Uscita 6 del 16-17/04/16 – Rocca Bianca

Prima uscita di 2 giorni con pernottamento a rifugio. Ecco l’attesa relazione a cura di Vale & Vale:

Lago di Ceresole.

Me lo ricordavo più bello.

Decisamente più blu.

Foto 1

Già intontiti da un inusualmente pigro sabato mattina, perveniamo in quel ramo del lago, ad accoglierci la oramai consueta nebbia mista a pioggia, mista a depressione, mista a voglia di essere pensionati per poter sciare nei soleggiati giorni feriali.

Purtroppo alla pensione mi mancano ancora 14.432 giorni; decisamente troppi, lo scioglimento dei ghiacciai arriverà sicuramente prima.

Al Rifugio Mila, la scena dello scialpinismo piemontese viene divisa nelle due strutture disponibili. Con altri pochi eletti vengo assegnato al rifugio Muzio; il fatto che il Diretur non sia con noi non ci fa sperare nella bontà della location. Fortunatamente verremo smentiti.

Tra una passeggiata con gli stambecchi, un racconto sui “volatili” delle spiagge colombiane e uno sulle conseguenze (tragiche) del matrimonio, nonché il festeggiamento di due lauree (Complimenti!), la serata scivola veloce sotto le coperte di lana cotta.

Foto 2

L’indomani stoicamente ci svegliamo presto, nella speranza di una pioggia battente possibilmente a carattere temporalesco. Chi guarda fuori si ributta sul letto tra lacrime di gioia pianificando uno scientifico avvinazzamento mattutino sfociante in molesti cori di gruppo e concludente con la perdita di coscienza. I più convinti si presentano all’appuntamento in costume da bagno e maglietta hawaiana, reduci da un after al sansa.

Tutti però sottovalutiamo il celeberrimo celodurismo degli istruttori.

  • Piove poco
  • La visibilità è buona
  • Poi si apre
  • Buchiamo le nuvole
  • 100 metri più in alto nevica
  • Tutte ste storie per due gocce
  • Poi ti penti per non essere venuto

Celodurismo che dopo un paio di ore di pioggia incessante è entrato in autopompamento ed è oramai inarrestabile. SI PARTE! Urlano. PER SPARTA! Qualcun’altro risponde.

La pioggia fa presto posto ad un timido sole e con gli sci in spalla risaliamo la strada del colle fin sopra i tornanti. Messi gli sci ai piedi apprezziamo l’eccellente rigelo notturno nonché la produttività azotata dei camosci, altro che sciolina.

Dopo i primi metri di usuali tafferugli le posizioni si stabilizzano e risaliamo tranquillamente la strada.

Poi sinceramente mi sono perso. Bianco su bianco, credo che solo Livio sapesse dove ci stesse portando, o almeno così mi piace pensare. Difatti dopo un tempo imprecisato, potevano essere 5 minuti come tre ore, la nebbia si alza e dinnanzi a noi si apre un anfiteatro roccioso dall’ambiente decisamente di alta montagna. Il morale ora è un po’ più sostenuto e consci che la salita sarà la parte più bella della gita, ci godiamo gli ultimi, troppo veloci, 200D+ che ci separano dalla Rocca Bianca.

Foto 3

Ora… qui ci sono diverse versioni, ma i testi così recitano:

Esodo 14,15-15,1 – Allora Livio stese la mano sul cielo. E il Diretur, durante tutta la notte, risospinse l’aria con un forte vento d’oriente, rendendola limpida; le nuvole si divisero. 22 – Gli Allievi salirono nell’aria limpida, mentre le nuvole erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. 23 – I Ciaspolatori li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro. Eccetera eccetera.

Insomma: Sole!

Foto 4

Il resto della gita non ve lo racconto. Propongo di fermarci qui, con questa bella immagine nella nostra memoria della vista sul Nivolet in veste invernale, del tepore del cambio asciutto, del the caldo, del sol battito, dello stuzzichino a sci già spellati.

Foto 5

E anche oggi abbiamo scolpito i nostri nomi nella storia dello scialpinismo.

Un ringraziamento alla mia musa ispiratrice (n.d.s. questo inciso è l’unico contributo di Vale-ntina, peraltro corretto).

Vale & Vale

Foto 6

Altre foto? Ma certo!

>>> vai allo  Slideshow

Ma non basta, abbiamo anche l’articolo dal nostro inviato in Brasile.

Da Rio de Janeiro vi parla Enrico Cavùr.

La prima uscita di due giorni della scuola CAI UGET è stata la notizia del giorno sui giornali carioca,  insieme all’ impeachment della Presidente Dilma Roussef.
Ne hanno parlato le pagine di sport (prima delle Olimpiadi) e quelle di costume e società.

Il vostro inviato,  impossibilitato a presenziare,  ha inizialmente pensato ad una sci alpinistica al Pan Di Zucchero (Pão de Açúcar) di ben 396 m s.l.m.
Il rischio valanghe era bassissimo, ma le guche molto impegnative.

Ha poi optato per un percorso Copacabana – Ipanema,  metri di dislivello zero, che è stato valorizzato dal vero momento clou delle gite: la ricerca Artva.
L’apparecchio è stato nascosto nella sabbia,  e cercato da più squadre di bagnanti.

Anche questa volta ha vinto la squadra a prevalenza femminile. Probabilmente i tanga hanno agevolato i movimenti,  rendendo più fluida l’azione (un consiglio per le prossime collezioni di Salewa,  Montura e C).

Nature_Beach_beautiful_girls

Cavùr