Comunicazione del Presidente Generale CAI

Care amiche e cari amici,
dopo avere raccolto ogni più opportuno parere e suggerimento, abbiamo predisposto l’allegata richiesta urgente di chiarimenti indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Giuseppe Conte, finalizzata ad ottenere precise indicazioni sui temi della ripresa dell’attività in montagna, oltreché della cura di rifugi e sentieri.

È stata l’occasione per sottolineare il senso di responsabilità
manifestato da tutti gli amanti della montagna, rispettando le
disposizioni finalizzate al contenimento della diffusione del
Coronavirus, ma anche per evidenziare come le oggettive condizioni
ambientali in cui si potrebbero svolgere le attività escursionistiche,
alpinistiche e speleologiche, siano tali da assicurare quel
distanziamento che permane come regola prioritaria nella cosiddetta Fase 2.

Continua la lettura di Comunicazione del Presidente Generale CAI

Enrico Camanni: Il Rocciamelone, un voto di settecento anni fa

Altra puntata con la pubblicazione di brani tratti dai libri dell’amico, giornalista e scrittore, Enrico Camanni …. E’ la volta di questo tratto da “Di roccia e di ghiaccio. La storia dell’alpinismo in 12 gradi”, Laterza 2013

Molto è stato scritto a proposito, e soprattutto a sproposito, della salita di Bonifacio Rotario d’Asti al Rocciamelone, nel 1358. Spesso la leggenda e la fantasia hanno prevalso sulla storia e su quei pochi documenti che certificano, e solo in parte spiegano, la seconda impresa «alpinistica» del Trecento su una cima molto più alta del Ventoso del Petrarca, e anche più impegnativa.

Continua la lettura di Enrico Camanni: Il Rocciamelone, un voto di settecento anni fa

Carlo Crovella: Sex Bot

In questo racconto, che si sviluppa con maestria senza uscire dalle stanze di un Commissariato torinese, Carlo Crovella si interroga sull’arrampicata dei nostri giorni. Alla fine il vero “giallo” resta ai lettori: l’arrampicata del terzo millennio, prestazionale e scientifica, non ha finito per uccidere se stessa?
(pubblicato su altrispazi.it il 28 febbraio 2020)

«Ma è pazzesco!» il Commissario Ferrero si alza di scatto.

Le luci del giorno entrano con forza abbagliante dalle ampie finestre che si affacciano su una Torino brulicante di traffico. Ma, nell’ufficio, tira aria di burrasca.

Il Commissario guarda l’ispettore Piscitiello: «L’hai mai sentita tu una cosa del genere? In trent’anni di carriera, io mai!»

Continua la lettura di Carlo Crovella: Sex Bot

Nuovo sito “CAI UGET CULTURA”

La finalità della Commissione Cai Uget – Cultura è quella di proporre, come sua consuetudine, momenti conoscitivi sulle tradizioni culturali – escursionistiche a 360° relative alla realtà montana e non: si allarga infatti a “terreni diversi”, quali visite a musei, concerti, serate a tema anche scientifiche, proiezioni di filmati provenienti da vari Festival di Cultura Montana e dalla cineteca CAI, presentazioni di libri e ogni altro argomento ritenuto di interesse culturale.

Visita il nuovo sito CAI CULTURA:
 ww.caiuget.it/ccc

E- Mail: cultura@caiuget.it
Seguiteci, buona lettura e buona visione.

Pietro Trabucchi: Perseverare è umano

In questo difficile momento dove #IoRestoaCasa ma #Andràtuttobene abbiamo il piacere di ospitare lo psicologo Pietro Trabucchi  con il primo capitolo del suo libro PERSEVERARE E’ UMANO che fa seguito al precedente RESISTO DUNQUE SONO. Nei suoi libri, che raccomando a Tutti , Pietro ha sviscerato buona parte degli aspetti legati alla resilienza: alla capacità, cioè, di rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi per lunghi periodi di tempo nonostante le difficoltà in tutte le situazioni della vita … buona lettura!


Questo è quel pergolato

e questa è quell’uva
che la volpe della favola
giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto,
fatene un altro.
Se non ci arrivate
 riprovate domattina,
vedrete che ogni giorno
 un poco si avvicina
il dolce frutto;
l’allenamento è tutto.
Gianni Rodari

Resilienza: l’arma segreta del Sapiens Sapiens

Errare è umano, perseverare è diabolico.
Proverbio popolare fuorviante

Al contrario di quello che sostiene il noto detto, perseverare non è diabolico: è umano. Diabolico è rinunciare a impegnarsi, rimanere immobili, mettersi ad aspettare che la motivazione arrivi dall’esterno, non sfruttare a fondo tutte le risorse di cui gli esseri umani sono dotati. Se impegno e motivazione mettono in grado di raggiungere risultati straordinari, diabolico è sprecare questa opportunità.* Continua la lettura di Pietro Trabucchi: Perseverare è umano

20 Aprile 2019 Punta Manara da Sestri Levante

Grazie all’amica ugetina Silvia per il suo contributo con questo bel racconto. Buona lettura!

Silvia, domani niente sci, andiamo al mare.

Bene! Non avevo proprio voglia di svegliarmi presto per andare a sciare!

Infatti, ti sveglierai presto per andare al mare: alle 5.30 da me.”

La mia vita è piena di illusioni che durano meno di 5 secondi.

Circa due ore e mezza di auto e 40 euro di autostrada separano Torino da Sestri Levante, ma se il meteo è bello solo al mare, noi andiamo al mare. Al mare a modo nostro con scarpette e bastoncini, lungo il sentiero che collega Sestri a Riva Trigoso.

Partiamo così presto non perché ve ne sia reale necessità, ma perché non sopportiamo il traffico. Abbiamo quindi tutto il tempo per una buona colazione alla pasticceria Dolcemente.

Continua la lettura di 20 Aprile 2019 Punta Manara da Sestri Levante

Questioni di repertorio e di speranze

La concezione del canto di montagna è spesso legato ai canti degli Alpini, come se fosse l’unica via espressiva della tradizione popolare dopo il liscio, la taranta e la canzone napoletana. Abbiamo cosi tanto bisogno di caselle in cui mettere in ordine le idee che perdiamo di vista il concetto di arte, qualunque essa sia.
Il Coro Cai Uget si è sempre contraddistinto per la scelta di un repertorio piuttosto variegato che attraversa la penisola in tutte le sue peculiarità e spesso compie escursioni nelle tradizioni di differenti paesi, sia della musica popolare sia del canto liturgico.
A questo filone appartiene una nuova aggiunta, il celeberrimo brano “It is Well with My Soul” che ben si adatta anche ad una certa visione del periodo che tutti stiamo vivendo.
Horatio Spafford esercitava l’avvocatura nella Chicago della seconda metà del 1800. La sua famiglia fu colpita da una serie di tragedie che videro la prematura morte del giovane primogenito per scarlattina, la distruzione delle proprietà nel grosso incendio del 1871 ed infine perse due figlie durante un naufragio della nave che le stava portando in Inghilterra per una breve vacanza con la famiglia. Sopravvisse solo la moglie e Horatio stesso, trattenuto negli Stati Uniti per un imprevisto.

Dopo qualche giorno l’avvocato raggiunse la moglie nel Regno Unito e durante la traversata, proprio nel punto in cui la nave che trasportava la sua famiglia era affondata, scrisse un inno non già di dolore e disperazione ma carico di speranza, con parole cariche di fede e fiducia nell’opera dell’altissimo, e nella salvezza eterna.
Il vero e concreto mare di dolore e sofferenza si trasformava in un oceano di silenzio e speranza.
Certo non tutti abbiamo la fede e la temperanza del buon Horatio. I tempi sono cambiati e paradossalmente sono aumentate le incertezze, ma qualunque sia la fede che ci muove, il credo che ci spinge ad andare avanti, l’energia positiva che viene dalla musica può essere una grande terapia benefica per i momenti di sconforto che possono prenderci, ragionevolmente, durante questi giorni.
It is Well with My Soul è stata eseguita recentemente, durante un bellissimo concerto che abbiamo avuto l’onore di tenere a favore della Fondazione Piemontese per l’oncologia IRCCS Istituto di Candiolo. Quella sera, insieme agli amici di Chorus, lo spettacolo corse per due ore lungo i confini armonici delle partiture mandate a memoria, delle battute di spirito e dei pensieri avvolgenti per chi stava combattendo una battaglia in cui la vittoria è l’unica possibilità, e dove speranza e l’amore sono le sole armi fondamentali per ottenerla.
Cosi vi dedichiamo il nostro canto, inno armonico, a tratti silenzioso e pregno di rispetto, affinché possa salire a beneficio di tutti quelli che sono stati sconfitti, partendo da soli senza l’abbraccio dei cari e soprattutto a chi sta tenendo duro.
Più nero della mezzanotte non può venire e la luna di questi giorni ci fa capire che anche nel buio c’è sempre una luce ad illuminare la via.
Quella della speranza.
NON MOLLATE torneremo tutti a cantare.
Pietro Bastianelli

Di quell’ultima volta che andammo a vedere il plenilunio!

Il rifugio Arp d’estate è il punto di partenza per le escursioni verso le punte e gli innumerevoli laghi circostanti.  In inverno meta di sciatori e ciaspolatori ripaga la fatica della salita con la vista dall’alto, nel vallone di Palasinaz, su tutte le montagne della alta val d’Ayas.   Il plenilunio del fine settimana di febbraio, ci aiuterà a camminare nella vastità della notte illuminando i passi sulla neve. I laghi innevati di Valfredda e/o il lago della Battaglia saranno la meta della mattina successiva.

Il nostro rifugio Guido Rey era la meta ed avremmo dovuto dormire in tenda nella notte del plenilunio di febbraio.  Che non fosse l’anno dei migliori lo dovevamo capire dal fatto che il Rey era chiuso e della notte in tenda non se ne parlò proprio. Il plenilunio però sarebbe giunto ugualmente ed il fascino di una camminata notturna al chiaro di luna non potevamo mancarla. Condizioni meteo permettendo. Il meteo fu clemente e la escursione notturna si fece.

Continua la lettura di Di quell’ultima volta che andammo a vedere il plenilunio!

Willy Jervis: alpinista, partigiano, eroe

Nel settantacinquesimo anno dalla Liberazione (25 aprile 1945) vogliamo ricordare un uomo, Willy Jervis,  che per questa causa per questa idea ha offerto la sua vita …
“Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea”.
Ripercorriamo questa emozionante storia attraverso l’articolo a cura di Gabriele Richetti pubblicato sul suo blog  Il vaso di Terracotta che vi invitiamo a visitare.

Una storia partigiana di alta montagna e vero coraggio.

Guglielmo Jervis era un piemontese d’adozione. Discendente da una famiglia inglese, era nato a Napoli nel 1901, si era laureato in ingegneria a Milano e aveva ottenuto un posto a Ivrea nel 1935 come Direttore della scuola apprendisti meccanici della Olivetti.

Continua la lettura di Willy Jervis: alpinista, partigiano, eroe

Franco Perlotto: Le campane di Sant’Andrea

Anche l’amico Franco Perlotto,  alpinista scrittore e tanto di più, ci regala alcuni racconti per trascorrere piacevolmente questi momenti in cui #IoRestoaCasa  … Ecco qui il primo, buona lettura!

Franco Perlotto

Il sole picchiava a perpendicolo sulle teste ricurve degli uomini, ricoperte dai cappelli di paglia, come in ognuna delle estati degli ultimi dieci anni. Sui campi in pendenza a luglio di solito c’era poco da fare. Passato il raccolto del grano, non restava che attendere la vendemmia che lassù era comunque tardiva. Il sole era così forte in quei giorni che gli uomini furono costretti ad uscire fino al pozzo vecchio, che sprofondava per trenta metri in mezzo agli arbusti di sorgo, rinsecchiti dalla canicola. Le crepe nella terra disegnavano fulmini tra nubi marroni di un temporale che tutti attendevano come un dono del cielo. Ma in quell’estate nulla fece supporre che si volesse assopire l’angoscia dell’esasperante lentezza dell’erba che ormai non poteva più crescere. Il sudore scivolava lento dentro ai solchi scavati sui volti tesi dei montanari, oppressi dallo sforzo di caricare in schiena i tubi dell’acqua, attraverso l’arso dei campi, su fino agli orti, dove perfino le zucche avevano tentato di appassire.

Continua la lettura di Franco Perlotto: Le campane di Sant’Andrea