’azione dalla “vetta” alla “parete”, dalla conquista di una cima lungo la via più accessibile alla ricerca della via più difficile per salirvi…”.

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Bortolo Franceschetti, Remo Grigliè, Andrea Mellano, Corradino Rabbi, Alberto Risso e Lino Andreotti, Il paese delle montagne: spedizione organizzata dalla Sezione UGET nell’Himalaya del Nepal per il centenario del Club Alpino Italiano (Nuova Grafica – Zincotipo, Torino, 1966). Un pezzo importante della storia della nostra UGET.

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Reinhold Messner, Ritorno ai monti: l’alpinismo come forma di vita: pensieri e immagini (Athesia, Bolzano, 1971). Viene presentato come uno dei migliori libri tra i tanti scritti da Reinhold Messner (e come uno dei più venduti). Offre una profonda comprensione della filosofia di vita di Messner..

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Lionel Terray, I conquistatori dell’inutile (Explois, Dall’Oglio, Varese, 1977). Lionel Terray è una delle più belle figure di alpinista e guida francese. Perderà la vita il 19 settembre del 1965 nel Vercors sulle Arêtes du Gerbier, senza realizzare il suo ultimo sogno: fare il pastore.

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Rolly Marchi, Le mani dure (Vivalda, Torino, 1989). Uno dei più bei romanzi ambientati in montagna, Una storia semplice: l’amicizia di quattro ragazzi accomunati da una passione irrinunciabile, che può portare fatalmente alla morte ma alla quale non si può dire di no.

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Joe Simpson, La Morte Sospesa (L’Arciere Vivalda, Torino, 1992). Joe Simpson si è dedicato da sempre all’alpinismo compiendo prime ascensioni in giro per il mondo. Il libro ha avuto un grandissimo successo e  va ben oltre i confini della letteratura di montagna.

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Gian Piero Motti, La storia dell’alpinismo (Vivalda, Torino, 1994), due volumi. Scrive Enrico Camanni: “….la filosofia e il clima degli anni Settanta emergono a più riprese nel percorso interpretativo della Storia. Ma il pensiero finisce per prevalere sui fatti…”.

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Enrico Camanni, Verso un nuovo mattino: la montagna e il tramonto dell’utopia (Laterza, Bari, Roma, 2018). Nei primi anni Settanta scade  il rito della vetta a ogni costo, della ‘lotta con l’Alpe’. Nasce il “Nuovo mattino”, che deriva dal 1968 i riferimenti culturali. Lo guida Gian Piero Motti.


Giocate anche voi, fate le vostre scelte e venite a trovarci: ci siamo tutti i martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30. Il giovedì sera dalle 21 alle 22 saremo presenti solo su appuntamento.

Riccardo